Parte da Parigi il gelato italiano che conquista il mondo
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Parte da Parigi il gelato italiano che conquista il mondo

La storia di Amorino, catena creata in Francia da Cristiano Sereni e sbarcata in 14 Paesi: «Siamo i più grandi».

Stupisce sempre quanto la fantasia possa farsi beffe delle regole, avendo anche ragione. Prendiamo il caso di Amorino, network internazionale di gelaterie di altissima qualità. Come tanti altri imprenditori , Cristiano Sereni (foto) da Reggio Emilia, oggi 46enne, si è fatto largo in un settore così maturo che più maturo non si può. Partito semplicemente dicendo a se stesso: “Ma è possibile che in una città come Parigi non si riesca a trovare un gelato di qualità?” è arrivato in 14 anni a fatturare 57 milioni di euro (nel 2016 si viaggia verso i 68) con un gruppo che comprende 150 gelaterie di alta gamma in 14 Paesi, di cui 16 gestiti in proprietà diretta. Il resto è un franchising di successo.

“Ormai siamo presenti in Francia, Spagna, Gran Bretagna, Lussemburgo Germania e Usa e siamo arrivati a Dubai, in Arabia Saudita, Corea, Repubblica Ceca e Belgio” racconta Sereni “Posso affermare senza timore di smentita che siamo la prima catena di gelaterie al mondo”. E pensare che tutto nasce per la voglia di un buon gelato.

“Mi ero trasferito da qualche anno a Parigi, al seguito dell’allora fidanzata, oggi moglie e ideatrice del logo e del concept di Amorino, che studiava moda nella capitale francese. Avevo appena terminato gli studi di economia a Bologna e desideravo partire con una mia attività. Il gelato? No, non ancora. Ho prima esportato in Francia dall’Italia il business dei distributori automatici di videocassette cinematografiche, creando dal nulla un franchising di 3.500 punti vendita” racconta il fondatore. Poi quando sono arrivate l nuove tecnologie e il business cominciava a cambiare, sono uscito con l’aiuto di un fondo dall’attività ricavandone la liquidità necessaria per lanciare Amorino”.

La prima gelateria parigina nasce  nel 2002 all’Ile Saint Denis, accanto a quello che era considerato in Francia un’istituzione del gelato: Bertillon. “Noi abbiamo puntato su prodotti di altissima qualità, materie prime selezionate e su un prodotto interamente artigianale perché non utilizziamo alcuna base pre-preparata, mentre i sorbetti sono tutti interamente vegani. Ed è stato subito un successo. Il primo anno abbiamo aperto ben 7 gelaterie nelle località più prestigiose della città e non ci siamo più fermati”.

L’idea di partenza infatti, messa a punto con l’amico di una vita e oggi socio al 40 per cento, Paolo Benassi, è sempre stata quella di puntare su una catena di grandi dimensioni aperta anche al franchising. “Il primo investimento è stato massiccio, 2 milioni, perché abbiamo puntato subito sulle location e a creare un brand forte per estendere la rete” continua Sereni “adesso abbiamo un potere di acquisto tale che i fornitori ci garantiscono anche ottimi prezzi”.

Il gelato viene tutto prodotto e costantemente monitorato nel laboratorio-stabilimento di Orly, dove lavorano circa 70 persone. “Abbiamo addirittura un allevamento biologico con 55mila galline che fanno uova soltanto per noi” ride soddisfatto Sereni. Ma la più grande soddisfazione è stato arrivare con Amorino anche in Italia. E da imprenditore affermato. “Anche qui abbiamo scelto location prestigiose, ma l’Italia è un mercato difficile. In ogni caso, abbiamo deciso che in Italia, Francia e Gran Bretagna, con Londra in pole position, continueremo a svilupparci con negozi di proprietà”. Le tappe più recenti? “Messico e Tokyo e poi appunto ancora Italia, Londra e Parigi” ma con un’accorgimento. “Tutti i nostri responsabili di progetto nei vari Paesi sono i miei fratelli, amici di infanzia, di studi, compagni di gioventù che ho ritrovato e coinvolto. Così ci si diverte. Si creano legami forti. E ci si può fidare”.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

Scrivimi a: antbersani@alice.it

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