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Referendum, affluenza flop (è poco sotto al 30%): il campo largo implode per l’ennesima volta

Referendum, affluenza flop (è poco sotto al 30%): il campo largo implode per l’ennesima volta

Nessuno dei cinque quesiti proposti ha raggiunto il quorum. E questo ce lo si poteva aspettare. Ma che ai seggi andassero così pochi elettori, forse nemmeno Elly Schlein & C. lo potevano immaginare

I seggi chiudono e i primi dati sull’affluenza parlano di flop (appena sopra al 30%).  Come volevasi dimostrare. Non si è raggiunto il quorum per nessuno dei cinque quesiti sottoposti agli elettori, un obiettivo a cui mai nessuno ha creduto davvero. Questo referendum, e non è la prima volta che succede, è servito alla sinistra per contarsi e per tentare di minare la solidità del governo Meloni. Tanto che a poche ore dal voto, esaurita la finzione della ricerca del quorum, ci ha pensato Francesco Boccia a dichiarare il nuovo obiettivo: superare i 12 milioni e 300.000 voti. Il senso è quello di dimostrare che si tratta di un voto contro l’esecutivo, o meglio di un voto contro Giorgia Meloni.

Obiettivo facile perché basta andare a rivedere storicamente cosa è successo nei referendum passati per accorgersi che solo una volta si è andati sotto la soglia dei 12 milioni di voti, nel 2022.

Nel 2003 quando si votò per il referendum sull’articolo 18, promosso da Rifondazione comunista, la partecipazione fu riconosciuta come bassissima: 24,5% e i votanti furono 12 milioni e 700 mila. Risultato simile a quello ottenuto due anni dopo, nel 2005, quando vennero indetti i referendum sulla procreazione assistita. Insomma il Pd fissando l’asticella si poneva un obiettivo minimo garantito. Il risultato ottenuto, chiaramente superiore, è artefatto da un’aspettativa bassissima in pratica. C’è da aggiungere un altro elemento. Di questi voti, non tutti hanno votato compatti per il si, anzi, in molti hanno votato solo per alcuni quesiti, alcuni hanno votato per il no.

Tutto il blocco dei riformisti si era espresso per il si solo per quanto riguarda due quesiti: quello sulla sicurezza sul lavoro e quello sulla cittadinanza. Andando quindi contro la linea imposta dal segretario del partito Elly Schlein. Eppure ora si tenta di convincere i cittadini che l’affluenza rappresenta un elettorato compatto che rappresenterebbe l’alternativa all’attuale governo. In pratica seguendo il ragionamento del Nazareno anche la stessa Giorgia Meloni dovrebbe esser contata tra quelli che hanno votato contro se stessa. La strategia del Pd di salvare baracca e burattini insomma è quantomeno ridicola.

Infine l’ultima considerazione. La percentuale, ammesso che rappresenti davvero lo specchio del campo largo, evidentemente non basterebbe in ogni caso per battere il centrodestra che, secondo i sondaggi, se si andasse al voto subito, batte sicuramente, quasi doppiando la percentuale di voti ottenuta oggi. Secondo gli ultimi sondaggi di Youtrend (per fare un esempio), si può calcolare che la coalizione di centrodestra unita sfiorerebbe il 50%. Fratelli d’Italia tiene al 30%, seguita da Forza Italia data al 9% con la Lega appena dietro all’8,6%. Totale: 47,6%.

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