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Le web bufale della settimana – Ep. 77

Le web bufale della settimana – Ep. 77

Le notizie più assurde apparse in Rete negli ultimi 7 giorni

1. Le donazioni bufala per il centro Italia

Le web bufale della settimana – Ep. 77
Alex Wong / Getty Images

Venti milioni di euro dal Presidente Usa Donald Trump, ben 100 da Silvio Berlusconi, 75 da Putin e addirittura 40 da Papa Francesco.

Sono i numeri delle donazioni bufala a favore del centro Italia che questa settimana hanno tenuto banco sui social. Decine di post pishing sono stati condivisi sui social a favore di una macabra asta acchiappaclic tedofora solo di bufale.

Nessuna di queste persone ha donato soldi per la ricostruzione o se lo ha fatto è stato senza pubbliche dichiarazioni o interviste mezzo stampa. Gli unici che, con simili false notizie guadagnano sulla tragedia dell’Italia centrale sono i soliti diffusori di bufale che per qualche clic in più sono pronti a lucrare anche sulle tragedie.

2. L’angelo della speranza

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Facebook

Un paio di giorni dopo la tragedia di Rigopiano sulle bacheche social di molti utenti è iniziata a rimbalzare la foto di questa nuvola rosa a forma di angelo.

Secondo Giornale Italiano sarebbe comparsa nei cieli abruzzesi e sarebbe un messaggio divino per mantenere fede e speranza. In realtà si tratta di un falso. O meglio, la nuvola è vera ma la foto circola almeno dal 2013 e viene riutilizzata per questa o quella occasione con lo scopo di alimentare false credenze e messaggi divini quando si tratta di una semplice nuvoletta che, casualmente, ricalca le fattezze di un angelo. Credere è lecito, ma farsi ingannare dalle bufale che corrono sui social network no.

3. Patente gratis per gli immigrati

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Facebook

“Mentre eravamo tutti distratti dal terremoto il Parlamento ha votato per l’ottenimento gratis della patente per tutti gli immigrati con 30 punti disponibili invece di 20”. A fronte di una simile bufala così palese e didascalica viene da chiedersi come possa essere che, ancora oggi, ci sia gente che ci caschi; ma così è. Ignoranza, bisogno di puntare il dito contro l’uomo nero e violazione dei diritti da parte dei soliti potenti sono i tre cavalieri che guidano l’armata delle bufale social.

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