Fabrizio Corona, lettera dal carcere
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Fabrizio Corona, lettera dal carcere

Nella missiva pubblicata dal sito Social Channel l'ex re dei paparazzi non risparmia nessuno e alza la voce anche da dietro le sbarre - Corona in prigione vende magliette

Non ce la fa proprio Fabrizio Corona a stare lontano dai riflettori e, nonostante resti in carcere a Busto Arsizio, fa arrivare il 'Corona pensiero' al mondo tramite il suo sito Social Channel le cui redini ora sono in mano al fratello di Fabrizio, Federico.

L'ex agente dei fotografi non si perde una battuta del dibattito mediatico in corso intorno alla sua persona e saltellando da un'emittente all'altra scopre cosa si dice di lui e come se ne parla. Prende, così, carta e penna e scrive una lettera pubblicata in esclusiva dal sito .  

E' arrabbiatissimo Corona e sbotta:

"La migliore spiegazione delle domande e dello sdegno verso la folla che mi acclamava a Malpensa e verso i numerosissimi fans che mi sostengono sul web sta nella pena che fanno i conduttori, gli ospiti e i contenuti delle loro trasmissioni, in onda su reti totalmente opposte".

A questo punto l'ex burattinaio del gossip passa in rassegna giornalisti, conduttori e ospiti delle maggiori trasmissioni tv e ne ha per tutti: che sia Rai, Mediaset e La7 per ognuno Fabrizio ha parole di sdegno. Inizia la disamina dall'Arena di Massimo Giletti e scrive:

"Su Rai1, un Giletti con jeans strettissimi, che evidenziano notevolmente le parti intime, si rende protagonista di un chiaro gioco  l massacro che non prevede alcuna possibilità di difesa se non quella del mio avvocato, fin troppo garbato, Nadia Alecci.

Quante castronerie – per non dire cazzate – ho dovuto sentire nella mia piccola e fredda cella di Busto Arsizio".

Attacca poi il direttore di Oggi Umberto Brindani sostenendo "Mi ha tirato in ballo accusandomi di un reato che non ho mai commesso e per cui infatti sono stato assolto, e non per qualche questione o cavillo giuridico, ma perché la verità era un’altra"

"L’unico giornalista serio  - dice poi - è Enrico Mentana, che ha raccontato in diretta i fatti, dimostrando la mia assoluta innocenza".

Se la prende persino con le reti Mediaset accusando le trasmissioni di approfondimento di essere poco più che avanspettacolo e chiosa, infine, con una sintesi scrivendo:

"Sintesi.

Giletti: Corona, amico mio, devi pagare, sei un criminale. Devi pagare, hai fatto 21 reati e con il denaro hai industrializzato le estorsioni, l’appello di tua madre è ridicolo.

Risposta: vergognati, studia e non fare lo schiavo.

Primo, non sono un fotografo, vendo foto, che sono di proprietà dei fotografi. In 7 anni ho fatto 120000 servizi, di cui ne ho venduti ai privati solamente 8. Per 5 di questi casi sono stato assolto, per altri condannato a 1 anno e 5 mesi per tentata estorsione, e nel caso Trezeguet – assolutamente identico a quello Gilardino, per il quale sono stato assolto – sono stato condannato a 5 anni. È stato chiamato un amico di Trezeguet – proprio come nel caso Gilardino – ci siamo incontrati in un bar in cinque, tre loro, io e un amico, e ridendo e scherzando gli ho mostrato i 45 scatti non compromettenti.

Le foto non potevo regalarle, perché di proprietà dei fotografi. La cifra di 25000 euro, che il matematico ritiene assurda, era inferiore al valore della richiesta.

Gliele ho lasciate, non potevo minacciare di pubblicarle perché non sono un editore; dopo un giorno, ringraziandomi, mi ha detto di volerle comprare, e gli ho fatto una ricevuta.

Le modalità sono identiche al caso Gilardino, per il quale sono stato assolto; Per questo caso, invece, sono stato condannato a 5 anni, nonostante non si tratti di estorsione. Senza fare la vittima o il personaggio".

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Andrea Lallo