Intervista esclusiva a Bianca Balti
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Intervista esclusiva a Bianca Balti

Mamma per la seconda volta, la top model Bianca Balti racconta la sua nuova vita in Spagna e presenta la sua bambina

Vive a Marbella, ha scelto la località spagnola due anni fa alla fine di una vacanza, quasi per caso, spinta dal bisogno di cambiamento. Detto fatto oggi la considera casa sua. È lì che va a scuola la sua prima figlia Matilde, di sette anni, ed è lì che ha intenzione di crescere l’ultima appena nata, Mia.

Bianca Balti, la top model italiana protagonista di tante campagne pubblicitarie internazionali, sembra molto felice. Voce da bambina e senza trucco, sullo schermo di Skype continua a ridere e sorridere, anche quando gli argomenti si fanno più seri. «L’anno scorso ho compiuto trent’anni e con loro è arrivata la saggezza che mi mancava. Mi sono liberata da preconcetti che mi tenevano legata, ho più pazienza e ho imparato ad amarmi di più. Non ne ero molto capace prima», spiega.

Durante la conversazione ricorre spesso, inconsapevolmente, il binomio «prima» e «adesso», come se prima fosse qualcosa, o meglio una parte di lei, che non c’è più. «Prima, mi sentivo spesso inadeguata. Ora vivo tutto con più leggerezza». Il prima coincide con l’inizio della sua carriera e soprattutto della relazione con l’ex marito fotografo da cui ha avuto la prima figlia. Non lo cita mai ma, stando alle cronache, i due oggi hanno una relazione complicata. E l’argomento è tabù.

Cosa l’ha spinta a trasferirsi definitivamente in un altro paese?

È stata una scelta sentita e ragionata, per me e per mia figlia. Era un periodo di passaggio e volevo più serenità per noi. Ero qui in vacanza, e più si avvicinava il tempo di fare le valigie per tornare a Milano e più la decisione si faceva nitida. Alla fine siamo rimaste. Qui nessuno sa chi sono e che lavoro faccio, e questo mi rende più spontanea. Quando vado a prendere mia figlia a scuola sono semplicemente la mamma di Matilde. Mi sembra di essere rinata.

Ci sono anche dei vantaggi ad essere guardata come una celebrities.

Sì, e certe volte mi piace. Ma è un lusso essere liberi e io a un certo punto ho avuto il bisogno di riprendermi questa libertà, scegliendo San Pedro de Alcántara, una frazione di Marbella che un po’ mi ricorda Lodi, il luogo da cui provengo e che amo.

Trentunanni ed è madre per la seconda volta. Ha un forte istinto materno?

Sì. Profondamente. Pensavo a questo l’altro giorno. Essere madre mi realizza. Camminavo al parco con le mie due figlie e mi pavoneggiavo. Non credo di essermi mai sentita tanto orgogliosa per qualcosa di mio come in quel momento.

Stentiamo a credere che il lavoro non le abbia dato grandi soddisfazioni.

Ma certo, e ringrazio per essere stata così fortunata. Ma so anche che avrei potuto fare qualsiasi mestiere nella vita, mentre essere mamma lo sarei stata comunque perché è la mia vocazione.

Perché ha chiamato sua figlia Mia?

A un certo punto mi sono imposta sul mio compagno e su mia figlia che avevano altre idee e ho detto: «Decido io, si chiamerà Mia». È un nome dolce, va bene per l’Italia e gli Stati Uniti visto che il padre è americano. Ma soprattutto, ogni volta che Matilde la chiama, io la chiamo o la chiama il mio compagno, lei ci appartiene. Quello con la nostra bambina è un legame fortissimo, a partire dal nome.

Non la spaventa il rapporto a distanza col padre di Mia?

No, negli ultimi due mesi Matthew è sempre stato qui. Lui abita a Los Angeles ed è ripartito per lavorare. Abbiamo grande rispetto l’uno dell’altra, e il desiderio reciproco di non ferirci. Troviamo sempre una soluzione. Lui mi da serenità, mi piace perché si sente orgoglioso di me e non mi chiede di essere diversa da come sono. Addirittura gli piaccio con tutti questi chili in più.

Non è difficile crederlo.

(Ride, si alza in piedi, si accerta che non stia registrando e poi si allontana dalla telecamera. Ha un paio di shorts rosa fluo che mettono in mostra gambe chilometriche e una semplice t-shirt grigia, che alza all’altezza della pancia. «Guardi!», dice. È più morbida, ma niente che l’allontani dal concetto di bellezza a cui ci ha abituato).

In gravidanza ho preso quindici chili, mai come in questo periodo sono entrata nella testa di chi vive perennemente lottando contro il suo corpo e i chili in più. Chi l’ha detto che si è meno belle? Chi l’ha detto che non dobbiamo assecondare la nostra natura? Certo, per il lavoro dovrò presto tornare in forma ma per me stessa, e per il mio compagno, mi sento bene così.

Forse non è una questione di chili.

Sì. Io sono la prova che la sicurezza non la dà l’aspetto fisico, ma ciò che hai conquistato e che nessuno ti potrà mai togliere. Un po’ mi dispiace perderli questi chili di troppo perché mai come adesso mi sento bene, appagata. (La bambina piange, mi lascia in attesa poi torna con la piccola in braccio, che continua a dormire).

In cucina come se la cava? Va lei a fare la spesa?

Certo, chi dovrebbe farla se non io? La casa è il mio regno, mi piace mettere in ordine e cucinare le lasagne. Anche sugli arrosti sono bravina. Mi piace prendermi cura di chi amo.

C’è qualche «no» che le è pesato dire durante la gravidanza?

Sì e lo dico a gran voce perché in qualche caso ho proprio sofferto. La prima rinuncia l’ho dovuta fare per una campagna di Dolce e Gabbana, ero al settimo mese e non potevo viaggiare. L’ultimo no l’ho detto pochi giorni fa per Cannes. Ho versato anche qualche lacrima perché avevo bisogno di uscire dalla routine. Sono testimonial L’Oreal e a quella suite al Martinez ho rinunciato a malincuore (e lo dice ridendo).

Teme le modelle più giovani?

No, fa parte della vita. Io il mio percorso l’ho fatto e in questo momento non cambierei niente.

Se potesse tornare indietro c’è qualcosa che non rifarebbe?

(Riflette qualche secondo)

Rifarei tutto perché grazie a certi errori e a certe cadute del passato, oggi a trent’anni sono questa qui. E penso che la vita che ho e l’uomo che ho a fianco me li sono proprio meritati.

1. Bianca BaltiUfficio Stampa

Bianca BaltiUfficio Stampa

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Annalia Venezia

Portatrice sana di occhiali, giornalista prestata alle ore piccole (o nottambula prestata al giornalismo?), da sei anni curo la rubrica Periscopio di Panorama. Dopo ogni festa, prima di addormentarmi, ripeto come un mantra la frase di Nietzsche «se scruterai a lungo nell’abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te» e ogni volta mi chiedo come abbia fatto a scriverla senza essere mai stato a un party della fashion week.

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