Il contratto d'amore ai tempi dello spread
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Il contratto d'amore ai tempi dello spread

L'abbordaggio del maschio latino si evolve con i tempi: c'è chi promette un posto di lavoro a tempo indeterminato con dimora

ll maschio latino del XXI secolo è in piena congruità coi tempi, anche per quanto concerne il flirt estivo. Siccome i tempi sono cupi, lo spread s'impenna e il futuro cigola, le cose vanno messe subito in chiaro. Ieri un esemplare della specie mi ha offerto un contratto "a tempo indeterminato" (ipse dixit), nel cui pacchetto era compresa perfino la dimora, di proprietà, fresca di rogito. Per un istante, nella mia mente, l'orizzonte di precarietà contingente si è tramutato in una vieta ruggine del passato. Io e lui, la nostra bicocca di proprietà, un solido futuro sentimentale senza incertezze.

L'individuo era privo d'attrattiva, ma la suggestione galoppava in maniera inversamente proporzionale all'ultima volta che ho udito "tempo indeterminato", nel '15-'18. Poi, la mesta realtà è franata come un Boeing sul tetto delle mie divagazioni oniriche. "No, giusto perché sia chiaro: poiché sono un libero professionista, ti notifico che ho una prestazione coordinata e continuativa da sette mesi con un'altra, ma non so se rinnovarla".

Ho dunque pensato che non è il caso di cedere allo scoramento. Bisogna monetizzare l'esperienza. Potrei presentarmi al Dicastero del lavoro e offrirmi come consulente alla Fornero. Un bell'emendamento all'attuale riforma: il posto di lavoro è uno, però lo si promette a più soggetti con formule di prestazione differenti. L'epilogo può essere uno solo: mi assumono all'istante.

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Paola Bacchiddu