Ristoranti. A tavola dove si tocca il cielo con un dito
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Ristoranti. A tavola dove si tocca il cielo con un dito

di Mirta Oregna

Mentre a Londra si attende il 30 aprile per l’inaugurazione di Oblix, il primo dei tre ristoranti oltre il trentesimo piano, previsti all’interno dello Shard, nuovo grattacielo firmato Renzo Piano, a Milano ci si interroga su chi occuperà il 27esimo livello della Diamond Tower, nel quartiere Porta Nuova, dove il temporary restaurant Krug Room, gestito dallo chef Enrico Bartolini, sta iniziando a sbaraccare dopo settimane di tutto esaurito. Registrando le ultime aperture europee va segnalato ancora, ad Amsterdam, lo Sky Restaurant Pi, appena inaugurato all’ultimo piano del Fletcher Hotel, che sta riscuotendo enorme successo grazie a quella sala da pranzo costruita a 60 metri di altezza sopra i canali.

La cena con vista sui tetti insomma piace sempre più, a clienti, chef e architetti. A confermarlo è Kelly Russell, responsabile marketing del gruppo Hines Italia, a capo del megacantiere di Porta Nuova, tutto virato verso l’alto: "I ristoranti in quota fanno pensare a New York e Shanghai, attirando anche in città meno moderne eventi e marchi di altissimo livello".

L’Italia, aspettando i grattacieli che verranno, può già vantare molti indirizzi alti e suggestivi. A partire da Milano, dove Fabio Baldassarre guida dal 2010 Unico (Unicorestaurant.it) al ventesimo piano del World Join Center, mentre sulla cima del Grand Hotel Visconti Palace, sta Al V piano (Alquintopiano.it), nuovo attico per gourmet con vista sui Giardini pubblici Indro Montanelli, dove l’estroso Matteo Torretta propone il cromomenu di cucina italiana, in cui i colori sono il filo conduttore.

Oltre alle tavole salgono i bar, perché il cocktail dall’alto ha tutto un altro effetto: tra i più recenti, al sesto piano dell’Hilton Molino Stucky di Venezia c’è lo Skyline (Molinostuckyhilton.it) per farsi miscelare un cobbler da Riccardo Semeria, ammirando la skyline lagunare. A Firenze, invece, sulla terrazza del Westin Excelsior, da poco ha aperto al Se.sto (Sestoonarno.com): qui il barman Mario D’Onghia prepara, oltre agli evergreen, Orange&Raspberry mojito, Blackberry&Shiraz Martini per far sognare le coppie affacciate sull’Arno.

A Roma la prima tra le terrazze, per qualità del cibo, fama e altezza, è senz’altro la tristellata Pergola dell’Hotel Cavalieri. Ma ci sono anche alcune novità, come il Vicolo 88 (Vicolo88.it): all’ultimo piano di un palazzo storico del XVII secolo, prelibati coc-au-vin e alici croccanti al pistacchio salgono dalle cucine. Vippaiolo il parterre. Invidiabile posizione e menu, poi, al lussuoso e storico Imago Restaurant dell’Hassler Hotel (Imagorestaurant.com) e, da non dimenticare, la Terrazza dell’Eden (Laterrazzadelleden.com), appena insignita della stella Michelin, grazie a Fabio Ciervo, la cui mano esperta è stata definita "seducente e straripante come il panorama che si ammira dalle sue tavole".

Stelle in alta quota arrivano anche a Napoli, dove al Comandante, nella sala panoramica dell’Hotel Romeo (romeohotel.it), Salvatore Bianco ha appena conquistato con la sua cucina l’ambito riconoscimento della Guida Michelin. Anche qui si punta verso l’alto, ogni martedì, si può salire al nono piano, al Beluga Sky Bar: pasta e finger food da gustare sulle note di un concerto live jazz. Un classico partenopeo resta il Caruso Roof Garden del Grand Hotel Vesuvio (vesuvio.it/caruso), i cui bucatini alla Caruso stregano quanto la vista del Golfo.

Un’emozione nostalgica paragonabile a quella che si può provare durante una cena alla Literary Terrace del Grand Hotel Timeo (Grandhoteltimeo.com) di Taormina. Oltre 250 metri a strapiombo sul teatro greco, gustando delizie locali come "mignon di tonno rosso cinto da lardo e servito con scaloppa di fegato grasso al Marsala". Tradizionalmente siciliano. Chi ha detto, poi, che servono i grattacieli per sentirsi in cima al mondo?

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