Silvia Morara
Panorama d’Italia 2015

Start-up in Campania: le storie

Una tavola rotonda con giovani che hanno creato la loro start-up investendo su se stessi e in grado di essere "out of the box" - FOTO e VIDEO

Gli americani dicono che nel campo dell’innovazione tecnologica bisogna essere "out of the box", pensare "fuori dagli schemi". E i napoletani, "fuori dagli schemi ci sono nati", ha sottolineato Barbara Carfagna, giornalista del Tg1, aprendo il convegno "Fare startup in Campania si può", protagonisti alcuni giovani campani che ce l’hanno fatta.

Tutti trentenni i campioni della start up al tavolo: tra loro Teresa Maria Carusone e Maria Grazia Esposito, le due vincitrici del Best program Invitalia 2014/2015 che, ha spiegato Fernando Napolitano presidente di borsa di studio Best, "consente a chi ha un’idea efficace la straordinaria esperienza di formarsi in Silicon Valley".


La videointervista a Fernando Napolitano

I numeri sono davvero importanti: 63 italiani coinvolti, 37 aziende e 35 milioni di dollari investiti dagli Usa. Carusone e Esposito sono tornate dopo un mese di Silicon Valley: la prima, che sta frequentando la laurea specialistica in biotecnologia, ha puntato sugli enzimi provenienti da microorganismi con la startup Detoxizamidea che punta sulla decontaminazione ambientale e sulla sua utilizzazione nel lavaggio di frutta e verdura. Ora sta per commercializzare il prodotto.

È una biologa trentenne anche Esposito, che dopo un’esperienza al Cnr ha inventato Celisens, dispositivo portatile dedicato ai celiaci, per l’analisi del glutine negli alimenti.

Fabrizio Perrone è invece amministratore delegato di Buzzoole start up che grazie alla tecnologia aiuta le aziende a valutare l’influenza del passaparola online (follower, condivisioni…) e quindi a pianificare campagne per generare il passaparola attraverso l’individuazione dei più grandi influencer del web. Ha già 70 clienti, molti dei quali di primo livello (Red Bull, Ferrero, Toyota Mediaset) ed è stata selezionata come migliore start up europea: "Ogni mese il nostro fatturato cresce del 30 per cento" ha raccontato Perrone. "E nei prossimi sei mesi decidiamo se aprire in Uk o negli Stati Uniti".

Roberto Esposito è invece molto insediato sul territorio campano con la sua DeRev, specializzata in crowdfunding nelle tematiche sociali: "La più grande campagna l’abbiamo realizzata proprio a Napoli, una raccolta simbolica (abbiamo chiesto 1 euro a 100mila persone) per la ricostruzione della città della Scienza). Continuerà a sviluppare il "Civic crowdfounding" con le amministrazioni pubbliche: "Il comune o altri enti pubblici  lanceranno una consultazione con i cittadini chiedendo loro se preferiscono finanziare piste ciclabili o, ad esempio, il wifi. I fondi pubblici non bastano: allora sono i cittadini a pagare, ma anche a scegliere dove puntare i loro soldi".

Tra le 10 startup milionarie del 2014 spicca quella di Paola Marzario, a.d. di Brandon Ferrari, che punta a internazionalizzare on line le aziende italiane, per vendere i loro prodotti nel mercato dell’e-commerce: "La grande carenza italica sta nella mancanza di cultura digitale", osserva.

La videointervista a Paola Marzario

Ma qualcosa si muove: Giuseppe Ravasi, responsabile sviluppo ecosistema Ibm Italia che si occupa dei programmi per le startup, ha spiegato che la sua azienda ha dato il via a "Progetto impresa digitale" dedicato proprio alla digitalizzazione delle aziende.

La videointervista a Giuseppe Ravasi

A risolvere la lacuna della digitalizzazione, sul fronte pubblico, ci sta pensando Andrea Miccio, dirigente di Invitalia, che ha parlato di "Smart and start", iniziativa lanciata un anno fa per favorire e finanziare start up innovative: "La Campania è una regione fertile, abbiamo finanziato 200 startup.

La videointervista ad Andrea Miccio

La prima edizione era limitata al Mezzogiorno ora l’abbiamo estesa a tutta Italia e la regione con più progetti è proprio la Campania. Napolitano però è dell’idea che "bisogna smettere di chiedere solo allo Stato, occorre avere la forza di andare sul mercato. Ci sono più capitali a disposizione delle idee. Possiamo partire da Napoli per fare una rivoluzione interessante". La pensa così anche Ravasi di Ibm: "Noi ogni anno realizziamo una gara tra le startup che mira a dare loro visibilità sul mercato. Finora non ce n’è stata nessuna campana, ma mi piacerebbe vederne tante quest’anno nella finale del 9 giugno".

Università Telematica Pegaso, Palazzo Zapata, Salone degli Specchi – Dibattito "Fare start up in Campania si può" . Modera l’incontro Barbara Carfagna (giornalista Tg1) Ospiti:Fernando Napolitano (presidente e ceo IB&II), Giuseppe Ravasi (Ecosystem Development and Innovation center manager Ibm) Case History: Maria Grazia Esposito e Teresa Maria Carusone (Vincitrici Best Program 2014-2015), Roberto Esposito (DeReV), Paola Marzario (Brandon Ferrari), Fabrizio Perrone (Buzzoole)

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