Lo smartphone del futuro funzionerà a gesti?
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Lo smartphone del futuro funzionerà a gesti?

Dal touchscreen alle interfacce gestuali il passo è breve. Basta un chip. Almeno secondo Microchip. L' azienda statunitense ha creato un chip che consente di interagire col proprio telefono a gesti

Avete mai sperimentato l’impellente necessità di controllare il vostro smartphone senza utilizzare pulsanti o touchscreen, ma affidandovi soltanto a gesti manuali compiuti a mezz’aria? Io, sinceramente, no. Ma a quanto pare esiste una nutrita schiera di laboratori che da anni si concentra nel tentativo di trasformare il nostro modo di interagire con i dispositivi mobile, passando da un’interazione touch a un’interazione gesture.

Fino ad ora, i primi prototipi di questo tipo di interfaccia si sono basati su un sistema di sensori, sorgenti di luce infrarossa e telecamere che consentano al dispositivo di riconoscere i nostri movimenti e tradurli in segnali distinti. È il caso di Digits , una sorta di braccialetto intelligente sviluppato nei laboratori di Microsoft Research.

Ma c’è un nuovo approccio all’orizzonte, che promette di fare a meno di ingombranti telecamere, per ridurre tutto a un piccolo ed economico chip. In questi giorni, Microchip Technology, un’azienda americana specializzata in semiconduttori, ha svelato il primo esemplare di un innovativo chip che consente di decodificare movimenti gestuali senza bisogno di telecamere. Questo chip crea un campo elettrico, calcolando la disturbanza creata dal movimento di una mano, è in grado di riconoscere una varietà di movimenti differenti.

Il nuovo chip è programmato per riconoscere un ventaglio dieci gestualità predefinite, ma i produttori sostengono sia possibile sfruttare questa tecnologia per far sì che riconosca gesti personalizzati. Per fare ciò, Microchip Technology ha sviluppato una “libreria gestuale” impiegando algoritmi capaci di riconoscere movimenti definiti effettuati da persone diverse (si tratta di algoritmi simili a quelli impiegati nel riconoscimento vocale)

Tra i gesti predefiniti, a quanto pare, ce n’è anche uno per “svegliare” il telefono da una situazione di stand-by. Il chip di Microchip è stato studiato per funzionare a ciclo continuo, senza interruzioni. Questo è possibile grazie alla ridotta quantità di energia che richiede questo tipo di tecnologia (secondo la compagnia americana sarebbe addirittura del 90% inferiore rispetto agli altri sistemi gesture basati su telecamere). Un altro vantaggio consiste nella possibilità di funzionare anche in condizioni di scarsa luminosità.

Tuttavia, questo “chip 3D” presenta anche una serie di limitazioni. Per ora, è in grado di riconoscere solamente movimenti effettuati nel raggio di 15 cm, inoltre presenta difficoltà nel distinguere un pugno chiuso da un palmo aperto, o il movimento simultaneo di più dita. I ricercatori stanno lavorando su questi difetti e hanno rilasciato un kit di sviluppo . Se tutto va bene, a partire dal prossimo anno potremo vedere all’opera prototipi di smartphone che vengono accessi con un semplice movimento della mano. Nel frattempo, la compagnia si sta concentrando anche su altri settori applicativi, come ad esempio il settore TV e quello PC .

Abbiamo messo a confronto (parzialmente, si capisce) i sistemi gestuali basati su chip da quelli che impiegano telecamere, ma sarebbe sbagliato credere che questo tipo di tecnologie debbano necessariamente escludersi a vicenda. La ricerca sulle nuove interfacce macchina-utente è entrata in una fase molto prolifica, a sistemi di controllo gestuale si affiancano altre tecnologie come il riconoscimento vocale e nuovi approcci in campo touch .

Difficilmente, di qui a dieci anni vedremo uno di questi sistemi imporsi come standard (come è stato, ad esempio, per il touchscreen). La cosa più probabile, e auspicabile, è che i dispositivi del futuro integreranno in modo complementare alcune, se non tutte, queste tecnologie.

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Fabio Deotto