Il quarto giorno della Mostra del Cinema di Venezia accoglie uno degli interpreti più magnetici della sua generazione: Jude Law. L’attore britannico arriva al Lido con Il mago del Cremlino di Olivier Assayas, in concorso all’82ª edizione, un film che affronta con sguardo critico e sfuggente la natura del potere contemporaneo. Non un racconto didascalico sull’ascesa di Vladimir Putin, ma una riflessione sulle cortine fumogene della politica odierna, tra cinismo, manipolazione e propaganda.
Dall’enfant prodige inglese all’attore maturo
Jude Law, classe 1972, si è imposto negli anni Novanta come uno dei volti più luminosi del cinema europeo, capace di unire fascino e profondità. Dopo i primi successi teatrali, il grande schermo lo consacra con Il talento di Mr. Ripley (1999), che gli vale una nomination all’Oscar. Seguono titoli come A.I. Intelligenza Artificiale di Spielberg, Cold Mountain e Closer, che consolidano la sua fama internazionale. Negli ultimi anni ha alternato blockbuster come la saga di Sherlock Holmes e i film Marvel, a prove più sottili e complesse, tra cui The Young Pope di Paolo Sorrentino, che lo ha rivelato anche al pubblico televisivo con un ruolo entrato nell’immaginario pop.
Putin secondo Jude Law
Ne Il mago del Cremlino, Law affronta forse la sfida più controversa della sua carriera: incarnare Vladimir Putin. Per l’attore, la difficoltà maggiore è stata tradurre la maschera impenetrabile del leader russo in un linguaggio cinematografico capace di suggerire emozioni senza mostrarle apertamente. «La cosa più difficile è stato rappresentare il suo volto pubblico da cui non trapela nulla e mostrare comunque emozioni», ha spiegato in conferenza stampa. «Ho dovuto adottare una recitazione interiore».
La visione di Assayas
Il film, tratto dal romanzo di Giuliano da Empoli e scritto insieme a Emmanuel Carrère, ruota attorno alla figura dello spin doctor Vadim Baranov (Paul Dano), alter ego romanzato di Vladislav Surkov, consigliere e stratega di Putin. «Non è un film sull’ascesa di un uomo», ha chiarito Assayas al Lido, «ma una riflessione sulla politica moderna, cinica e tossica, sulle maschere dietro cui si cela il potere». Accanto a Law e Dano, il cast include anche Alicia Vikander, in un intreccio tra verità storica e finzione narrativa.










