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Come far tornare la "voglia di studiare"

In questa fase di pagelle ed esami universitari i consigli dell'esperto per tornare (davvero) a studiare

Con la chiusura del 1° quadrimestre e la consegna delle schede di valutazione agli studenti (le famose "pagelle"), si è registrato un incremento del 300% delle ricerche su Google relative alla “voglia di studiare”. Ad esempio, sul celebre motore di ricerca nelle ultime settimane sono state molto gettonate le ricerche su parole chiave come “trovare la voglia di studiare”, “come farsi venire la voglia di studiare” e “dove trovare la voglia di studiare”.

E la prova che gli studenti sono pigri e svogliati, e cercano soluzioni on-line per risolvere i loro problemi di apprendimento? Massimo De Donno, uno dei più noti esperti di apprendimento strategico in Italia, creatore del metodo di studio personalizzato “Genio in 21 giorni” ci spiega: “I ragazzi che si impegnano molto nello studio lo fanno per ‘senso del dovere’ verso la scuola o i genitori o anche perché ci tengono ad avere risultati, ma a volte non li ottengono e sono quindi costretti loro malgrado a convivere con stress e senso di impotenza. Questi elementi ansiogeni tendono ad aumentare del tutto naturalmente dopo la consegna delle prime schede di valutazione: è in quel momento che lo studente deve fare i conti con la realtà, e porsi l’obiettivo concreto di recuperare nei successivi 4 mesi le eventuali valutazioni negative. Questo, se possibile, aggiunge stress a stress: è come un ‘countdown’ che si attiva, e per i più responsabili questa situazione può far emergere un senso di potenziale inadeguatezza che non fa che peggiorare le cose, pregiudicando le performance scolastica”

Inoltre, la “pigrizia” secondo De Donno non è una caratteristica genetica: “Abbiamo voglia di fare le cose che ci vengono bene e ci appassionano, quindi – per un ragazzo – calcetto si e studio no; a meno di non farlo innamorare dello studio, e qui entrano in gioco le più moderne tecniche di apprendimento: se riusciamo a far ottenere dei risultati concreti allo studente, in tempi ragionevoli, si appassionerà anche allo studio. Il metodo ‘leggi e ripeti’, applicato ancora oggi in molte aule, non risponde certamente a questa esigenza”, conclude l’esperto.

Ecco tre consigli utili per ogni studente che si trovi in questa situazione:

Consiglio 1: niente panico

Il corpo umano non è strutturato per sostenere alti livelli di stress per un tempo prolungato: da parte delle ghiandole surrenali aumenta, in condizioni di stress psicofisico, la produzione di cortisolo, l’ormone dello stess, che a sua volta riduce le capacità di concentrazione e genera stanchezza generalizzata. Non farsi quindi disturbare dall’ansia, anche perché c’è sempre tempo per recuperare: togliere attenzione dal “senso del dovere” (“i miei genitori si arrabbiano se vado male a scuola”) e porlo sul perché voglio ottenere quel risultato, su cosa porterà di positivo nella mia vita riuscire a superare questa sfida; questo aiuterà ad abbassare il livello di ansia;

Consiglio 2: organizzazione

Occorre definire il ciclio di studio ideale per ognuno, uscendo dalla logica del “vado avanti finché non ho finito” o “finché non sono stanco” o “finché ne ho voglia”. Ci sono tre tipologie di cicli per tre tipologie di studenti:
- per chi non è abituato a studiare, non è un tipo da scrivania e patisce i libri, il ciclo perfetto per te è 25 + 5 + 5. 25 minuti di studio, 5 minuti di pausa e 5 minuti di ripasso di ciò che ho studiato nei 25 minuti precedenti. Fare una pausa uscendo dalla stanza, prendendo aria, bevendo acqua, non sedendoti o sdraiandoti, e non usando il telefono, ti permetterà di ricominciare con più energia.
- per chi regge almeno un’ora concentrato sui libri, ma non è abituato ad andare avanti ad oltranza, il ciclo perfetto è 45 + 10 +5. 45 minuti di studio, 10 minuti di pausa e 5 minuti di ripasso di ciò che ho studiato nei 45 minuti precedenti. Anche se riusciresti a rimanere concentrato almeno un’ora, limitare il tuo ciclo a 45 minuti ti permette di fare più cicli con la stessa qualità.
- per chi è abituato a stare ore e ore sui libri, la soluzione migliore è 90 + 10 + 5 + 50 + 10 + 5 + 40 + 10 + 10, ovvero 90 minuti di studio, 10 minuti di pausa, 5 minuti di ripasso di ciò che ho studiato nei 90 minuti precedenti, 50 minuti di studio, 10 minuti di pausa, 5 minuti di ripasso di ciò che ho studiato nei 90 minuti precedenti, 40 minuti di studio, 10 minuti di pausa e 10 minuti di ripasso di ciò che ho studiato nelle tre ore e mezza precedenti; se seguirai questo schema, ti renderai conto che sarai molto più concentrato rispetto al solito, che ricorderai meglio e più a lungo e che ti sentirai meno stanco.

Consiglio 3: Fai un test

Il punto precedente da percezione di quanta differenza ci possa essere tra uno studente e l’altro. Ognuno percepisce la realtà attraverso i cinque sensi, per poi filtrarla attraverso il proprio peculiare stile cognitivo: comprendere qual è il nostro stile cognitivo è indispensabile per elaborare strategie di studio ad hoc. Ad esempio: sei una persona analitica ha una passione per i dettagli, che quando studia si sofferma sulle piccole cose e conosce tutti i nomi e le date, o hai un approccio di tipo “globale”, che quando parla con qualcuno fa prima una descrizione della situazione in generale, per poi, se richiesto, andare solo dopo nel dettaglio?

“Esistono diversi test per individuare lo stile di apprendimento ideale – conferma De Donno – ma l’importante è comprendere che non può esistere un unico e univoco approccio allo studio, per la stessa ragione per la quale non è pensabile che un farmaco risponda nella stessa maniera su una pluralità di pazienti diversi: ognuno di noi è un unicum, meritevole di risposte personalizzate – conclude l’esperto - così da costruire un set di strumenti che, se ben utilizzati, possono farci reinnamorare dello studio”.

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