Impariamo dalle vacanze della Merkel
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Impariamo dalle vacanze della Merkel

Sobrietà, tranquillità, gentilezza e cortesia. La Cancelliera gira per Ischia come una turista qualunque e merita un plauso

Le vacanze ischiane del cancelliere tedesco, Angela Merkel, dovrebbero farci riflette. Sono un esempio per tutti: sobria parentesi di una decina di giorni, come ogni anno da quindici anni nello stesso albergo del Borgo di Sant’Angelo, con corredo di terme e camminate in scarpe da trekking fra i boschi del Monte Epomeo. Lei e il marito, Joachim Sauer.

Personalmente, le cronache del ponte di Pasqua del più potente capo di governo europeo, forse la donna più influente del mondo, mi provocano una certa invidia, un certo disagio, la tentazione di un ravvedimento.

Sono cronache di una parentesi di riposo senza sfarzo, feste o grandi cerimonie, senza lo sfoggio di mega-scorte e muri innalzati tra il potente e la gente. Senza l’ostentazione, palese nelle vacanze di certi governanti nostrani, di una sobrietà che nel caso della Merkel non è affettata, e appare invece del tutto naturale. Spontanea, semplice, anche l’idea di un paio d’incontri con persone del luogo alle quali la coppia è affezionata.

Il primo è Cristoforo Iacono, 61 anni, lo storico maître dell’Hotel Miramare, in pensione dopo 48 anni di servizio. I coniugi Merkel-Sauer si sono dispiaciuti di non ritrovarlo in albergo. E sono andati a bussare alla porta di casa sua nel centro storico di Serrana Fontana, per il piacere di mantenere un’abitudine, scambiare con lui qualche buon ricordo e la nostalgia – leggiamo - delle sue “pittoresche e garbate presentazioni del menu”, di quel rito serale che scandiva la gradevole ripetizione della vacanza in Italia, la gioia di stare in un luogo amato insieme alle persone che lo “abitano”. I signori Merkel e Sauer si sono seduti nel soggiorno della casa popolare di Iacono e di sua moglie, Carmela Morgera. Sorrisi, abbracci, chiacchiere.

Altro incontro, con Alessandro Mattera, della storica pensione “America”. A Pasquetta, poi, Joachim Sauer è uscito senza scorta per andare in piazzetta a ordinare al “Pescatore” due semplici pizze margherita da asporto, con mozzarella di bufala e la rucola. Ricordo le foto della Merkel catturata dall’obiettivo di un casuale cliente al supermercato dietro casa a Berlino, mentre parla col banchista macellaio. Senza scorta, e senza agitazione o clamore tra coloro che stanno in fila con lei.
Adesso facciamo mentalmente il paragone con tanti personaggi di casa nostra, soprattutto quelli infinitamente meno importanti della Merkel (ma anche i “potenti”). Facciamo il paragone con noi stessi, con la nostra percezione del potere, con la considerazione che ciascuno ha di se stesso.

Ecco, vorrei applaudire Angela Merkel. Vorrei potermi sentire, per un giorno, tedesco.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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