L’X-Factor dei tecnici

Ammetto. Da addetta ai lavori, che in una sede televisiva ci passa più tempo che a casa, non avrei mai pensato di sgranare gli occhi su una produzione tv. Sono stata a X-factor, a vedere il talent che spopola soprattutto …Leggi tutto

Ammetto. Da addetta ai lavori, che in una sede televisiva ci passa più tempo che a casa, non avrei mai pensato di sgranare gli occhi su una produzione tv. Sono stata a X-factor, a vedere il talent che spopola soprattutto sui social. Arrivi un’ora prima, ti siedi diligentemente perché per mandare in onda tre ore di programma in diretta ha i suoi vincoli organizzativi, e assisti alla messa in onda di un programma che al netto degli ascolti fa meno del 4% , ma che investe una quantità impressionante di forze e immagino di badget.. Non entro nel merito della puntata in sé. Nè del format tv o dei protagonisti , che possono piacere o meno, o dei cantanti agitati che si alternano sul palco in abiti sartoriali, lontani anni luce dal loro abbigliamento quotidiano…

Quello che vi voglio raccontare, e che mi ha sorpreso, è stato il lavoro dietro-davanti le quinte dello spettacolo, ovvero ciò che succede mentre il buon Alessandro Cattelan sottopone al fuoco di fila dei giudici il malcapitato concorrente che si è appena esibito. Le inquadrature non tradiscono alcun trambusto.. e invece, mentre dalla vostra tv vedete solo primi piani o mezzi busti in hd, davanti a me si consumava un rito degno di una spedizione militare.. una decina di addetti, con ganci, cacciavite luci e fascette, strisciava sul palco a mo’ di passo del giaguaro per montare e smontare la scenografia.

Stando ben attenti, grazie a monitor sparsi dappertutto, a non entrare nella inquadrature.. tutto in diretta. In silenzio. Non un tintinnio a disturbare la puntata. Non un braccio che erroneamente andava a coprire un angolo dell’inquadratura. Tre minuti di orologio e la giungla che aveva fatto da sfondo al balletto iniziale era scomparsa in punta di piedi, lasciando posto ad un enorme angelo di cristalli appeso al soffitto. Confesso: questo aspetto ha preso il sopravvento sulla scaletta della puntata.. E per tutta la sera ho cercato di capire come quei solerti tecnici sarebbero riusciti a allestire il tutto in una manciata di minuti. La vera sfida e’ stata quella. Il count down orario andava veloce, ricordando a chi era in studio quanto mancava alla prossima esibizione. Ce la faranno, mi chiedevo?
E così trenta secondi liberi perché “coperti” da un breve filmato sulla storia del singolo concorrente pronto ad esibirsi, diventavano il tempo sufficiente per posizionare un’intera orchestra, con tanto di batteria, microfoni, amplificatori, luci, strobo e pannelli coreografici. Eccolo il ! Per me il talent è stato proprio quello: l’x factor è tutto degli addetti ai lavori che nulla hanno a che fare – teoricamente – con le critiche tv sul programma, che non si vedono in tv, che non sanno cantare o intrattenere, ma che il talento lo tengono per loro..

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Stefania Cavallaro

Classe 1975, (felicemente) sposata, (felicemente) mamma, (felicemente) vice caporedattore a Studio Aperto, il tg di Italia Uno. A parte la conduzione del tg delle 12.25, ormai un appuntamento fisso ogni due settimane, per il resto mi occupo davvero di tutto, politica, esteri, cronaca e costume. Curiosa, tecnologica, amante del lusso e del cinema. Mi diverto  a raccontare quel che gli altri vedono da fuori, come un mondo luccicante e complicato, così come io ho il privilegio di viverlo da dentro. Tutta un'altra storia.

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