Saturnino: chinotto, anguria e rock and roll
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Saturnino: chinotto, anguria e rock and roll

Viaggio nel mondo delle passioni e dei ricordi del più grande bassista italiano: dallo strumento preferito a quell'hobby in comune con Jovanotti...

Saturnino non è solo il più famoso bassista italiano, il partner di Jovanotti sui palchi e negli studi di registrazione di tutto il mondo. Mister Celani (il suo cognome) è un artista appassionato che nel suo libro, Testa di basso (Salani Editore), ha definito le due ore trascorse in concerto "un orgasmo cosmico lungo centoventi minuti".

Dal 1991 ad oggi Saturnino ha incontrato e trascorso ore indimenticabili con personaggi incredibili, come Lou Reed, Luciano Pavarotti o il guru della disco music, Nile Rodgers. Senza dimenticare Kanye West o Sting. Una favola di successo iniziata con una band amatoriale nelle Marche («il primo obiettivo era ovviamente rimorchiare il più possibile») e proseguita a Milano e poi nel resto del pianeta. Tra viaggi in barca con le celebrities (Renzo Rosso e Kanye West), aerei, alberghi, templi della musica e sale d’incisione da favola.

Qual è il luogo dove le piace camminare fino a perdersi?
Manhattan. Mi metto in marcia subito dopo colazione e proseguo fino allo sfinimento. Poi, quando non ho più energie e mi trovo in qualche avenue in mezzo al nulla, prendo un taxi e torno in albergo. Stremato, ma felice. Camminare per New York significa anche comprendere l’ispirazione, la scintilla che ha dato vita a tante canzoni. E questo, per me, ovviamente si tratta di è un divertimento assoluto.

Lei vive a Milano, ma se decidesse di trasferirsi dove comprerebbe casa?
Senza dubbi sulle colline di Los Angeles. Quello è il mio habitat naturale, il clima perfetto. D’altra parte, se Steven Spielberg vive lì, pur possedendo una barca di settanta metri, ci sarà un motivo.

Qual è il basso più prestigioso della sua collezione?
Il Fender Precision Pino Palladino Custom Shop. L’ho cercato per anni, inutilmente. Poi, un amico me lo ha regalato facendomelo recapitare a casa nascosto nella confezione di uno schermo al plasma. Mi sono commosso. Non so come abbia fatto, ma ne ha trovato uno in Olanda.

La bevanda che le fa perdere il senso della misura.
Il chinotto. Posso berne fino a scoppiare. Lurisia mi piace da impazzire, una volta nelle Langhe, mentre tutti sorseggiavano un vino buonissimo,  io mi sono scolato litri di chinotto. Adoro anche il Neri con quello slogan sensazionale che fa: «Se bevi Neri, ne ribevi». Roba forte. Come avrà capito, non frequento  l’alcol.

Se non avesse fatto il musicista a che cosa si sarebbe dedicato?
Sarei stato un ottimo poliziotto. Ho da sempre grandi attitudini investigative.

Ha un hobby in comune con Lorenzo Jovanotti?
L’anguria. Siamo divoratori voraci e senza rivali. Quando gli altri abbandonano la tavola dopo due fette, noi proseguiamo senza paura per ore. In comune, quando siamo in tour, abbiamo
la visione di Rambo, condita da commenti sarcastici sulla pettinatura di Sylvester Stallone, e i film di Monthy Phyton.

A quale albergo associa i ricordi più intensi?
Al The Nicolaus Hotel di Bari. Praticamente era interamente occupato dallo staff del leggendario tour con Pino Daniele ed Eros Ramazzotti. Ci si trovava nella hall di notte, dopo i concerti, e si discuteva dello show e delle performance per ore ed ore. Pino, da instancabile perfezionista, era perennemente insoddisfatto del suono.

La sua passione per gli occhiali è nota: qual è il modello di cui non può fare a meno?
I Ray-Ban Wayfarer Nomad, quelli di Ray Charles con le lenti da sole polarizzate verdi. Hanno ispirato  il mio marchio, la Saturnino Eye Wear, nato per proporre occhiali importanti e vistosi ma indossabili.

Che cosa determina l'eleganza di una persona?
I gesti. Sono un’unità di misura dell’eleganza molto più di un bel vestito.

Il suo piatto preferito.
Gli gnocchi di riso come li fanno al Mi - Cucina di Confine in Viale Cassiodoro a Milano.

Quando ha capito che il suo sogno di vivere di musica si era davvero realizzato?
Quando mi sono trovato, prima di un concerto, nei camerini del First Avenue & 7th St Entry di Minneapolis, il club dove ha esordito Prince. Sui muri c’erano le firme di tutti i più grandi: dai Police agli U2.

Il luogo da vedere almeno una volta nella vita.
La Monument Valley tra Utah e Arizona. Davanti a tanta meraviglia, anche uno ciarliero come me si ammutolisce.

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Gianni Poglio