L'ira di Galliani e Allegri colpevole perfetto
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L'ira di Galliani e Allegri colpevole perfetto

Lo sfogo dopo il k.o. contro il Real Madrid per nascondere l'inadeguatezza del Milan contro le grandi. I precedenti di Zac, Ancelotti e Leonardo

Fossimo in Massimiliano Allegri dormiremmo sonni non troppo sereni pensando a cosa ci attende nei prossimi mesi. Perché il clamoroso sfogo di Galliani nella pancia dello Yankee Stadium dopo l'umiliante 1-5 subito contro il Real Madrid assomiglia tanto all'antipasto di una stagione tormentata in cui al tecnico verrà chiesto di far rendere il Milan 'da Milan' dimenticandosi come le logiche di mercato abbiano ridimensionato la rosa a disposizione per numeri, tecnica e carisma.

Non è normale vedere il numero uno (in pectore) della società sbottare davanti ai giornalisti come ha fatto Galliani a New York: "Quando si gioca con il Real non bisogna pensare in questo modo... Non è mica la partita di Solbiate Arno. Nove cambi non si fanno. E' stato un errore gravissimo e non tollero queste figuracce. Sono incazzato nero, lo scriva".

Detto che cambiare nove undicesimi di squadra davanti a un avversario così forte non è stato il massimo, è bene che Allegri chieda subito un chiarimento a Galliani e alla società. Perché il Milan di oggi è questo: undici titolari comunque meno forti rispetto alla passata stagione e una panchina non ancora all'altezza. E' impensabile che il 9 agosto un tecnico sprema i suoi per un'amichevole per quanto di lusso e, dunque, è inaccettabile che l'amministratore delegato che ha appena venduto Ibrahimovic e Thiago Silva e lasciato partire tutta la vecchia guardia commenti: "Anche Mourinho ha fatto tanti cambi? Ma l'ha vista la panchina del Real? Kakà, Higuain, Arbeloa".

Appunto. L'ha vista Galliani la panchina del Real? E magari ha dato un'occhiata anche al resto, ad esempo al reparto offensivo con Di Maria, Cristiano Ronaldo, Benzema, Higuain e lo stesso Kakà (e con Ozil assente)? Perché se si rende conto della differenza deve anche avere il coraggio di smentire Berlusconi quando dice che il Milan "non sentirà la mancanza di Ibrahimovic" con un "quintetto di supercampioni in avanti che nessun'altra grande squadra è in grado annoverare".

Fossimo in Allegri chiederemmo pubblica abiura e dichiarazione degli obiettivi come si fa al Risiko o a biliardo. Così, giusto per togliersi da subito il pensiero. Ha detto Berlusconi: "Potremo fare un grande campionato, anche meglio della scorsa stagione". Se la matematica non è un'opinione significa vincere lo scudetto. E' d'accordo Allegri o ha qualcosa da dire? E in Champions League fin dove deve correre il Milan di Acerbi e Nocerino? Si può accontentare di superare il girone o e obbligato a proseguire fino a primavera?

L'impressione registrando lo sfogo di Galliani a New York è che il Milan abbia il portafogli nel futuro (legittimamente) e la testa ancorata al passato. Berlusconi può dire che la crisi lo costringe a ridurre i budget ma non ad ammettere che anche l'orizzonte tecnico è ridimensionato. Può ricordare che si innamorò del Milan "quando non si riusciva a vincere uno scudetto" ma nella primavera che porta anche alle elezioni non può permettersi che il suo Milan reciti un ruolo da comprimario.

In mezzo a questo meccanismo rischia di restare stritolato Allegri, il colpevole perfetto. Molti hanno paragonato la sfuriata di Galliani a quella di Berlusconi contro Zaccheroni dopo un altro 1-5 estivo contro il Real Madrid (1 agosto 2000). Anche quello era un Milan di transizione, con qualche onesto calciatore (Orlandini, Roque Junior e De Ascentis ad esempio) e i germogli del gruppo che di lì a tre anni sarebbe tornato sul tetto d'Europa.

Zac arrivò a marzo per poi essere licenziato in diretta tv. Il capro espiatorio per una stagione nata male e proseguita peggio. Allegri deve smarcarsi in fretta da questo ruolo pericoloso. La società gli metta a disposizione quello che serve magari smettendola di inseguire Kakà per poi sentire il tecnico dire che lo utilizzerà da regista davanti alla difesa. Sentire che si pensa a Borriello e Matri può andare bene a patto di dichiarare che ogni incrocio con Barcellona, Real Madrid o le altre big sarà unicamente l'occasione per una piacevole gita in Europa e non per sperare di raccogliere vittorie.

Meglio dirlo subito e chiaramente. Allegri lo pretenda o in aprile staremo raccontando delle rabbie di Berlusconi. L'uomo che a bordo piscina o in una riunione di partito negli ultimi anni è stato capace di dare la colpa ad Ancelotti e Leonardo per non aver vinto scudetti contro l'Inter di Mourinho e del Triplete. Figurarsi come tratterebbe Allegri per non essere arrivato davanti alla Juve di Carrera...

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Giovanni Capuano