Jakartone: una battuta che non ci fa ridere
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Jakartone: una battuta che non ci fa ridere

E se Calciopoli si trasformasse in una vicenda da bar, con risvolti macchiettistici? - L'ossessione di Agnelli Jr - La risposta di Thohir - Cosa dice il web

Premettiamo - per chi non ci conoscesse - che siamo juventini. E che siamo fra quegli juventini che non hanno dimenticato (e mai dimenticheranno) Calciopoli. Ma l'uscita di Andrea Agnelli sul Jakartone, dobbiamo dirlo, non ci è piaciuta.

Una battuta vecchia, di almeno qualche mese, banale e assolutamente fuori bersaglio. Calciopoli è una piaga aperta per molti di noi, questo lo sappiamo, ma in questa faccenda che ha parecchi mandanti e molti colpevoli Tohir non c’entra proprio nulla.

Ma andiamo per gradi. Se vogliamo metterla sul piano meramente umoristico, il livello della battuta è più da Bar dello Sport che da presidente della più blasonata squadra di calcio italiana, insomma per nulla in linea con la tradizione familiare...

Ma vabbé, il punto non è chiaramente questo. Se si trattasse semplicemente di una brutta battuta non gli avremmo dedicato neppure due righe. Il punto è che la vicenda dei due scudetti illegittimamente sottratti alla Juventus si sta sempre di più trasformando in una vicenda da Bar, con risvolti macchiettistici. Una specie di cimelio per nostalgici di cui sorridere tra vecchi amici. E da qui gli sms scherzosi e “affettuosi” con Moratti, le battute, i 30/31 sul campo in vece delle tre stelle sulla maglia fino “alla contabilità del cuore” contrapposta “alla contabilità ufficiale”.

Noi chiaramente non siamo d’accordo. La contabilità è una sola e dice 31 scudetti per la Juventus, le stelle sono 3 e andavano cucite sulla maglia da due anni a questa parte e le battute le avremmo lasciate volentieri a Peppino Prisco (decisamente più divertente) o alla pletora dei comici tutti interisti che non fanno ridere nessuno.

In ogni caso se si voleva punzecchiare l’Inter nel momento del passaggio di proprietà il bersaglio sarebbe dovuto essere Moratti e non Thoir ricordando magari che i “18 anni di successi” tanto osannati da molti media nazionali sono in realtà stati 18 anni di fallimenti sui cui è stato costruito un colpo di stato e qualche titolo usurpato. Che senso ha avuto invece tirare in causa il nuovo proprietario che semmai potrebbe essere un interlocutore più credibile e di buon senso su un tema per noi ancora aperto?

Se proprio si voleva parlare alla nuova proprietà la chiave poteva essere un’altra: “Caro Thoir è proprio sicuro di voler entrare in sistema nel quale non c’è certezza di giudizio? Un sistema nel quale un domani lei potrebbe vincere lo scudetto e gli potrebbe essere sottratto sulla base di chiacchiere da bar, leggende metropolitane e acrobazie giudiziarie?"

Su queste cose avrebbe senso stuzzicare Thoir al limite o, ad esempio, sulla ripartizione dei diritti TV...tema a proposito del quale Andrea Agnelli si trovò a fare una delle sue battute davvero più felici: “Però, se dobbiamo redistribuire le risorse in base alla meritocrazia, allora bisogna considerare anche la storia dei club. Noi abbiamo vinto 29 scudetti, il Milan 18 e l'Inter non so...”

 

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