L'uomo che ha scavalcato ogni orizzonte
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L'uomo che ha scavalcato ogni orizzonte

Gli 80 anni di Silvio Berlusconi non devono essere considerati un punto di arrivo per un uomo che è sempre stato un "lucido visionario del fare"

Il più grande torto che si può fare a Silvio Berlusconi è credere che i suoi ottant'anni siano un punto di arrivo. Ma noi non cadremo in questo errore: sarebbe come appollaiarsi su un'ipotetica boa per guardare quante miglia sono state attraversate, per esprimere un giudizio sulla navigazione e soprattutto per chiedersi se il timoniere avrà ancora la forza e la voglia di riprendere la rotta.

Alla fine, pensandoci bene, è solo un problema di orizzonte. Perché, per dirla con Konrad Adenauer, è certamente vero che viviamo tutti sotto il medesimo cielo, ma è altrettanto sicuro che non tutti abbiamo lo stesso orizzonte. Ecco: per le intuizioni, le imprese, i successi e persino per gli errori fatti, Silvio Berlusconi ha dimostrato di andare oltre qualsiasi orizzonte.

Nelle aziende e in politica ha saputo immaginare opere dove gli altri vedevano solo oscurità o scorgevano a stento il baluginio del giorno. Laddove quasi tutti bollavano un progetto come "impossibile", lui ha dimostrato l'esatto contrario. Dopo averlo avversato fino a odiarlo, perché è bene chiamare le cose con il loro nome, oggi che compie ottant'anni i suoi detrattori, sfiniti da una campagna di assedio e di aggressione portata avanti per oltre vent'anni, hanno fretta di salire su quella boa per consegnarlo al giudizio di una storia fallace. Illusi.

Nell'intervista che racconta meglio di chiunque altro questa fase della traversata, Fedele Confalonieri riassume in un apparente ossimoro l'essenza stessa del Cavaliere: "Il Silvio è un visionario del fare. Immagina città, immagina televisione, immagina politica e li fabbrica con le parole così bene che poi li vedi anche tu". Visione e concretezza, lungimiranza e pragmatismo.

Questo è stato il credo dell'imprenditore e dello statista che in quelle parole pronunciate una sera di gennaio del 1994 - "L'Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti..." - consegnava agli italiani non uno slogan ma una preghiera laica che lo avrebbe accompagnato pochi mesi dopo alla testa del suo primo governo. Un uomo così non si rottama, né si può relegare a comparsa.

La lucida visione del fare non invecchia, non si mette da parte. Vale per la politica italiana e per quella internazionale, nella capacità cioè di interpretare i fenomeni interni e saper leggere con intuito la fenomenologia di leader stranieri. Per questo, oggi più che mai, la figura di Berlusconi rimane attuale e centralissima nell'evolvere della politica italiana. Lo è soprattutto per il futuro (proprio così, futuro) del centrodestra, ancora alla ricerca di una resilienza che senza alienare la propria identità sappia diventare nuovamente guida del Paese. Questo traguardo, ora che Silvio Berlusconi compie per la seconda volta 40 anni, si può raggiungere.

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Giorgio Mulè