Joseph Mifsud
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Vi racconto chi è Joseph Mifsud

Parla a Panorama l'ultima persona ad aver incontrato il professore maltese, protagonista del Russiagate italiano

Joe ha un bell’appartamento ai Parioli, l’ho visto là l’ultima volta. Era marzo 2018». Così una fonte - che per parlare ha richiesto l’anonimato - rivela a Panorama nuovi particolari che aggiungono mistero sull’uomo finito al centro del caso «Russiagate» per un incontro avuto con uno dei consiglieri della campagna elettorale di Donald Trump in vista delle presidenziali 2016, George Papadopoulos. Joseph Mifsud lo avrebbe avvisato che i russi erano in possesso di email «scottanti» di Hillary Clinton, che avrebbero potuto comprometterne la campagna elettorale. Secondo quanto riferito da Papadopoulos in un’intervista a La Verità, quell’incontro si è tenuto alla Link Campus University di Roma, dove sarebbe stato il rettore Vincenzo Scotti a presentargli Mifsud. L’intrigo internazionale tocca dunque anche l’Italia e lo stesso premier Giuseppe Conte. Reo, quest’ultimo, di aver fatto incontrare il capo dei servizi segreti italiani Gennaro Vecchione con il segretario alla Giustizia di Trump, William Barr, e con il procuratore federale John Durham, che sta conducendo una contro-inchiesta per chiarire chi abbia confezionato le accuse contro Trump. Un fatto irrituale e compromettente, visto che dirigenti dell’intelligence e politici di un Paese straniero non si dovrebbero mai incontrare. Barr e Durham, invece, hanno visto Vecchione ad agosto e settembre 2019, per capire cosa sa la nostra intelligence su Mifsud. In particolare, gli americani cercavano un nastro che i servizi segreti hanno dichiarato di non avere, ma che è spuntato fuori giorni fa, quando l’avvocato di Mifsud, Stephan Roh, lo ha consegnato all’agenzia Adnkronos, aggiungendo che era già in possesso degli americani. Dagli stralci si evince come il professore sia stato costretto a sparire. Prima nelle Marche, poi chissà. Di certo, dall’ottobre 2017 - dopo che l’Fbi chiese conto a Mifsud della circostanza delle email - l’uomo dei misteri è sparito. Eppure, per tutto il 2018 (come dimostrato anche dai movimenti della carta di credito scoperti da La Verità) si muoveva tranquillamente tra il Centro Italia e la capitale.

Lei quando ha conosciuto per la prima volta Joseph Mifsud?

Nel 2014 a San Pietroburgo, in un’occasione privata.

Mentre l’ultima volta che lo ha visto?

A marzo del 2018.

Dove?

A Roma, ovviamente.

Come ovviamente? Le cronache dicono che è scomparso nell’ottobre 2017. E dove lo avrebbe incontrato?

Mah, che sia scomparso nel 2017 l’ho letto sui giornali. Io l’ho rivisto l’ultima volta ai Parioli, vicino a Piazza Euclide, dove Joe aveva un bell’appartamento. All’epoca di certo non si nascondeva.

In che contesto vi siete incontrati?

Una cena a casa sua, durante la quale si è lamentato tutta la sera del fatto che qualcuno gli stava col fiato sul collo e che a breve avrebbe avuto delle grane molto serie. Ho còlto tutta la sua preoccupazione. Ma non sembrava sul punto di scomparire.

Che tipo di rapporto avevate?

D’amicizia, piuttosto intima.

Perché non vi siete più visti dopo?

La vita, e poi il caso che è scoppiato, che di certo lo ha alienato da molte altre amicizie, non solo dalla mia.

Lo descriverebbe come una persona seria o un millantatore?

Per la mia personale esperienza, devo dire che è una persona seria. Ho avuto spesso la controprova che molte delle cose che dichiarava fossero vere. Certo, non posso dire che sia tutto vero ciò che mi ha confessato, anche perché in generale non si fidava molto delle persone e aveva sviluppato un modo di rispondere, per così dire, diplomatico. Spesso le sue risposte a domande ficcanti erano prive di contenuti o direttamente delle balle.

Sembra una contraddizione…

Diciamo meglio così: è una persona molto cortese, e con me si è sempre comportato in modo cavalleresco. Ma, anche per il ruolo che ricopriva, c’era un lato di lui calcolatore e, in definitiva, finto. Si schermava subito se gli si facevano domande alle quali non intendeva rispondere, e si trovava spessissimo in situazioni in cui a quel punto preferiva inventare una valanga di bugie. Forse, è stato questo suo atteggiamento a provocare il caso internazionale. La mia opinione è che sia stato incastrato proprio perché si comportava così, era cioè una pedina sacrificabile. Magari aveva saputo delle cose e si vantava di poterle gestire.

Era una persona ricca o in cerca di soldi?

Entrambe. Aveva uno stile di vita elevato, e non disdegnava le occasioni per fare soldi. Si mostrava più ricco di quel che era ma questo, penso, fosse dovuto alla sua posizione. Si faceva rimborsare sempre tutto, vedi il caso dell’Università di Agrigento, cui deve ancora dei soldi. Non so se lecitamente o meno, ma gli piaceva molto usare le carte di credito. Del resto, le sue passioni erano le donne, il buon cibo, i vestiti eleganti e costosi. Era un vanitoso e un appassionato di calcio.

Aveva vizi? Gioco, droga o altro?

No, niente di tutto ciò. Perlomeno, mai in mia presenza.

Quali persone e quali luoghi frequentava?

Per lo più esponenti del mondo accademico, ma anche politici e faccendieri. Gente in giacca e cravatta. Per quanto mi riguarda, ha insegnato alla Link Campus di Roma e anche presso la London Academy of Diplomacy. A Londra ha vissuto a lungo, anche se negli ultimi anni aveva diminuito a causa di impegni che lui chiamava «di rappresentanza». E poi era una presenza fissa al Valdai Discussion Club.

Ovvero?

È una sorta di corrispettivo russo del vertice internazionale di Davos. Frequentava Mosca e molti russi, questo è certo. E, è ovvio, anche Malta.

Era bene inserito a Malta?

Sicuramente, anche se poi - ma questo lo dico solo per sentito dire - so che ha avuto qualche problema che gli ha fatto perdere certi privilegi. Di certo gli piaceva vantarsi di conoscere tante persone importanti, ma io non l’ho mai visto al fianco di   personaggi rilevanti. Ogni tanto raccontava di aver conosciuto tizio e caio, condendo il tutto sempre con qualche gossip a riguardo. Chi andava a letto con chi, cosa piaceva a questo e quello. Insomma, più che altro aneddoti piccanti.

Che rapporto aveva con George Papadopoulos, il suo grande accusatore?

Direi normale, come quello che si ha tra due professionisti o tra gente che è insieme per affari, quindi con quella finta confidenzialità che prevedevano il loro ruolo e quel tipo di contesti.

Si frequentavano spesso?

Per quanto ne sappia io, si sono visti soltanto due volte.

Ha mai espresso opinioni politiche, magari su Hillary Clinton, Barack Obama, Donald Trump o Vladimir Putin?

Rispettava molto Putin, su Clinton e Obama mai una parola. Però aveva ottime conoscenze tra i politici, del resto era una materia che amava e conosceva profondamente. Almeno, dal mio punto di osservazione era così.

Lei ha mai avuto sentore che intorno a lui si muovessero uomini dei servizi segreti? Ne avete mai parlato?

Assolutamente no.

Dove ritiene che possa essere oggi?

Premesso che non ne sono a conoscenza, potrebbe essere ancora a Roma. O in Svizzera. Il suo avvocato e amico di Zurigo è una persona molto facoltosa, si sarà rivolto a lui per avere una mano quando è scoppiato il caos nella sua vita. Non credo abbia avuto problemi a sparire, quando l’aria si è fatta pesante. Lui peraltro ha una figlia, che oggi si dovrebbe trovare in Gran Bretagna, anche se non penso che gli inglesi lo avrebbero accolto a braccia aperte, se avesse deciso di rifugiarsi lì. Di certo, non credo che lo abbiano nascosto i servizi segreti, questo mi parrebbe molto strano. 

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Luciano Tirinnanzi