Samsung ferma vendite e sostituzioni dei Galaxy Note7: pericolosi anche i nuovi
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Samsung ferma vendite e sostituzioni dei Galaxy Note7: pericolosi anche i nuovi

Si surriscaldano facilmente. L'azienda coreana scivola in borsa e intanto il confronto con Apple sui brevetti arriva alla Corte Suprema Usa

Brutta crisi per Samsung, di numeri e di immagine.

La colpa è del Galaxy Note7 che ogni tanto prende fuoco.

Dopo lo stop della produzione delle scorse settimane, il colosso sud coreano sospende a livello globale le vendite e le sostituzioni dello smartphone, il gioiello più splendente della sua linea.
Ci sono infatti forti indizi che anche i nuovi device consegnati ai clienti in cambio dei precedenti si surriscaldino con una certa facilità.

Quindi: contrordine, fermi tutti. Il colosso sud coreano ha chiesto ai suoi partner, compagnie telefoniche e rivenditori, di sospendere le vendite e le sostituzioni.

La decisione si fa subito sentire in Borsa, dove il titolo arriva a perdere il 5%.

Intanto continuano le indagini sui recenti incidenti, in cui lo smartphone ha preso fuoco.

Lavoriamo con le autorità per prendere "le misure necessarie per risolvere la situazione", dice Samsung. Precisa anche che i titolari del Galaxy Note7 - compresi i Galaxy Note7 dati in sostituzione - dovrebbero spegnerlo e non usarlo.

Le autorità americane plaudono alla sospensione. "Dati i timori sulla sicurezza del Galaxy Note7, la sospensione delle vendite e delle sostituzioni è la mossa giusta", afferma Elliot Kaye, presidente della Commissione per la sicurezza dei prodotti.
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La decisione di Samsung sul Note che arriva a poche ore dallo sbarco della "guerra degli smartphone" con Apple alla Corte suprema americana.

Una battaglia iniziata cinque anni fa, dopo che il fondatore di Apple, Steve Jobs, aveva dichiarato una 'guerra termonucleare' contro Android, il sistema operativo di Google che gira sugli smartphone Samsung e della maggior parte dei produttori di telefoni.

I saggi ascolteranno le motivazioni di ognuna delle due parti per 90 minuti, in quello che è il primo caso sui brevetti che arriva alla Corte suprema Usa dal 1800.

La guerra è iniziata ufficialmente nel 2012, con un'iniziale vittoria di Apple.

Poi di ricorso in ricorso si è arrivati ai saggi, chiamati a esprimersi su un caso che avrà ripercussioni sull'intera industria tecnologica.

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Redazione