elezioni figc regolamento come si vota scrutinio ballottaggio
TIZIANA FABI/AFP/Getty Images
Lifestyle

Elezioni Figc, ecco il regolamento: scrutini, ballottaggio e come si vota

Oggi il calcio italiano sceglie il successore di Tavecchio dopo il flop Mondiale. Tre candidati in corsa. Le regole per essere eletti

L'elezione per la presidenza della Figc è regolata dalle norme dello Statuto federale che assegna a ciascuna componente il mondo del pallone un differente numero di delegati e un peso elettorale non uniforme da esercitare nell'urna. All'assemblea elettiva partecipano 275 delegati che rappresentano le società di Serie A, B e C, il mondo dei dilettanti e le associazioni di calciatori, allenatori e arbitri.

Dopo le dimissioni di Tavecchio per il flop della mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018, il Consiglio federale ha fissato in lunedì 29 gennaio 2018 la data per l'elezione del nuovo governo del calcio italiano. Le votazioni si svolgeranno all'hotel Hilton di Roma Fiumicino.

Tre sono i candidati scesi in campo per il dopo Tavecchio: Gabriele Gravina, numero uno della Lega Pro, Cosimo Sibilia, capo dei dilettanti, e Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione calciatori. Tutti hanno presentato i loro programmi e sono a caccia di alleanze e accordi per riuscire a soddisfare quanto previsto dal regolamento delle elezioni in modo da evitare la fumata nera e il rischio del commissariamento da parte del Coni.

Chi vota e i pesi nelle urne

Il meccanismo delle elezioni Figc non è proporzionale ma prevede che i 275 delegati chiamati nell'assemblea elettiva esprimano un totale di 516 voti. Non tutti valgono uno, insomma. Le preferenze sono ponderate a seconda della categoria dalla quale provengono con un moltiplicatore che alla fine contente di arrivare al risultato.

La componente che elettoralmente ha maggior peso è la LND (Lega Nazionale Dilettanti, 90 delegati) con il 34%. Poi l'AIC (Associazione Italiana Calciatori, 52 delegati) con il 20%, la Lega Pro (Serie C, 56 delegati) con il 17% e la Lega Serie A con il 12% (20 delegati). Il resto se lo dividono gli allenatori (10%, 26 delegati), la Lega Serie B (5%, 22 delegati) e l'AIA (Associazione Italiana Arbitri) con il 2% che vale 9 delegati

All'interno della stessa componente ogni delegato vota per sè e spesso la dispersione di voti al di fuori del candidato indicato dal proprio leader di corrente è stata decisiva per l'elezione del presidente.

Ogni singolo voto della LND, ad esempio, va moltiplicato per 1,9 mentre la preferenza di un presidente di club di Serie A ha un moltiplicatore di 3, gli allenatori di 2 e così via a scendere fino all'1,1 di arbitri e Serie B.

Come si vota e chi vince

Il regolamento prevede diverse votazioni con quorum differenti per l'elezione del presidente Figc. Al primo scrutinio serve la maggioranza del 75% dei voti validamente espressi in assemblea, una soglia altissima e quasi plebiscitaria. Nel secondo scrutinio diventa sufficiente una maggioranza dei due terzi (66%) dei voti espressi.

Solo dal terzo scrutinio si passa alla maggioranza del 50%+1 e se anche tolto il quorum non si riesce a trovare un presidente ecco che scatta il ballottaggio tra i due candidati che hanno raccolto maggiori consensi nel terzo scrutinio. Al ballottaggio vince chi riceve la maggioranza assoluta dei voti. La votazione avviene in forma segreta.

Dall'assemblea elettiva deriva il Consiglio Figc che si compone di 19 eletti compresi i presidenti delle leghe, più il presidente che ha ricevuto l'investitura e il numero uno dell'AIA che ha un posto garantito nel Consiglio. Il governo del calcio italiano è, dunque, in mano a 21 membri.

Per saperne di più

I più letti

avatar-icon

Giovanni Capuano