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Helen Mirren, regina e contadina salentina

Helen Mirren, regina e contadina salentina

Trascorrerà l’estate in Puglia, nella sua masseria. Vorrebbe produrre il Mirren juice, un succo di melograno salutare e «le piacerebbe da matti essere diretta da Checco Zalone». Desideri e pensieri in libertà di una grande attrice.


Inglese, di padre russo, residenza nel Nevada e buen retiro a Tiggiano, in provincia di Lecce: il premio Oscar Helen Mirren, una delle più grandi signore del cinema internazionale, è una cittadina del mondo perdutamente innamorata della sua masseria pugliese, dove si rifugia appena può. In attesa di iniziare la promozione dei suoi nuovi tre film, il lungometraggio della Disney The One and Only Ivan, Fast & Furious 9 e The Duke, Mirren è sbarcata in Italia. Non solo per ritirare a Pescara il Premio Flaiano alla carriera, durante una serata in cui ha brillato come solo una stella di Hollywood sa fare, ma anche per riaprire gli scuri della sua bella casa salentina dove trascorrerà le vacanze. Compagno di avventure il marito regista, l’altrettanto premio Oscar Taylor Hackford. Solo a Torre Matine, residenza del Cinquecento, tra alberi di melograno e ulivi, la pluripremiata Mirren si sente davvero una regina. «Ma solo dopo un bicchierino di vodka», se la ride pensando alla sua tenuta da contadina salentina, «perché altrimenti sarebbe difficile con indosso abiti da lavoro, talvolta anche strappati, e gli scarponcini con cui vado a passeggiare tra gli ulivi secolari o a ripulire il mio adorato muretto a secco, che segna il confine della proprietà».

Il famoso muretto a secco oggetto di disputa in tribunale?

I motivi di incomprensione con il vicinato e con le amministrazioni sono gli stessi in tutto il mondo. Io però a quel muretto tengo molto perché, per me, rappresenta qualcosa di perfettamente naturale. Non c’è cemento, non c’è artifizio: solo pietre che stanno su da sole grazie all’abilità dell’uomo. Proprio per via di quel muro ho avuto modo di approfondire la giustizia italiana. Un po’ lentina, ma alla fine tutto si è risolto. Basta rispettare le regole e noi le abbiamo rispettate tutte, non solo per quanto riguarda il muro.

Cos’è accaduto?

Che io e mio marito, quando abbiamo ristrutturato Torre Matine, abbiamo deciso di investire su un progetto ecocompatibile che preservasse il territorio: abbiamo previsto pannelli fotovoltaici, un impianto solare termico per l’acqua calda, pompe di calore geotermiche e cisterne per il recupero dell’acqua piovana. Per quanto riguarda i materiali abbiamo impiegato calci naturali prodotte in Puglia. Abbiamo piantato melograni, ho personalmente dato vita a un orto che mi regala dolcissime angurie. Il rispetto della natura passa necessariamente per il rispetto delle regole, e io, da brava inglese, le rispetto tutte.

A proposito di melograni: c’è sempre l’idea di commercializzare il Mirren Juice, ovvero il succo che beve Helen Mirren?

Sì, è qualcosa che voglio fare quanto prima perché ho 400 piante che ogni anno diventano sempre più grandi e danno sempre più frutti. Al momento produciamo succo per noi e per i nostri amici, a cui lo offriamo puro o sotto forma di cocktail: avete mai provato il Tintoretto? È succo di melograno e prosecco, ma ci sta bene anche la vodka. Ne abbiamo frigoriferi pieni, appena ho un po’ di tempo per mettere in piedi il business mi ci dedico, anche perché questo nettare è un concentrato di antiradicali liberi che combattono l’invecchiamento della pelle e di tutte le cellule del corpo. E io ci tengo a rimanere in forma.

Si vede. Ma non era merito del 5BX, l’allenamento inventato 70 anni fa per i membri dell’Aeronautica reale militare canadese?

In quel caso, si tratta di esercizi di intensità diversa da fare per massimo 12-15 minuti e funziona davvero, ma basta qualsiasi tipo di movimento. Per esempio, durante il lockdown ho fatto yoga e mio marito pilates tutti i giorni. Grazie alla nostra costanza, perché l’importante è fare anche solo 20 minuti di esercizi ma tutti i giorni, e grazie a un’alimentazione più attenta abbiamo perso 10 chili a testa. Certo che per voi in Italia, con i vini che avete, le cucine regionali squisite, il gelato artigianale, è più difficile. Il Premio Flaiano, per esempio, che si tiene nella zona di Pescara, dove si mangia meravigliosamente, rischia di farmi vanificare i risultati del lockdown.

A proposito di lockdown: anche lei lo ha passato davanti al computer e sui social?

Non sono molto tecnologica né social. Non sono mai aggiornata sui gossip, perché i messaggi li leggo dopo tre settimane, quando ormai sono acqua passata. Con Taylor siamo stati nella nostra casa nel Nevada, vicino al lago Tahoe, dove c’è un panorama eccezionale. Abbiamo ripreso lo studio dell’italiano, visto vecchi film, come Le notti di Cabiria di Federico Fellini, e anche Il bidone. E poi quelli del mio preferito: Checco Zalone, che non a caso è pugliese. L’ho scoperto in aereo, nella lista dei film c’era anche il suo. Non riuscivo a smettere di ridere e davo fastidio ai vicini. Mi piacerebbe da matti essere diretta da lui.

Per il momento si può accontentare delle tre pellicole in uscita.

In The One and Only Ivan ho dato la voce a una barboncina, cosa che mi è piaciuta particolarmente perché, dal momento che sono sempre in giro per il mondo, non ho cani, non potrei prendermene cura come meritano. Poi mi vedrete in Fast & Furious 9, che ha un cast divertente con Vin Diesel e Michelle Rodriguez ma anche Charlize Theron e John Cena. Infine, recito anche in The Duke, diretto da Roger Michell che è un grande regista teatrale, televisivo e cinematografico sudafricano.

Quindi questa vacanza italiana sarà poco più di una toccata e fuga?

Cercherò di rimanere più a lungo possibile. Perché l’atmosfera che si respira a Tiggiano, che è un paese piccolino, è rilassante. Quando ci metto piede la prima parola che mi viene in mente è «paesaggio», che non è solo natura circostante ma comprende anche il contesto umano. Le persone qui sono una vera comunità di cui io e mio marito facciamo parte, siamo praticamente paesani onorari. Ci sono legami familiari molto solidi, cosa che non so se accada solo nel Sud Italia o in tutto il Paese. Sicuramente, non succede in America.

Non le mancheranno le passerelle e gli abiti haute couture?

Di quegli abiti d’alta moda, così come dei gioielli, mi piace il design. Sono delle vere opere d’arte. Per il resto sono contenta di indossarli, sentirmene parte, e dopo sei o sette ore, restituirli. Anche perché quando si tratta di gioielli da milioni di dollari sono dolori.

In che senso?

Quando ho vinto l’Oscar per The Queen, per il red carpet mi hanno dato un diamante rosa che valeva a dir poco due milioni di dollari. Me lo sono appuntato sul vestito alla fine della profonda scollatura sulla schiena, così al momento delle foto mi giravo e sentivo i flash scattare all’impazzata. Alla fine della cerimonia, i bodyguard del gioielliere avevano l’ordine di riprenderselo appena avessi messo piede fuori dal teatro. Non sono venuti a casa mia, dove potevo toglierlo con tranquillità, ma lo hanno ripreso all’esterno del Kodak Theatre, praticamente sull’Hollywood Boulevard. Io ero piegata in avanti e loro armeggiavano sulla mia schiena, un po’ ansiosi di riavere la pietra e un po’ timorosi di toccarmi dove non dovevano. Ecco, questa è una cosa che in Italia, per garbo e stile, non sarebbe successo. Questo accade solo in America. n © riproduzione riservata

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