Sanremo 2016: Rocco Tanica fa infuriare i fan di Michael Jackson
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Sanremo 2016: Rocco Tanica fa infuriare i fan di Michael Jackson

Una battuta infelice sulla morte del cantante scatena la rivolta via web.

Fino a che punto può spingersi la satira? La questione, vecchia quanto l’invenzione del teatro da parte dei greci, è tornata prepotentemente d’attualità un anno fa, dopo l’efferato attentato terroristico alla redazione di Charlie Hebdo, nel cuore di Parigi. Il Festival di Sanremo, in cui la musica è solo uno dei tanti ingredienti dello show, vive e si alimenta anche di polemiche. Non fa eccezione l’edizione di quest’anno, che sta riscuotendo ottimi risultati in termini di audience, confermando la bontà della scelta di affidare per il secondo anno consecutivo a Carlo Conti la conduzione e la direzione artistica della kermesse.

Non è sfuggito, all’occhio implacabile della rete, uno sketch di cattivo gusto andato in onda mercoledì al termine della seconda serata, poco prima di lasciare spazio al Dopofestival. In esso Rocco Tanica, apprezzato tastierista di Elio e Le Storie Tese, oltre che conduttore, scrittore e presentatore televisivo, ha dialogato con un imitatore di Michael Jackson. L’impersonator del compianto Re del Pop, morto il 25 giugno del 2009 per una dose eccessiva di medicinali somministrata colposamente dal suo medico personale Conrad Murray, si è prestato a un siparietto sopra le righe in cui accompagnava la canzone di Deborah Iurato e di Giovanni Caccamo, canticchiata da Tanica, con le movenze tipiche del Jackson-style, rendendole però esagerate e caricaturali. Fin qui, nulla di eccessivo. Ciò che non è andato proprio giù ai fan del cantante è stata la battuta di Rocco Tanica che, per accomiatarsi dall’imitatore di Jackson, ha dichiarato. “Ciao Michael, noi ci ritroveremo più tardi, intanto grazie e mi raccomando, con questa faccenda della morte”. “Ma cosa dici?”, lo riprende immediatamente Carlo Conti, passato in pochi secondi dal colorito Terra di Siena al Nero Pece, mentre in studio calava il gelo per la battuta oggettivamente infelice e fuori luogo. Curiosamente, pochi minuti dopo prendeva il via il Dopofestival proprio sulle note di Billie Jean, uno dei brani più iconici del Re del Pop.

Al termine del siparietto si scatenava l'ira dei fan dell'artista su Facebook e su Twitter. I commenti, arrabbiati ma al tempo stesso lucidi, sono accomunati da una domanda retorica: possibile che il Festival della canzone italiana non trovi un modo migliore per ricordare un artista del calibro di Michael Jackson, invece che rappresentarlo come una triste caricatura di se stesso?

E’ di poche settimane fa la notizia che Thriller, l’album più venduto nella storia con 100 milioni di copie, è stato certificato dalla Recording Industry Association of America (RIAA) come  triplo disco di diamante in Usa che, tradotto in termini numerici, equivale  a 30 milioni di copie vendute negli Stati Uniti(32, secondo le ultime rivelazioni).

Michael Jackson è stato il più grande performer di sempre nella storia del pop, l’unico in grado di eccellere nel canto come nel ballo, inventando passi di danza che oggi vengono insegnati nelle scuole di ballo. Ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare degli ultimi quarant’anni, percorrendo strade artistiche che nessuno aveva mai intrapreso, trasformando i video in veri e propri film, innalzando il pop a forma d’arte a tutti gli effetti.

Jackson è stato il primo artista ad abbattere gli steccati di genere, portando la musica nera fuori dalla comunità afroamericana e diffondendola in tutto il mondo, coniugando in modo assolutamente originale funk, soul, r&b, gospel, rock ed elettronica. Album come Dangerous e Invincible sono stati così innovativi e avanguardistici nelle sonorità da non sfigurare affatto con le migliori produzioni pop e dance di oggi.

Un record meno conosciuto, ma ancora più importante, è quello certificato dal Guinnes dei primati di maggior filantropo nello show business, con quasi quattrocento milioni di dollari donati in opere di beneficenza e di filantropia, in particolare ospedali e orfanotrofi.

Il messaggio delle sue canzoni è all’insegna della pace, della speranza, della difesa della natura, della fratellanza tra i popoli senza distinzione di razza e di religione.

Decine di cantanti si sono ispirati alla sua musica, citiamo ad esempio le nuove leve dell’ r&b Bruno Mars, Justin Timberlake  e The Weeknd, anche se nessuno ne ha mai eguagliato l’originalità, la freschezza e l’intensità del Re del Pop.

Ecco, forse qualche motivo per ricordare Jackson in un modo più rispettoso e aderente a quella che è stata la sua straordinaria carriera, ci sarebbe. Non resta che sperare in un tributo più consono nel Festival di  Sanremo del 2017.

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Gabriele Antonucci