Lg G2 Mini, la recensione
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Lg G2 Mini, la recensione

Malgrado il downgrade dal modello originario il piccolo della Serie “G” si difende bene. E se il prezzo dovesse scendere ulteriormente…

In bella mostra dietro una teca di cristallo stracolma di smartphone in un negozio di telefonia probabilmente nemmeno lo noteresti. Né piccolo, né grande, né metallico né colorato, né concavo né convesso: l’Lg G2 Mini non è quel genere di terminale di cui puoi innamorarti al primo colpo. Anzi, visto frontalmente il piccolo della famiglia Android di Lg sembra il classico cellulare full touch come ne hai già visti tanti. Poi però guardi il prezzo (299 euro) e pensi che forse è il caso di guardare più vicino quell’oggetto che sulle prime avevi un po’ snobbato. Così lo prendi e lo maneggi, rigirandotelo più e più volte fra le mani. E noti che questo G2 Mini ha un lato B piuttosto interessante, coi tasti del volume e il tasto di sblocco incassati laddove di solito c’è solo la cover posteriore del telefono. Ok a questo punto la tua curiosità è già salita di almeno tre tacche. Anche perché magari hai realizzato che quello che hai davanti è uno smartphone nato dalla costola di un modello – l’Lg G2 - che da qualche mese è fra i più apprezzati del mercato.

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IL DOWNGRADE HA ANCHE I SUOI VANTAGGI
Chiariamolo, dunque, a scanso di equivoci. Questo G2 Mini non è un G2 reincarnato in un corpo più piccolo, quanto piuttosto una versione light dell’attuale portacolori di Lg. Oltre le dimensioni (da 5,2 a 4,7 pollici) cala tutta la dotazione tecnica: il display (dal Full HD alla più modesta risoluzione 960 x 540 pixel), il processore (da 2.3 a 1.2GHz), la memoria interna (da 16 a 8GB) la fotocamera (da 13 a 8 megapixel) e la batteria (da 3000 a 2400 mAh). Il sensore di luminosità, addirittura, non è nemmeno contemplato.

D’altro canto, bisogna pure dirlo, il G2 mini può vantare tutta una serie di risorse aggiuntive che faranno ingelosire non poco gli stessi possessori del G2: c’è Android 4.4 KitKat, tanto per cominciare, ma anche lo slot per l’inserimento delle MicroSD (grande assente sul G2 classico) e il nuovo sistema di sblocco KnockCode che sfrutta la combinazione di tap a display spento per risvegliare il cellulare [guarda come funziona] .

TUTTO QUELLO CHE SERVE (E QUALCOSA IN PIU')
Il risultato è un telefono che fin dalla prima accensione ti fa capire di valere ben più dei 299 del cartellino. Forse è tutto merito degli smartphone mostruosi di fascia alta che fan sembrare modesti modelli – come il nostro, per l’appunto – che sono in realtà fluidi, reattivi e ben equipaggiati. Fatto sta che qui troviamo tutta una serie di risorse decisamente sfiziose per un terminale di questa categoria. L’LTE, per dire, è di serie, così come il sensore a infrarossi per comandare il televisore di casa (ma anche il DVD o l’impianto stereo), piuttosto che l’explorer per le risorse (Think Free Viewer). Senza contare tutte le varie opzioni che fanno parte del carnet di servizi Lg. La vera sorpresa è però la presenza di una versione semplificata dell’interfaccia (in aggiunta alla classica home screen di Android), studiata per emulare il comportamento dei feature phone: pochi comandi e tasti grandi, per la felicità dei principianti e degli utenti più agé.

La linea della concretezza è stata seguita anche sul fronte multimediale. La fotocamera è assolutamente in linea con le aspettative: gli scatti sono di buona qualità (ottimo e molto rapido il sistema di autofocus integrato) e anche in condizioni di luce mediocre la grana si mantiene accettabile. Lo stesso dicasi per i video - pur senza toccare il livello dei camera-phone di rango il G2 ti permette di portare a casa il risultato, ovviamente in alta risoluzione (1080p) - e per il lettore musicale, sostenuto da un paio di speaker di buon livello.

CONCLUSIONI
Il G2 Mini sembra nato con una precisa missione: accontentare utenti di qualsiasi età, da 10 a 90 anni, e con pretese più o meno raffinate. Perché è pratico e maneggevole, facile da usare, ben equipaggiato e – dulcis in fundo – non costa uno sproposito. Certo, Il G2 è un'altra cosa e oggi ha pure una quotazione che non appare troppo distante da quella del fratello minore. Ma fra qualche mese (quando anche il Mini subirà l’inevitabile svalutazione dei cellulari Android) l’opzione taglia small di Lg (sempre che si possa considerare piccolo uno smartphone da 4,7 pollici) diventerà ancora più attraente. Sempre che nel frattempo non arrivi una nuova mini-bomba tecnologica in formato low-cost.

 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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