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Le 4 direttrici di sviluppo per il digitale secondo IBM

A Trieste per Panorama d'Italia l'incontro tra l'azienda e le imprese sull'impatto delle nuove tecnologie sul business del futuro

“Ai concerti degli anni Novanta andavamo con l’accendino, nei momenti clou tendevamo verso il cielo mille fiammelle per seguire la musica. Oggi lo facciamo con gli smartphone!”: ci sono annotazioni di costume che rimarcano meglio di mille discorsi l’evolvere dei tempi, e Luca Altieri – che in Ibm Italia è responsabile del marketing, della comunicazione e della citizenship – ne indovina una molto efficace: “È un aspetto superficiale ma chiaro di come la tecnologia abbia cambiato le nostre vite. E ancora le sta cambiando, sta cambiando tutto”.

All’Antico Caffè San Marco di Trieste, Altieri e Gianni Margutti, che in Ibm si occupa di Global business service, si confrontano con un pubblico selezionato di imprenditori e manager, sull’impatto che le nuove tecnologie digitali hanno sulla vita delle aziende e sulla competizione di mercato.

Convegno IBM: “Tecnologia accessibile a qualunque azienda”

L’intelligenza artificiale, che saggiamente in Ibm chiamano “intelligenza aumentata” (“perché solo l’uomo è dotato di intelligenza vera e propria”, sottolinea Altieri) ma anche – elenca Margutti – le tecnologie mobili, la robotica dei processi gestionali e la blockchain, quella tecnologia che certifica le transazioni, celebre perché rende possibile il fenomeno bitcoin, ma in realtà molto più utile per altre dinamiche economiche e gestionali che a differenza della criptovaluta non sono controverse e pericolose.

“La digital disruption”, continua Altieri introducendo la serata, “sta cambiando l’economia del mondo. Oggi la più grande compagnia di taxi si chiama Uber e non possiede una sola auto; la più grande catena alberghiera, che tutti i big del settore temono, si chiama Airbnb e non possiede una sola camera d’albergo; il più grande supermercato del mondo si chiama Alibaba e non ha neanche un magazzino; e Facebook, la più grande media-company mondiale, non produce contenuti”.

Dieci anni fa c’era Blockbuster, colorava le nostre città con le sue insegne azzurro intenso. Le proposero di acquistare a poco prezzo Netflix, rifiutò. Oggi Netflix è un colosso che macina utili, Blockbuster è fallita. La Ford sta lavorando per trasformarsi da produttore di auto a fornitore di servizi di mobilità. “E noi stessi”, sottolinea ancora Altieri, “siamo passati dal produrre bilance, l’attività con cui Ibm nacque, a realizzare sistemi di intelligenza aumentata”.

Come agganciare tanto, acceleratissimo, ritmo di trasformazione? Comprendendo, innanzitutto, quale “benzina” lo muove: i dati. “I dati sono il nuovo petrolio”, dice il manager Ibm: “E alimentano i sistemi cognitivi con cui le aziende evolvono. Analizzano la realtà in cui agiscono e comprendono fenomeni prima indecifrabili. Gli ambiti di applicazione dei sistemi cognitivi sono ovunque e in tutti i settori di business”.

IBM, Altieri: “Fondamentale la leva dell’innovazione tecnologica”

Lo spiega approfonditamente Margutti, un professionista-centauro che da una parte analizza le esigenze delle aziende clienti per capire come risolverle usando il cognitive computing e tutte le altre tecnologie digitali più avanzate, dall’altra sa gestire queste tecnologie: “C’è tanto da fare perché l’innovazione ci ha tutti spiazzati: oggi si calcola che solo il 27% di chi fa business abbia già una strategia digitale coerente”.

Ma cosa intende il mercato per digital? “Una serie di tecnologie nuove”, sintetizza Margutti: “L’Internet delle cose, Iot; il cloud computing, che fa trovare in Rete i software che occorrono per lavorare; le tecnologie social, la cyber-sicurezza, le soluzioni mobili, i sisteni cognitivi e gli analytics”. Secondo Margutti, l’importante è che gli investimenti digitali siano ispirati da chiari obiettivi di business: “Anche perché così rendono subito: a patto di lavorare fianco a fianco, noi e i nostri clienti, per calare nelle loro realtà la grande potenza delle nostre soluzioni”.

Ed è qui che Margutti spiega le quattro grandi direttrici di sviluppo per il digitale applicato al business che considera indispensabili da comprendere e applicare: appunto l’intelligenza aumentata, le tecnologie mobili, la robotica dei processi gestionali e la blockchain. “Pensiamo solo alle applicazioni di intelligenza aumentata ai call-center: oggi sono in grado di interagire con i clienti in linguaggio naturale grazie a sistemi che imparano; con le tecnologie mobili si dematerializzano i processi, si può lavorare in modalità agile. Con la robotica applicati ai processi gestionali – e non solo a quelli manifatturieri – si possono automatizzare e perfezionare tutte le funzioni ripetitive, per esempio negli uffici amministrativi”.

Margutti: “Ecco i 4 elementi della trasformazione digitale”

E poi il blockchain: “Lo definisco l’internet delle transazioni: è un sistema che genera un registro elettronico inviolabile e condiviso tra più attori di uno stesso processo. Chiunque partecipi al processo, lascia traccia del suo passaggio.  E’ una tecnologia importante. Una delle prime applicazioni che Ibm ne ha fatto è la certificazione dei diamanti. Per essere sicuri che le pietre provengano solo dalle miniere che non sfruttano il personale, con la blockchain si possono applicare delle etichette digitali a ogni singolo diamante e seguirlo nel suo percorso”. Una formula preziosa ad esempio nell’alimentare – dove la qualità dei prodotti è un’esigenza igienico sanitaria vitale - e comunque sempre che occorra garantire l’identità di un bene.

"Si stanno abbreviando i tempi dell’adozione delle tecnologie”, conclude Margutti: “Oggi possiamo configurarle e applicarle molto rapidamente. Appena si focalizza l’idea la si mette in opera e la si fa evolvere per approssimazioni successivi: ma intanto si produce!”.

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L'incontro IBM-Panorama nell'antico caffé San Marco di Trieste - 6 settembre 2017

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Sergio Luciano