Rino Gaetano
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Musica

Rino Gaetano: la nuova raccolta è "Solo con io"

Arriva il 27 ottobre, a quarant’anni di distanza dal primo album, un nuovo "best of" con i grandi successi e alcuni brani reinterpretati dagli artisti di oggi

Il produttore Vincenzo Micocci fu il primo a notare il talento di Rino Gaetano, cantautore tanto geniale quanto inclassificabile  nelle anguste categorie degli anni Settanta, pubblicando i suoi primi due singoli I love you Maryanna e Jaqueline, incisi con lo pseudonimo di Kammamuri's, e il primo album Ingresso libero del 1974.


Quarant’anni dopo la Sony celebra la ricorrenza con il doppio album Solo con io, che uscirà nei negozi lunedì 27 ottobre. Il primo cd è una raccolta dei grandi successi di Rino, oltre ad alcuni brani meno noti al grande pubblico come Fabbricando case, Sandro trasportando e la title track Solo con io.


Il secondo disco è un tribute album con diciotto canzoni di Gaetano reinterpretate da artisti che sono legati alla sua figura. Gianluca Grignani duetta virtualmente con Rino in Mio fratello è figlio unico, Luca Carboni tira fuori la sua anima rock in E io ci sto, Simone Cristicchi reinterpreta con la sua sensibilità Le beatitudini, Roberto Vecchioni emoziona in Io scriverò, la PFM si cimenta in E cantava le canzoni, Giusy Ferreri presta la sua voce particolare a Il cielo è sempre più blu e il nipote di Gaetano, Alessandro, interpreta insieme a Diana Tejera Supponiamo un amore.


Il cofanetto include anche una versione di E io ci sto – DanceAndLove Remix, rarità, demo e versioni in spagnolo, come Corta El Rollo Ya, la trasposizione di Nuntereggaepiù. Completano l’omaggio a Gaetano il disegno realizzato dal giornalista Vincenzo Mollica e una testimonianza inedita del regista Ferzan Ozpetek, che nel suo film Allacciate le cinture  ha utilizzato il brano A mano a mano, cantato da Rino e scritto da Riccardo Cocciante.


Il segreto della longevità di Rino Gaetano è  nella sua capacità unica di coniugare un’impareggiabile attitudine all’ironia e allo sberleffo con una graffiante satira politica e sociale. In un paese come il nostro, da sempre diviso tra Guelfi e Ghibellini, la sua musica ha messo d’accordo sia la destra che la sinistra proprio perché non ha risparmiato nessuna delle due parti, tanto meno il centro.


Per questo non è mai stato catalogabile, a differenza di altri suoi colleghi degli anni Settanta,  in uno schieramento politico. Rino non si limitò ad accenni generici all’attualità politica e ai suoi protagonisti, ma nelle sue canzoni fece i nomi e i cognomi e, anche per questo, i suoi testi e le sue esibizioni dal vivo sono stati più volte censurati.

Il suo universo è affollato di santi vestiti d'amianto che salgono sul rogo, di donne immaginarie che filano la lana e fiutano tartufi, di cieli blu e di notti stellate, di amabili prostitute e di detestabili politici di ogni schieramento.
Gaetano era accessibile e oscuro al tempo stesso, le sue canzoni venivano ballate in discoteca e facevano da colonna sonora delle manifestazioni politiche.


Una canzone esemplare di questa sua attitudine allo sberleffo intelligente è Nuntereggae più nella quale, a ritmo di reggae, punta ironicamente il dito contro Gianni Agnelli, Enrico Berlinguer, le logge massoniche, il decano del giornalismo sportivo Gianni Brera e lo scandalo della spiaggia di Capocotta.


Come non ricordare, poi, la sua fortunata partecipazione al Festival di Sanremo, dove nel 1978 si classificò terzo con la scanzonata Gianna, esibendosi in frac, camicia a righe rosse e scarpe da ginnastica?


Il 2 giugno del 1981 Rino Gaetano perse la vita in un incidente a via Nomentana, poco distante da casa sua, nel quartiere di Montesacro. La sua auto finì addosso ad un camion proveniente dall’altra corsia, ma il cantante non morì sul colpo. Dopo che tre ospedali rifiutarono il suo ricovero, morì per le gravi ferite riportate alla testa.


È incredibile come lo stesso cantautore, 11 anni prima, aveva raccontato ne La ballata di Renzo la morte di un uomo dopo essere stato rifiutato da tre ospedali e perfino dal cimitero. Una somiglianza inquietante con quello che sarebbe accaduto davvero pochi anni dopo allo stesso Gaetano, arrivato al Policlinico Umberto I già in condizioni disperate.


Sulle  sue ultime ore di vita non sono mai stati fugati dubbi  e sospetti, ma ciò che più importa è l’eredità di canzoni che ci ha lasciato, frutto di una personalità complessa e fuori dagli schemi. Quella personalità che rende ancora oggi le canzoni di Rino incredibilmente fresche e attuali.

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Gabriele Antonucci