Dai quaderni al tablet: alla scoperta della prima scuola smart d'Italia
Tecnologia

Dai quaderni al tablet: alla scoperta della prima scuola smart d'Italia

Siamo entrati nella terza elementare della scuola Enrico Toti di Milano, la prima classe italiana coinvolta nel programma Smart Future di Samsung

Li vedi smanettare con i loro minuscoli polpastrelli su quelle tavolette digitali e pensi che forse è davvero arrivato il momento di dire addio a quaderni, penne a biro, libri e zaini. Sono i bambini della terza elementare della scuola primaria Enrico Toti di via Cima, a Milano, la prima classe digitalizzata da Samsung nell’ambito del programma Smart Future . Nativi digitali che, per primi in Italia, sperimenteranno sulla propria pelle i pro - ed eventualmente i contro - di un metodo d’insegnamento basato sull’impiego delle nuove tecnologie: tablet, appunto, ma anche lavagne digitali e sistemi di formazione specifica per il corpo docenti.

Un’iniziativa, quella lanciata da Samsung, che punta a catalizzare quel percorso di innovazione che nelle scuole italiane, vista l’ormai nota penuria di fondi riservati al settore pubblico, stenta a decollare. Attraverso quella che di fatto è una donazione, la società coreana intende offrire a molti istituti (nel nostro Paese il programma prevede il supporto a 25 classi di altrettanti istituti comprensivi di 7 regioni entro la fine del 2013) quelle opportunità di aggiornamento degli strumenti di didattica che difficilmente potrebbero conseguire con le proprie forze, almeno nel breve periodo.

Un investimento a fondo perduto che d’altro canto potrebbe rivelarsi strategico per il futuro della società. Perché a ben guardare gli studenti di oggi sono gli utenti di domani. "Quelli che vedete sui banchi di scuola sono gli stessi tablet che i ragazzi utilizzeranno fuori dalla scuola per andare su Internet, fare ricerche, chattare coi propri amici", ha spiegato Carlo Barlocco, Senior Vice President di Samsung Electronics Italia, sottolineando il grande livello di continuità fra strumenti didattici e strumenti personali: "nella storia questi due ambiti sono stati spesso troppo diversi e distanti. Oggi possiamo dire che il tablet diventa il prolungamento della mano dello studente che scrive".

UN TABLET SU OGNI BANCO
Sui banchi della terza elementare della scuola Toti di Milano c’è un tablet per ogni alunno – 26 in totale - e una E-Board grazie alla quale l’insegnante può caricare i contenuti delle lezioni, condividerli con gli studenti, realizzare lavori di gruppo, effettuare quiz e stest di comprensione. Il tutto con un monitoraggio costante e puntuale della classe: un’opportuna applicazione creata da Samsung consente infatti all’insegnante di monitorare in tempo reale ciò che fa ciascuno dei suoi alunni, con la facoltà di bloccare alcune funzionalità dei tablet finanche a spegnerlo da remoto. Un approccio che – spiega Elena Borgnino, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo di Viale Romagna di cui fa parte la Enrico Toti – piace ai ragazzi, evidentemente stimolati dalla possibilità di confrontarsi con strumenti più nuovi e decisamente più vicini ai loro tempi.

UNA SFIDA CHE COINVOLGE TUTTI
Va da sè che la presenza dei tablet e della tecnologia sia solo un anello di una catena molto più lunga. L’impressione, guardando da vicino le classi già coinvolte nel programma di Samsung, è che per fare di una scuola una smart school ci sia bisogno del contributo di tutti gli attori della “filiera” scolastica. Gli insegnanti, innanzitutto, che devono essere pronti a recepire le opportunità dei nuovi strumenti e dai nuovi metodi della didattica digitale, gli sviluppatori, dal cui contributo dipende la qualità delle applicazioni disponibili per l’insegnamento, e ovviamente gli editori, cui è affidato il delicatissimo compito di trasformare gli attuali libri di testo in nuovi e più adeguati sussidiari digitali ricchi di risorse multimediali. Per questo Samsung ha deciso di dedicare parte delle sue risorse nella formazione degli insegnanti e nella creazione di un Advisory Board costituito da esperti provenienti da tutti i principali ambiti dell’educazione. Quel che si dice un progetto ad ampio respiro che punta a lasciare il segno su tutto il sistema scolastico nazionale.

 

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Roberto Catania

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