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Se un terno secco restituisce agli Scrovegni tutta la loro meraviglia

Non solo gioco del lotto per Lottomatica che ha restaurato la Cappella investendo in Csr. Vantaggioso? Ecco perchè...

Lo fanno per interesse? Forse sì: ma lo fanno bene. E allora lasciamole fare! La “responsabilità sociale dell’impresa” è quella tendenza di un numero crescente di imprese – in tutto il mondo e anche in Italia – ad investire soldi e attività per il benessere sociale, economico e ambientale dei territori in cui incide la loro attività.

E alcune aziende se ne fanno un punto d’orgoglio. Come Lottomatica, che proprio grazie alla sua strategia di “Csr”, in inglese “corporate social responsibility”, ha reso possibile nel 2000 a Padova, attraverso gli oltre 1,8 milioni di euro ottenuti con la raccolta del Gioco del Lotto, lo straordinario restauro che ha restituito la Cappella degli Scrovegni, affrescata da Giotto, al suo splendore mozzafiato, per la gioia dei numerosissimi (la visita va prenotata on-line) turisti.

La Cappella ha preso un terno, dunque? In un certo senso sì, perché certamente oggi Lottomatica gestisce tanti altri giochi, ma vede ancora nell’antichissima scommessa numerica un suo caposaldo ed anche un po’ un simbolo, l’icona di un modo responsabile – appunto – di accostarsi al gioco legale, senza paura di quelle controindicazioni (la ludopatia è sempre in agguato) che indubbiamente contaminano altre forme di scommessa autorizzata.

Anche per questo, nel contesto di “Panorama d’Italia”, Lottomatica sarà tra i relatori di una tavola rotonda sulla “Responsabilità sociale dell’impresa”, dal titolo suggestivo: “La solidarietà è un gioco bellissimo”...

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Già, perché in fondo il Lotto è veramente un gioco diverso. Intanto, affonda le sue radici nella storia – se ne trovano riferimenti sin dal 1528, anche se non a Napoli, bensì a Firenze. E poi perché la sua natura s’intreccia con lo spirito di un popolo fantasioso e sentimentale, e – naturalmente – ottimista.

Lello Arena ne parlerà a Padova l’8 giugno nell’incontro organizzato da Panorama: con il grande, e compianto, Massimo Troisi e con Massimo Decaro costituì per anni l’irresistibile terzetto comico “La smorfia” e spiegherà le ragioni per le quali i tre amici decisero di chiamarsi “La smorfia”, col nome cioè del prezioso libretto che svela il significato dei numeri per facilitare l’interpretazione dei sogni.

Fu “un riferimento, tipicamente napoletano, a un certo modo di risolvere i propri guai: giocando al Lotto, e sperando in un terno secco… la “smorfia”, infatti, non è altro che l’interpretazione dei sogni e dei vari fatti quotidiani, da tradurre appunto in numeri da giocare a lotto”.

Ad approfondire la funzione culturale e sociologica del gioco, nonché i rischi e gli impatti sociali che da esso possono derivare, ci sarà invece Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, con cui si farà luce sulle profonde differenze tra quella che sempre più sembra essere una “ludopatia mediatica” e quelli che invece sono gli aspetti realmente delicati e complessi per individuare, prevenire e curare i problemi legati al gioco, ma in un’ottica di rigore scientifico e non demagogico.  

Ma è interessante approfondire l’implicazione sociale ed economica che può derivare dall’attezione speciale che alcune aziende prestano alla Responsabilità sociale. In termini reputazionali – e lo spiegheranno all’incontro di Padova gli esperti di Reputation Institute – fare azioni socialmente utili giova più di molta pubblicità a un brand.

Lottomatica, da sempre tra le imprese italiane che s’impegnano di più nel settore, l’ha sperimentato nel corso dei suoi ultimi anni. E non a caso l’investimento medio delle imprese che spendono per il sociale – che sono ormai un 60% del totale – non è calato negli anni della crisi, anzi nel 2011 ha raggiunto il “tetto” a quota 210 mila euro.

In questo senso la solidarietà d’impresa è bella da farsi, a volte davvero come un bel gioco, ed è utile: a chi la riceve, ma anche a chi la fa.

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Sergio Luciano