Asus MeMo Pad HD 7 vs Nexus 7: come scegliere il tablet giusto
Tecnologia

Asus MeMo Pad HD 7 vs Nexus 7: come scegliere il tablet giusto

Due tavolette uscite dalla stessa azienda, esternamente simili ma con un cuore diverso. Ecco pregi e difetti di ognuno con le dovute differenze

Diciamo la verità: nella giungla di tablet Android sotto costo Asus è una mosca bianca. In giro per negozi o nei centri commerciali capita di vedere un tablet da 7 pollici prodotto da un brand di tutto rispetto ad un prezzo quasi irrisorio (149 euro) e la prima domanda che viene fuori è: “dov’è la fregatura”? Eppure, avendolo provato per un po’, si può ben dire che fregatura non c’è, almeno non quella si può avere scegliendo prodotti di marchi “improvvisati”. Molti, tra esperti del settore e puramente appassionati, si sono chiesti perché Asus abbia prodotto nel giro di poco tempo (tre/quattro settimane) due tablet molto simili almeno vedendoli esternamente. Asus MeMo Pad HD 7 (149 euro) e nuovo Nexus 7 (269 euro solo Wi-Fi, 349 euro Wi-Fi + 4) sono la via dell’azienda taiwanese al low-cost senza rinunciare alle prestazioni. Ovviamente tra i due ci sono alcune differenze che potrebbero pesare molto sulla scelta. Entrambi sono un compromesso, ma due compromessi al prezzo che valgono. Il MeMo Pad HD 7 è tra i migliori tablet di fascia bassa sul mercato; se si dispone di una somma più alta da poter spendere il nuovo Nexus 7 è la scelta obbligata per un rapporto qualità-prezzo che lo pongono nell’olimpo dei tablet maggiori senza svenarsi.

Design e funzioni

L’HD7 ha il sapore inconfondibile di un tablet a basso costo. Rivestito in plastica lucida anti-impronte scricchiola in troppi punti. È sicuramente un passo indietro rispetto al Nexus 7 (anche alla prima versione) e una vistosa pecca nei confronti del nuovo. Asus offre l’HD 7 in diverse colorazioni: nero, bianco, blu, rosa, verde e grigio quindi un bel po’ di scelta rispetto al classico Nexus 7 di Google. Sulla superficie esterna si trovano la porta USB, un jack da 3,5 mm e lo slot per schede microSD, il vantaggio maggiore rispetto al Nexus 7 che ne è sprovvisto. I tasti volume sono sul retro del tablet vicino al tasto di accensione, il che rende l’accesso decisamente poco confortevole e anche dopo un po’ di tempo ci sarà sempre bisogno di buttare un occhio per capire bene dove premere, proprio come sul Nexus 7.

C’è un rialzo posteriore che protegge la fotocamera da 5 Megapixel e in basso una lunga fessura che scopre gli altoparlanti stereo. Due elementi che si ritrovano identici sul nuovo Nexus 7 anche se qui la registrazione video è a 1920 x 1090p HD. Pregio maggiore è l’aver mantenuto lo schermo a 1280 x 800 pixel, gli stessi del Nexus 7 originale. Il display è abbastanza nitido e luminoso, certo non la stessa qualità del nuovo Nexus 7 con risoluzione da 1920 x 1200 ma davvero non si poteva chiedere di meglio. Il contrasto non è ottimo, aggravato da un LCD che sbiadisce i toni più scuri intorno ai bordi.

La connessione Wi-Fi è l’unica possibilità per andare su internet con l’HD 7; sul Nexus 7 c’è invece la possibilità di utilizzare una SIM per sfruttare le reti GSM, UMTS o LTE e utilizzare le app e i servizi che si basano sulla rete. Data questa possibilità, il Nexus 7 può anche ricevere e inviare messaggi di testo. Entrambi arrivano con il Bluetooth 4.0 e il GPS. Lo spazio di storage pende dalla parte di Nexus 7 per quanto riguarda la memoria integrata: 32 GB. Attenzione però perché non è espandibile a differenza dell'HD 7 dove ci sono "solo" 16 GB interni e uno slot per microSD che supporta schede fino a 64 GB.

Prestazioni hardware e sistema operativo

La differenza principale è qui: l’HD 7 è alimentato con un processore MediaTek MT8125 quad-core a 1.2 GHz con 1 GB di Ram. Il Nexus 7 monta un Qualcomm Snapdragon S4 Pro APQ8064 quad-core a 1.5 GHz  con 2 GB di Ram. Tradotto vuol dire: netta supremazia del powered by Google. A dire il vero le prestazioni non si discostano più di tanto tra i due, almeno nell’utilizzo quotidiano. Quello che cambia è durante l’esecuzioni di app che richiedono potenza e fluidità come i giochi in 3D. L’HD 7 riesce ad arrivare a 14 fotogrammi al secondo con giochi come NOVA 3 dove in alcuni tratti il titolo è davvero ingiocabile. Sul Nexus 7 di nuova generazione i frame al secondo sono almeno 30, riuscendo ad arrivare a vette maggiori in alcuni casi. Le prestazioni generali dell’HD 7 sono buone, paragonabili ad un Samsung Galaxy Tab 3 8.0 e superiori all’HP Slate 7. Anche i punteggi sulla navigazione web sono confortanti: SunSpider restituisce 1470 millisecondi e un Browsermark di 2191. Nessuno di questi può lontanamente avvicinarsi a quelli del Nexus 7, magari a quello di prima generazione si, ma sarebbe comunque un tornare indietro che non conviene. Anche i test sulla batteria sono a favore di Google: poco meno di 6 ore su HD 7 in riproduzione video continua e luminosità al massimo, quasi 12 ore su Nexus 7 nella stessa modalità. In sintesi se si vuole il meglio in assoluto si può puntare sul Nexus 7, se il gaming non è la determinante principale si può puntare sull’Asus.

Multimedia e conclusioni

I tablet prodotti da Asus sono senza dubbio meno votati alla multimedialità rispetto ad alcuni concorrenti, come i Galaxy di Samsung. In quanto simile, la costruzione di alcune parti dell'HD 7 e del Nexus 7 pongono le stesse problematiche. Tra queste la possibile copertura, involontaria, degli altoparlanti stereo integrati sul retro in basso mentre si tiene il tablet con una sola mano. Metterli in una posizione più vicina al bordo avrebbe di certo migliorato l’usabilità e l’ascolto di contenuti in mobilità senza cuffie. Fotocamera principale e secondaria sono equiparabili così come la suite di ritocco anche se su HD 7 la ripresa video è “ferma” a 128 x 720 con 720p HD. In conclusione potrebbe sembrare che l’Asus MeMo Pad HD 7 sia un Nexus 7 di prima generazione brandizzato Asus il che non sarebbe poi un aspetto così negativo. Se la più grande preoccupazione è il prezzo, si può optare per l’Asus, se si vuole il miglior equilibrio tra costo e prestazioni, Google è la via migliore da perseguire. 

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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