Perfetti sconosciuti, la commedia deflagrante di Paolo Genovese: 5 cose da sapere
Passioni inconfessate e segreti inconfessabili esplodono in un film dalla verve smaliziata (tendente all'eccesso)
Alcuni dei migliori attori della commedia italiana contemporanea danno vita a un balletto di rivelazioni, balle improvvisate, segreti svelati, inutile arrampicarsi sugli specchi, nella commedia corale Perfetti sconosciuti , dall'11 febbraio al cinema.
Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Giuseppe Battiston e Anna Foglietta su tutti, ma anche Edoardo Leo, Kasia Smutniak e Alba Rohrwacher, sono alla corte di Paolo Genovese , che con verve smaliziata e garbo orchestra. L'architettura è attenta e discretamente divertente, anche se cade nell'esagerazione e non centra l'equilibrio delizioso di precedenti eccellenti come Una famiglia perfetta e Tutta colpa di Freud .
Ecco 5 cose da sapere su
Perfetti sconosciuti
:
1) Gli smartphone che celano (e rubano) il privato
Paolo Genovese, autore anche di
Immaturi
e sequel, è da un po' che voleva realizzare
un film sulla vita segreta delle persone
, a partire da questa frase di Gabriel García Márquez: "Ognuno di noi ha una vita pubblica, una privata e una segreta". Il cellulare è diventato il fulcro e mezzo della sua storia, scritta insieme a Rolando Ravello, Paolo Costella, Filippo Bologna e Paola Mammini. Lo smartphone, oggetto invadente, asfissiante e oppressivo, sempre con noi, persino in bagno, è la "scatola nera" a cui oggi affidiamo
desideri inconfessati e non detti pruriginosi
. Ed è l'arma deflagrante con cui Genovese manda per aria routine sentimentali o amicali, serene o annoiate.
"
'Sti cosi ci stanno rovinando l'esistenza
", sbotta il personaggio di Battiston. "
Ci hanno rubato il privato
". Mai battuta è stata più vera.
E proprio tramite
'sti cosi
onnipresenti Genovese
smaschera l'ipocrisia di vite imbellettate
, che spesso proprio tramite selfie fatti con smartphone sembrano invece avere un'apparenza felice e perfetta.
2) Un emulo - innovativo - di Carnage
Il modello narrativo di
Perfetti sconosciuti
è un connubio di
Carnage
di Roman Polanski e la recente commedia francese
Cena tra amici
, che già avevano portato a diversi emuli nel nostro cinema (si vedano
Il nome del figlio
di Francesca Archibugi e
Dobbiamo parlare
di Sergio Rubini). In un contesto chiuso, un appartamento, amici cari e coppie consolidate si incontrano e poi si scontrano.
Il vaso di Pandora dei loro segreti viene scoperchiato
. Shock, litigi, colpi di scena si susseguono.
Perfetti sconosciuti
ha però un elemento nuovo, il cellulare come
scrigno tossico delle nostre voglie più profonde
. Si tratta di un'intuizione acuta che magari potrà essere esportata al di là dei confini patri.
Luca (Marco Giallini) ed Eva (Kasia Smutniak), marito e moglie in disarmonia circa l'educazione di loro figlia, invitano a cena i loro amici. Ci sono i novelli sposi, innamorati e vulcanici, Cosimo (Edoardo Leo) e Bianca (Alba Rohrwacher); i coniugi stanchi e distanti Lele (Valerio Mastandrea) e Carlotta (Anna Foglietta); Peppe (Giuseppe Battiston), che doveva essere in compagnia della sua nuova fidanzata rimasta però a casa perché malata.
Eva, con un gusto perverso per la provocazione, ha
l'idea detonante
: ognuno è invitato a mettere sul tavolo il proprio telefonino, ogni sms o whatsApp deve essere letto a voce alta, ogni telefonata messa in viva voce. Lo scopo? Dimostrare che non è vero che i sette amici si conoscono così bene e sono limpidi e trasparenti nei confronti degli altri.
3) Ritmo, coralità ed esagerazioni
Il giochino proposto da Eva si trasforma ben presto in un
gioco al massacro
, un terremoto destinato a destabilizzare ogni rapporto. Nessuno si salva. Nessuno è scevro da dinamiche celate, più o meno colpevoli. È proprio qui, però, che Genovese perde le redini dell'equilibrio, spargendo
manciate troppo generose di situazioni al limite, sms di facile fraintendimento
, telefonate a grappoli.
Il ritmo comico è discreto e concede diverse boccate d'aria. Il feeling tra gli attori è solido, in una coralità sostenuta da una certa eleganza stilistica.
4) Giallini, Battiston e Mastandrea su tutti
Tra i magnifici sette di
Perfetti sconosciuti
è soprattutto l'ala maschile a regalare le battute e le mimiche facciali più esilaranti.
Mastandrea ha in bocca le frasi più divertenti e in viso l'espressività più disarmante
; spetta anche a lui, in difesa del personaggio di Battiston, una riflessione finale scottante sull'
ipocrisia latente
nell'amicizia dei sette.
Giallini, col suo solito recitare felpato,
funanbolo sornione della comicità
, dà forza e simpatia genuine e quasi raffinate.
Battiston, dimagrito rispetto alle ultime apparizioni, conferma la sua arguzia comica, tra timidezza, dire e non dire, sfogo adirato: la sua sfuriata strappa risate.
5) Colonna sonora d'autore
Perfetti sconosciuti è il decimo lungometraggio di Genovese, che continua la sua collaborazione con i grandi cantautori italiani. Questa volta la canzone che porta lo stesso titolo del film è stata scritta e interpretata da Fiorella Mannoia . Per Immaturi (2011) la canzone clou era stata firmata da Alex Britti; in Tutta colpa di Freud (2014) la colonna sonora era di Daniele Silvestri, mentre in Sei mai stata sulla luna? (2015) la canzone era stata scritta da Francesco De Gregori.