L'inguaribile ottimismo di Brunello Cucinelli
Silvia Morara

L'inguaribile ottimismo di Brunello Cucinelli

L'imprenditore umbro si racconta a Spoleto per Panorama d'Italia tra passato, fiducia nel futuro e un credo: fare profitto con etica - FOTO e VIDEO

"Stiamo vivendo un’epoca d’oro, una rinascita: sia per internet che ha aperto nuove prospettive, che sul piano del rispetto del creato. Ma anche dal punto di vista economico: l’euro ha un posizionamento giusto per favorire l’esportazione, il petrolio ha un prezzo sano, anche la Bce ha messo a disposizione risorse". Brunello Cucinelli, fautore dell’umanesimo applicato al capitalismo, lancia da Spoleto un messaggio incoraggiante.

Intervistato per Panorama d’Italia dal direttore Giorgio Mulè, direttore di Panorama, rievoca i sogni da bambino, quelli vissuti nella società contadina umbra, la stessa da cui è partito: "Vedevo negli occhi di mio nonno la serenità dell’anima – spiega- forse oggi non sono cambiato perché non ho mai voltato le spalle alla povertà". 

Il primo prestito: 500 euro

Giorgio Mulè gli chiede di condividere con il pubblico di Panorama d'Italia la sua incredibile storia e l'avvio dell'impresa. "Quando nel ’78 ha avuto l’idea di colorare il cashmere" gli domanda "e chiese un prestito di 500 euro, chi ha avuto fiducia in lei?". Cucinelli sorride: "Tutti. San Francesco aveva l’arte di farsi voler bene ed io dicevo: non ho soldi ma potresti aiutarmi? Portavo alle artigiane piccole cose che davano valore ai rapporti umani. Io sono frutto dell’Umbria e pieno di debiti verso l’Umanità".

Ancora Mulè: "Quand’è che il mondo si è accorto di lei?". "Per la verità già il primo anno mi sentivo Alessandro Magno" risponde Cucinelli. "Mi interessava soprattutto creare un’impresa ispirandomi al babbo, un uomo che non parlava mai ma quando lo faceva era per raccomandarsi di comportarsi sempre bene. Ancora oggi, mi guarda e dice: ricordati che i debiti corrono anche di domenica".

Il denaro, i consumi, la dignità

Mulè insiste sull’importanza dell’azienda che Cucinelli ha creato: "Quasi un miliardo di capitalizzazione in borsa... guarda mai il conto corrente?". "La verità è che i soldi mi hanno dato la possibilità di arrivare a quel che volevo" risponde l'imprenditore che confida di sapersi accontentare: "Sono certo che stiamo tornando ad utilizzare le cose, non a consumarle, come raccomanda Epicuro: noi italiani siamo stati i primi a capirlo".

Si può fare profitto con etica

Il capitalismo "contemporaneo"

Ma al centro di tutto mette la dignità dei lavoratori. "L’etica è la medicina del capitalismo?", gli chiede Mulè: “Il capitalismo è sempre esistito ma dobbiamo renderlo contemporaneo. Per essere credibile devi essere vero. Si può fare profitto con etica, dignità e morale non recando danni all’Umanità... Sono certo che raccogli quello che semini, come dice Socrate. Papa Francesco, quando è andato a comprare gli occhiali ha detto: vorrei pagare il giusto".

Il rispetto del lavoro e della vita ma con rigore

Mulè snocciola numeri: il gruppo Cucinelli ha 3500 collaboratori, 1500 dipendenti, tantissimi giovani che vorrebbero lavorarci. Non si timbra, c’è una  pausa pranzo lunga. "Ci spiega meglio?" domanda.

"Il pranzo – risponde Cucinelli - è qualcosa di serio nella nostra cultura. Se ti faccio lavorare troppo ti rubo l’anima. Da noi alle 17:30 si va a casa: San Benedetto raccomandava di curare l’anima. Oggi lavoriamo troppo, c’è bisogno di tempo da dedicare alla famiglia. In ogni caso, mi chiamano “il tedesco”, quindi qualcosa di insano c’è: il rigore. Non abbiamo un direttore al personale, ci sono tre ragazzi e se c’è qualche problema parli con loro. Vige il senso della responsabilità. Se ti comporti in modo diverso vieni ripreso dai tuoi colleghi".

Se ti faccio lavorare troppo ti rubo l'anima

In questa direzione, il Jobs Act non gli dispiace: "per un imprenditore mi sembra una buona legge di taglio europeo", dice Cucinelli che, nel 2013, ha fondato anche una scuola di arti e mestieri: "Avevamo una scuola di musica e danza – spiega - ma c’era bisogno di dare dignità anche a certi lavori artigianali. Ora mi fa piacere sapere che siamo la più grande nazione europea in cui i giovani fanno gli agricoltori. Dobbiamo ridare dignità anche economica a questi mestieri.

L'amore per Spoleto

Cucinelli si dice affezionato a Spoleto, città "bella davvero". "Noi umbri" aggiunge "siamo persone per bene, abbiamo un tasso di tolleranza e rispetto per gli altri, spiritualità, fierezza. Al lavoro siamo sani idealisti".

Ed è da questi ideali che nasce anche il progetto per la bellezza della valle che sorge sotto Solomeo, con la costruzione di tre parchi realizzati con risorse della Fondazione Federica e Brunello Cucinelli che ha acquistato e demolito alcuni capannoni industriali degli anni ’70 per renderla più vivibile. "Anche qui, a Spoleto, dove molto del centro storico è stato restaurato, forse c’è ancora da fare", dice Cucinelli. Mulè prende la palla al balzo: "C’è un appello dell’amministrazione comunale che chiede sostegno ai privati: servono 5 mila euro per restaurare la scalinata di Piazza Pianciani. Ci sta?". Cucinelli non si tira indietro: "Sì, certo – risponde -. Ma ognuno di noi è chiamato a contribuire. Dobbiamo tutti occuparci con rispetto delle istituzioni, recuperare un po’ d’amore per lo Stato".

L'incontro con Brunello Cucinelli

Silvia Morara

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Antonella Manni