Da gentleman a Mr. Hyde, mutazione genetica del (fu) principe azzurro
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Da gentleman a Mr. Hyde, mutazione genetica del (fu) principe azzurro

Mai contrariare il candidato alle primarie per il ruolo di fidanzato  premier. Prima vi chiama principessa e poi scivola in una rapida (e terribile) trasformazione

Vi ricordate le primarie per eleggere il candidato premier?

Per chi si fosse perso l'accadimento - preso da faccende certamente più serie (quindi, tutti voi, ipotizzo) - una breve sinossi.

Per pareggiare il tramenio dei riti incrociati e il menu di colpi di scena e proditori riposizionamenti delle primarie piddine (a proposito, a quanti candidati siamo rimasti?), avevo decretato che anch'io avrei adottato la tanto vituperata procedura per selezionare un fidanzato da eleggersi in primavera, in piena congruità col riempimento delle urne.

Il più audace tra i candidati aveva inaugurato la sua campagna elettorale con un ricco mazzo di fiori (così generoso da occupare un'intera vasca da bagno, non avendo, il mercato, ancora inventato un vaso tanto grande da contenerlo).

Al primo dono era seguito l'invito a una Biennale d'antiquariato nella capitale, il soggiorno in un Hotel con terrazza su Piazza di Spagna, e un cd con delle musiche non ben identificate.

Bazzecole rispetto a ciò che si profilava in un vicino orizzonte: l'invio di una carrozza, nel capoluogo milanese, che venisse a prendermi trascinata da una salmeria di palafreni.

La promessa era puntualmente reiterata in pillole quotidiane sulla di lui vita che viravano dall'incidente in scooter, agli esiti delle susseguenti visite ortopediche, al dipinto del Settecento appena acquisito. Una sorta di feuilleton contemporaneo univoco: nel senso che non vi era risposta al soliloquio.

Il che lasciava indurre a pensare a pratiche drammaticamente rasenti il profilo del serial killer (non mi sarei sorpresa di scoprire nella di lui abitazione la mia effigie, probabilmente trafitta dalla lama di un coltello e appesa alla parete). Ma tant'è. I giorni trascorrevano.

Poi un messaggio, esplicitamente minaccioso: “Buonasera principessa, come stai? La prossima settimana sarò a Milano per due ragioni: vedere dei dipinti in via Pisacane  e l'altra ragione sei tu... Voglio personalmente decidere io la carrozza e pagare l'agenzia contestualmente. Tu non sai che voglia di arrivare a Milano e di incontrare il tuo sguardo godere ogni istante nell'attimo in cui toccherò la tua mano. Vedere se sei cosi forte e sicura come appari in foto. Ma tutto ciò non lo immagino a Milano ma nella tua detestata Roma (beh, insomma: si decida, ndr).

Sì voglio vederti a Roma! Credo che sarai cosi bella e intensa quel giorno che in quel momento Roma sarà la tua estasi eterna”.

Ora, la sola remota ipotesi di un suo reale palesarsi, con tanto di purosangue iberico al seguito, esigeva un intervento. Determinato. Così gli ho risposto, icastica e ferma: “Stai esagerando, davvero. Direi che un bel gioco dura poco. È ora di non andare oltre”.

La mutazione genetica da gentleman a villano si è manifestata molto più rapidamente dell'assunzione del siero che trasformava il dr. Jekyll nel suo scellerato alter ego, Hyde.

Mi hai lasciato senza parole - ha risposto - Io non ho fatto nessun bel gioco. Ti ho semplicemente corteggiato e in maniera assolutamente garbata. Comunque lasciami dire che non solo non hai stile ma non sei neanche educata... Forse ho sbagliato: più che una principessa virtuale sei semplicemente una cafona paesana... Certo se guardo te e come ti comporti mi convinco che votare a destra è sempre la scelta meno grave ... Buona fortuna”.

Ora, al di là della mirabile eleganza con cui ha incassato il due di picche, due cose non mi sono chiare. Passi per il “cafona”. Ma “paesana” sarà mica riferito all'origine provinciale dei miei natali sardi? Mah.

Infine quel colpo di coda, nella chiusa, che la butta in politica.

Sbaglio o – in definitiva – mi sta dando pure lui della comunista?

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Paola Bacchiddu