Il terzo grado - Alessandro Borghese
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Il terzo grado - Alessandro Borghese

Intervista allo chef, che stasera vedremo nella finale della prima edizione di Junior MasterChef di cui è uno dei giudici

NOME: Alessandro Borghese

CHI E’: chef e conduttore televisivo

COSA FA: è giudice di Junior MasterChef con Lidia Bastianich e Bruno Barbieri: la finale sarà trasmessa questa sera (ore 21 e 10 su Sky Uno). Il 28 marzo è uscita Kitchen Shuffle, doppio cd e book di ricette con sei percorsi musicali. Il suo ultimo libro è Tu come lo fa?, edito da Mondadori.

DICE DI SE’: “Alla domanda su cosa avrei voluto fare da grande, ai tempi della scuola, ho sempre risposto: il cuoco. Sono cresciuto aiutando mio padre in cucina la domenica mattina per preparare il gustoso ragù, tipico della tradizione partenopea”.

In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?

Ho talento in cucina…così dicono (ride). Oltre a questo direi anche nella comunicazione e nei rapporti con gli altri. Non ho affatto talento quando si tratta di ordinare le cose: per la gioia di mia moglie, sono un disordinato cronico.

Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotato, quale attività sceglieresti?

Non ho dubbi: vorrei svegliarmi domani mattina e saper suonare la batteria alla grande come John Bonam del Led Zeppeling, oppure diventare un grande chitarrista.

Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?

No, preferisco passare direttamente al taglio della torta.

Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?

Piango senza problemi quando una scena o una musica mi toccano o mi suscita un'emozione.  Sono un sentimentalone e ho la lacrima libera.

Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?

(ride) Proprio di recente mi sono capitate sotto mano le coppe delle prime gare di nuovo e le medaglie di quando facevo motocross. Da qualche parte ho sicuramente anche le pagelle: sono un "conservatore" seriale e prima o poi mi devo decidere a buttare un po’ di cose prima che mia moglie lo faccia al posto mio (dice ridendo).

C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?

Beh, senza dubbi un buongustaio, che sia raffinato o meno non importa. Mi stranisce la gente che non ha curiosità edonistica per il cibo: un piatto insapore richiama immediatamente monotonia, che è una delle cose peggiori della vita. E poi cucinare è un atto d’amore.

Puoi dire con certezza di aver amato?

Posso dire con certezza di essere innamorato.

Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?

Essendo naturalmente attratto dagli strambi, preferisco sapere che cosa combinano nella vita e cosa fanno. Tipo adesso, sono a tavola con un gruppo di strambi (dice ridendo).

Sai mentire?

Sì, se ce n’è bisogno sì. Di solito però non vado oltre le cosiddette bugie bianche.

Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?

Da guardare e da fare con moderazione. Anche se il massimo dell’attività fisica che faccio è cucinare, salire le scale e ovviamente fare l'amore con mia moglie (ride).

Quando il gioco si fa duro, sei uno dei duri che cominciano a giocare?

Assolutamente sì, sin da quando ero un ragazzino. Ho sempre avuto la voglia di fare e di arrivare a raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato. Sono molto competitivo e forse dovrei imparare a sottrarre un po’ di combattività dal mio carattere.

Qual è la tua torta preferita?

Il profitterol. Che faccio spesso visto che piacciono anche a mia moglie: per me ripieni di crema, per lei alla panna.

Ti definiresti un buon archivista, rispetto alla tua memoria, o un cattivo archivista?

Un cattivo, cattivissimo archivista. Ho una mente a compartimenti stagni e mi ricordo solo ciò che voglio.

Quest’anno farai viaggi significativi?

Con mia figlia così piccola la vedo dura. Ma mi piacerebbe programmare già per il prossimo anno un viaggio in Giappone, dove non sono mai stato.

Sarai più felice in futuro?

Sono già molto felice così. Forse chiedere di più sarebbe un azzardo, ma non c’è mai limite alla felicità perciò spero proprio di sì.

*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore)

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Francesco Canino