Sapio, con ossigeno e idrogeno va a caccia sui mercati esteri
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Tecnologia

Sapio, con ossigeno e idrogeno va a caccia sui mercati esteri

La società di Monza specializzata in gas tecnici vuole crescere in Europa. Intanto punta al mezzo miliardo di fatturato

Si appresta a entrare in una nuova fase della sua, ormai, centenaria storia. Il nuovo capitolo per Sapio, nata nel 1922 a Monza, guarda oltrefrontiera. Lo sguardo è rivolto ai mercati esteri, finora rimasti al margine del giro d’affari di gruppo, con una quota del 5% del fatturato. L’obiettivo è di sfruttare l’espansione come trampolino per crescere di taglia ed entrare a far parte dei pesi massimi del settore. La strada per arrivare a questa meta passa per operazioni di acquisizione e fusione. Oggi il gruppo conta su insediamenti in Francia, Germania, Slovenia e Turchia e concorre con colossi internazionali come la francese Air Liquide e la tedesca Linde.
 
Il business di attività è quello dei gas tecnici, un mondo pressoché sconosciuto ai più. Semplificando molto: gas tecnici, come ossigeno, azoto e idrogeno vengono estratti dall’aria dalle aziende come Sapio, per poi essere stoccati e impiegati nei tanti processi dell’industria. Si tratta di elementi che scorrono nelle vene della gran parte delle produzioni industriali da oltre cento anni. Servono, per esempio, per arricchire i processi di fusione dell’acciaio oppure per conservare alimenti, fino ad arrivare all’ambito chimico e farmaceutico e alle biotecnologie. Trovano spazio anche nella sanità, dove Sapio Life offre prodotti, tecnologie e servizi innovativi per la salute, la cura, la sicurezza e la qualità di vita in ambito domiciliare e ospedaliero.
 
La strategia di Sapio è sempre stata quella di creare i propri impianti accanto ai complessi industriali più importanti. È il caso dello stabilimento di Caponago: realizzato lungo l’autostrada A4, confina con il gruppo Stm. «L’industria dei chip e dei componenti elettronici è tra quelle che assorbono più quantità di gas tecnici» racconta Alberto Dossi, Presidente e terza generazione a capo dell’azienda (foto). «L’azoto, che arriva via tubo e rifornisce l’azienda di elettronica, ha costi più competitivi e garantisce continuità alle produzioni». È stato questo il segreto del successo di Sapio fin dalla sua nascita nel secolo scorso. Oggi il gruppo conta impianti attigui agli insediamenti più importanti della storia industriale del nostro Paese, da Marghera, a Ravenna e Mantova. «Riuscire a essere limitrofi ai clienti è stata la strategia seguita sin dalla nascita del gruppo» dice Dossi.
 
Oggi Sapio è ramificata in tutto il Paese, con 1.600 dipendenti riesce a fatturare quasi mezzo miliardo di euro l’anno. È lo storico risultato che sarà raggiunto per la prima volta probabilmente già quest’anno. La galassia Sapio oggi è composta da 52 aziende. Ognuna conta su una propria specializzazione e opera in uno dei due grandi rami in cui è operativa: industria e sanità. «Abbiamo acquisito piccoli rivenditori e produttori per ottenere una maggiore capillarità» aggiunge Dossi. «Il nostro modello di business è arrivare dove altri non arrivano».
 
Oggi però il mercato italiano è stagnante. La crisi ha lasciato le sue cicatrici sul tessuto produttivo del Paese. Guardare all’estero è la nuova parola d’ordine. «Puntiamo sulle aree dell’Europa. Abbiamo già individuato i nomi da mettere nel mirino del nostro shopping». A breve le novità che daranno ancora più gas al gruppo di Monza.

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