Google Project Ara: lo smartphone fai-da-te non è un sogno proibito
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Google Project Ara: lo smartphone fai-da-te non è un sogno proibito

La società di Mountain View sembra più che mai decisa a lanciare - già forse entro il prossimo anno - il primo dispositivo costituito da moduli acquistabili separatamente. Ecco come sarà

Qualche mese fa vi abbiamo parlato di Project Ara , l’iniziativa di Motorola per rivoluzionare nel profondo il concetto stesso di smartphone: da dispositivo mobile tutto d’un pezzo a vero e proprio mosaico di componenti modulari acquistabili separatamente. In base alle necessità, al portafogli o, più semplicemente, ai gusti.

Sembrava il solito annuncio un po’ visionario destinato a fare incetta di Like sui social ma senza una vera e propria prospettiva di sviluppo. E invece no. A distanza di tempo scopriamo che Project Ara è in realtà un progetto più vivo che mai grazie alla longa manus di Google. Pur essendosi sbarazzata della parte dispositivi di Motorola, infatti, la società di Mountain View sembra essere fortemente intenzionata a portare avanti il progetto. Trasformandolo, in un futuro nemmeno troppo distante, in qualcosa di molto concreto.

Secondo il Time, la società di Mountain View potrebbe lanciare la prima versione del cellulare modulare già il prossimo anno. A un costo piuttosto interessante: 50 dollari per il cosiddetto "esoscheletro", un proto-dispositivo dotato di sola connettività Wi-Fi da arricchire come fosse un Lego con tutte le varie componenti hardware, dalla fotocamera al processore, dal display allo schermo e così via. Google, insomma, vorrebbe fare per l’hardware ciò che Android ha fatto per il software: trasformare il telefonino non solo in un dispositivo modulare, oltre che intelligente, capace cioè di essere confezionato su misura ed, eventualmente, di essere aggiornato qualora un determinato modulo cominciasse a sentire il peso dell’età.

Naturalmente ci sono ancora molti aspetti ancora da definire: ad esempio come farà Google a contenere le dimensioni di un siffatto dispositivo (che gioco forza non potrà fare economia di volumi come gli attuali smartphone monoscocca) e soprattutto in che modo i singoli componenti sapranno dialogare fra di loro senza il rischio di scadere in un’esperienza d’uso frammentata. Resta poi da capire se e come la FCC (l'ente statunitense che regola la commercializzazione dei nuovi dispositivi per le telecomunicazioni) certificherà questa particolare tipologia di device.

Per il momento sappiamo che i tecnici di Project Ara stanno lavorando per aiutare gli sviluppatori hardware a creare componenti che siano non solo funzionali ma anche esteticamente attraenti e facili da implementare. E che qualcuno, ai piani alti di MountainPlex, sta pensando di affidare a un produttore di soluzioni di stampa 3D (nella fattispecie 3DSystem) il compito di supportare gli sviluppatori nella creazione dei moduli personalizzabili.

Ma l’aspetto forse più innovativo del progetto sta nel modello di customizzazione immaginato da Google per i futuri acquirenti dello smartphone. Che non solo potrà essere costruito mattone su mattone sulla base delle specifiche "alla carta" ma anche - e qui sta la vera novità - sulla base dei dati che gli utenti vorranno condividere con la grande G: se, ad esempio, esaminando il nostro profilo social Google scoprirà che siamo degli assidui viaggiatori, potrebbe suggerirci di comporre un terminale con una batteria più grande che ci permetta di arrivare a fine giornata senza troppi patemi.

Insomma, ci sono tutti gli elementi per prospettare la nascita di un mercato tutto nuovo, nel quale saranno gli utenti stessi a disegnare lo smartphone dei propri sogni. Sempre che, nel frattempo, non arrivi qualcuno a mettere sul piatto qualcosa che vada oltre persino la più fervida immaginazione.  

 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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