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Sandokan, chi è davvero Alanah Bloor: la nuova Perla di Labuan che ha conquistato tutti

Sandokan, chi è davvero Alanah Bloor: la nuova Perla di Labuan che ha conquistato tutti

Classe 2005, inglese, debutto in una produzione internazionale accanto a Can Yaman: ecco chi è Alanah Bloor, la nuova Marianna di Sandokan

C’è sempre un momento, nelle grandi produzioni, in cui una faccia nuova smette di essere una scommessa e diventa una certezza. In Sandokan, la serie evento targata Rai con Can Yaman, quel momento ha un nome preciso: Alanah Bloor. È lei la nuova Marianna, la Perla di Labuan, e non è solo una questione di bellezza. È presenza. È carisma. È quell’intensità rara che non si impara, si ha.

Sandokan, chi è davvero Alanah Bloor: la nuova Perla di Labuan che ha conquistato tutti
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Chi è Alanah Bloor

Classe 2005, cresciuta in Cornovaglia, figlia di due insegnanti, Alanah arriva da un percorso solido, tutt’altro che improvvisato. Nel 2023 si diploma al prestigioso Liverpool Institute for Performing Arts, una fucina di talenti che non perdona l’approssimazione. Teatro, gavetta, disciplina. Poi il salto: Sandokan come primo vero debutto televisivo internazionale. E il pubblico italiano, che non perdona mai le interpretazioni tiepide, la promuove senza appello.

La sua Marianna non è una damina vittoriana da cartolina. È ribelle, trattenuta, luminosa e inquieta allo stesso tempo. Una Perla che graffia. Ed è proprio questa tensione interna a renderla credibile accanto a un protagonista ingombrante come Yaman no—uno dei volti più amati del piccolo schermo—senza mai risultare schiacciata.

Un set difficile, un passaggio di fuoco

Dietro quella sicurezza che buca lo schermo, c’è anche un episodio che segna uno spartiacque. Durante le riprese, Alanah ha un grave incidente a cavallo. Caduta, paura, lo shock. «Ho pensato di essermi rotta il naso. Tutto si è fermato e aspettavano me: la troupe, gli attori, le riprese», ha raccontato a Cosmopolitan. Non solo un imprevisto. Un test. E lei lo supera. «Quello è stato un punto di non ritorno». In quel momento smette di essere una promessa e diventa un’attrice che sa reggere la pressione.

Accanto a lei, due presenze tutt’altro che marginali: Can Yaman ed Ed Westwick. Di entrambi ha parlato con rispetto e ammirazione: affascinanti, generosi sul set, fondamentali per il suo esordio in un contesto così esposto. E poi c’è il pubblico, soprattutto quello delle fan di Yaman, che l’ha accolta senza ostilità—un dettaglio tutt’altro che scontato in produzioni di questo calibro.

Tra riservatezza e futuro globale

Sui social Alanah resta un’anomalia felice: niente esposizione ossessiva, niente costruzione artificiale del personaggio. Qualche scatto di famiglia, i fratelli Sadie e Jude, ricordi dell’estate italiana passata sul set. Tutto il resto lo lascia parlare sullo schermo. Una scelta controcorrente che oggi, paradossalmente, suona ancora più elegante.

E non finisce qui. Dopo Sandokan, il salto su Netflix è già realtà con Man vs Baby, dove reciterà accanto a Rowan Atkinson. Dalla giungla del Borneo immaginato alle produzioni globali: una traiettoria netta, veloce, senza fronzoli.

La nuova Marianna, senza bisogno di paragoni

Alanah Bloor non “sostituisce” nessuno. Non ricalca. Non imita. La sua Marianna nasce già dentro il presente, con una sensibilità contemporanea che attraversa una storia ottocentesca senza stridere. Ed è forse proprio questo il segreto del suo impatto: rendere credibile una figura iconica senza trasformarla in una reliquia.

Nel grande racconto romantico e avventuroso di Sandokan, lei è l’equilibrio perfetto tra fragilità e decisione, sogno e coraggio. La Perla di Labuan oggi ha un volto nuovo. E ha tutta l’aria di non voler restare una meteora.

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