Marco Branca, 10 anni di successi e flop
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Marco Branca, 10 anni di successi e flop

Moratti non ha escluso eventuali cambi interni, Branca e Stramaccioni inclusi, se le cose non cambieranno in meglio

Dopo l’Orlando innamorato, Ariosto insegna, arrivò l’Orlando furioso. Alla stregua del poema cavalleresco del 500’ anche Massimo Moratti, colpito da continue delusioni al cuore dalla sua Angelica, l’Inter, alla fine si arrabbiò. Ed è così che il patron nerazzurro ha deciso di rendere noto a tutti che di sedie stabili e non traballanti in casa Inter non ce ne sono più. Moratti si riserva quindi il diritto/dovere di premere il tastino rosso dell’espulsione forzata – “Branca ha detto che deciderà il presidente? Sono della stessa idea” - se i risultati non cambieranno. “Branca e Stramaccioni restano? Mi sta bene, ma con risultati diversi…”. Una frase che dice molto considerando il personaggio morattiano, che proprio come Orlando, forse, attenderà che il suo Astolfo – Marco Branca – arrivi fino alla luna per riprendere il senno perduto che ripristini la calma presidenziale. E proprio il direttore dell’area tecnica nerazzurra ora è finito sul banco degli imputati, assieme allo stesso Stramaccioni. Nessuno è salvo. E per l’Inter sarà fondamentale iniziare a centrare qualche successo tra Tottenham, praticamente impossibile, Sampdoria, doveroso, e poi Juve, crocevia? Forse sì. Ma ora che anche Branca rischia davvero il posto forse mai come in passato, riavvolgiamo il nastro e vediamo i 5 colpi top della sua gestione e i 5 acquisti flop; forse quelli che iniziano a pesare di più sul suo destino in nerazzurro.

I 5 COLPI TOP

1) Josè Mourinho: come non citare il mago di Setubal per primo. L’uomo, o meglio il condottiero, che ha guidato l’esercito nerazzurro per gli impervi sentieri della Champions, uscendone indenne e trionfatore. Lo Special one, al secondo anno, come spesso è accaduto nella sua carriera tra Chelsea, Porto e poi Inter, diede il meglio di sé centrando il triplete. Non solo uomo amato dallo spogliatoio, dai tifosi, ma dallo stesso Moratti, Branca e società, che videro in lui l’uomo a cui affidarsi per arrivare al trionfo. Anche Branca ha avuto ragione…

2) Wesley Sneijder: lasciate perdere la parte finale del film, gli ultimi attriti tra società, tutta, e il trequartista olandese. Tralasciamo quella che sin qui è l’amara esperienza turca che nulla ha a che vedere con l’Inter, Wesley si presentò a San Siro durante il derby del 29 agosto del 2009 stravinto per 4 a 0, subito dopo il suo ingaggio dal Real per 16 milioni, e si è affermato come il faro del centrocampo dell’Inter. È stato uno dei pupilli del Mou, eletto assist-man della Champions alzata al cielo il 22 maggio del 2010

3) Diego Milito ed Eto’o: prelevato, il primo, dal Genoa di Preziosi assieme al compagno Thiago Motta, per una cifra vicina ai 25 milioni. È stato uno dei giocatori più azzeccati della gestione Branca-Ausilio. Milito gioca? Segna. L’anno del “vinciamo tutto” l’argentino segna in tutte le gare decisive. Dal gol al Siena del 16 maggio 2010 che regala ufficialmente lo scudetto ai nerazzurri, alla doppietta della finale al Bernabeu che porta l’Inter sul tetto d’Europa. E con Samuel Eto’o hanno formato una delle coppie d’attacco più letali degli ultimi anni. L’operazione che l’ha portato in nerazzurro, poi, è stata da 10 e lode

4) Maicon: arrivato a Milano da semisconosciuto, affermatosi come una star a suon di galoppate sulla fascia di destra. Maicon Douglas venne pagato 6 milioni e prelevato dal Monaco nel 2006. Divenne probabilmente il laterale più forte al mondo; un terzino capace di segnare 20 gol totali durante l’avventura all’Inter. Anche lui è stato uno degli uomini decisivi del triplete

5) Julio Cesar: arrivato dal Chievo nel 2005, ha conquistato con la maglia nerazzurra 14 trofei; come Guardiola al Barça. Da panchinaro negli ultimi 6 mesi a Verona, alla nomina di miglior portiere della Champions 2010 secondo l’Uefa. E per 4 anni consecutivi, fino al 2010, nella top ten dei migliori portieri in attività stilata dal IFFHS. Nell’ultimo periodo in nerazzurro, dopo molti bassi e pochi alti, si decise di cederlo al Qpr

I 5 FLOP

1) Benitez: doveva essere l’erede di Mourinho per diversi anni sulla panchina dell’Inter, ma il suo è stato più che altro un insediamento lampo. Dopo soli 6 mesi di esperienza a Milano, tra qualche successo – però già apparecchiatogli da Mou grazie alla conquista della Champions – e diverse critiche per la preparazione atletica della squadra che ha portato a ripetuti infortuni nella rosa, si arrivò al comunicato d’addio nel dicembre del 2010. Gli subentrò Leonardo…

2) Gasperini: Difesa a tre sì, difesa a tre no? La scelta cadde su di lui con tutto quello che ne comportava: abbandonare la tradizionale difesa a 4 e cambiare stile di gioco. Esordio ufficiale nella Supercoppa italiana persa per 2 a 1 contro il Milan, addio anticipato dalle dichiarazioni presidenziali dopo la sconfitta di Novara per 3 a 1, che gli fu fatale.

3) Forlan: arrivato in agosto pochi giorni dopo la cessione di Samuel Eto’o all’Anzhi, si è scambiato con il camerunese il testimone dell’attacco dell’Inter. L’operazione Diego Forlan è stata un flop totale. Arrivato a 32 anni suonati, è stato troppo spesso infortunato. E dopo una sola stagione e un paio di gol segnati – una miseria – si è deciso di mettere la parola fine su una storia iniziata con la figuraccia dell’erroneo inserimento nella lista Champions.

4) Jonathan: 5 milioni versati al Santos nel 2011 per un giocatore di questo livello, sono stati uno sperpero. Con questa cifra si poteva reperire sicuramente un laterale più valido sul mercato. E tralasciamo lo stato di forma in cui Jonathan è apparso nelle ultime uscite, soprattutto a White Hart Lane, ingrassato e appesantito.

5) Rocchi, Pereira, Coutinho: 3 nomi, ma potremmo farne diversi altri (Alvarez, Mariga). Il mercato dell’Inter degli ultimi mesi è stato totalmente sbagliato. È arrivato un panchinaro dalla Lazio come Rocchi e già c’era la sensazione di un’operazione insensata; oltre 11 milioni per Pereira dal Porto sono un oltraggio per quanto mostrato fin qui dall’uruguagio e vale lo stesso discorso fatto per Jonathan. E perché Coutinho ora al Liverpool fa giocate da grande giocatore e all’Inter sembrava sempre, o quasi, un pesce fuor d’acqua?

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Riccardo Vetere

Scrivo e tratto di sport. Calcio, tennis o basket non fa differenza. In passato mi sono occupato di cronaca, politica ed economia per Cnr. Ad oggi sono anche inviato e corrispondente per Radio Manà Sport di Roma. Conduco un programma su Radio Milan Inter. Mi affascina il web, mi appassiona il cinema, mi diverte scattare fotografie quando viaggio…

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