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Yara e il test del Dna: come funziona negli Usa

Parla Vincenzo Maria Mastronardi, criminologo dell'Università La Sapienza di Roma: "In America il Dna è già oggi la prova regina dei processi". Tutti gli articoli su Yara

Criminologo e psichiatra, Vincenzo Maria Mastronardi ci spiega come il test del Dna abbia cambiato il corso della storia delle indagini investigative. E come non ci sia alcun dubbio sulle indagini riguardanti l'omicidio di Yara.

"È un caso che non riserva più alcun dubbio: la compatibilità del Dna è del 99, 999087. Già trent'anni fa, con le Formule di Hummel si diceva che la partenità era quasi accertata con il 99, 8% e certa invece con il 99.9%. Quindi, il caso è chiuso."

Ma il fatto che il campione di Dna sia stata presa durante un alcol test casuale e senza quindi l'espressa autorizzazione dell'indagato può essere un problema? Gli inquirenti dovranno usare un altro campione?
Secondo me, alla fine, no. Ci sono tanti casi in cui il campione è stato prelevato in modo casuale, diciamo così. Un esempio. Una denuncia di omicidio a 12 anni di distanza, gli inquirenti seguono il sospettato e prelevano una sigaretta che questi lascia cadere per terra. Da lì si costruisce l'accusa. Ricorda il caso di Donato Bilancia, il serial killer ligure? Dopo una segnalazione, gli investigatori confrontarono la sua foto con quella dell'identikit fornita da un testimone oculare, ma arrivarono alla certezza della sua colpevolezza solo quando esaminarono il campione di Dna che avevano trovato sulla tazzina di caffè che Bilancia aveva bevuto al bar 

In America come funzionano le inchieste sul Dna?
Da tempo questa è la prova più utilizzata. Una volta ci voleva una grossa goccia di sangue per risalire al Dna di un possibile assassino. Ora, bastano dieci cellule. Questi sono i progressi della scienza. Si ricorda il delitto dell'Olgiata ? Gli investigatori sono riusciti ad individuare il responsabile dell'omicidio anni e anni dopo, solo quando la nuova tecnologia ha permesso di analizzare un campione molto, molto piccolo. Prima di allora era stato impossibile risalire alla traccia del Dna, quella di Manuel Winston il cameriere della contessa Alberica Filo della Torre.

Negli States esiste una banca dati del Dna. L'ha creata l'Fbi e riguarda tutti coloro che hanno avuto precedenti penali. In Italia, purtroppo non esiste ancora. La chiediamo da anni, ma non è stata ancora fatta. Anche se fosse stata fatta, comunque, non lo avremmo preso prima perchè era incensurato. Ma, in qualsiasi altro caso per il futuro, la banca dati sarebbe indispensabile". 

Negli Usa, la prova del Dna ha scagionato molti innocenti
Sì, ci sono decine di condannati a morte che si sono salvati dal patibolo grazie all'introduzione della prova del Dna. Il numero si aggira attorno ai 250. 

Negli Stati Uniti, il test del Dna viene usato nelle indagini criminali fin dal 1985. La Corte Suprema ha poi specificato che non sia diritto del condannato averlo, ma cche, invece, possa essere una concessione degli inquirenti. I test, poi costano molto cari. Meno che in passato, ma sono ancora molto costosi soprattutto per detenuti che hanno poche risorse economiche. E che quindi,seppur innocenti, rimarranno in carcere.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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