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ANSA/ GIUSEPPE LAMI
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Un paese senza verità

Questo governo è riuscito ad applicare il primo requisito di Karl Kraus dei "Detti e contraddetti": "scavalcare la verità, saltarla con un passo solo"

Nella vita c'è sempre spazio per i ripensamenti, a volte sono pure sinonimo di maturità o rinsavimento. In politica, poi, non ne parliamo. Spesso però alle categorie nobili dell'animo subentrano, politicamente parlando, fattori molto volgari come cinismo o opportunismo. L'azione di un governo dovrebbe stare in mezzo, evitare cioè da una parte le azioni muscolari e dall'altra quegli eccessi di mediazione che quasi sempre rischiano di trasformarsi in una anticamera dell'immobilismo.

Sicuramente non si governa con il libriccino dei Detti e contraddetti, cioè con il sistematico capovolgimento di ogni decisione nel breve volgere di alcune ore o di pochi giorni. Perché questo è sinonimo di mancanza di credibilità e segnala che si segue una rotta senza bussola molto spesso basata unicamente sugli umori del momento. Di seguito mi limito ai primi dieci Detti e contraddetti che mi vengono in mente.

Oggi si sbarca in Libia, domani no.
Oggi si decide di votare in due giorni, domani no.
Oggi si dà il bonus per il figlio, domani no.
Oggi si invia un viceministro a Bruxelles perché è indispensabile e fondamentale nei rapporti con l'Unione europea, domani gli si impone di rientrare in Italia.
Oggi si sostiene che il referendum costituzionale è un voto con il quale si deciderà anche la sopravvivenza del premier, domani no.
Oggi si dice che la Costituzione riscritta dal ministro Boschi è bellissima, domani lei stessa riconosce che non è vero.
Oggi si illudono i pensionati che avranno il bonus di 80 euro, domani sparisce.
Oggi è imprescindibile "dopo il governo Letta, passare dal consenso popolare per essere credibile", domani lo si licenzia e si prende il suo posto senza passare dalle urne.
Oggi si annunciano tagli all'Irpef, domani si innesta la retromarcia.
Oggi si "deve" cambiare la normativa sulle intercettazioni telefoniche ininfluenti, domani si proclama che "non è necessario mettere mano alla riforma ".

Messa giù in tale maniera viene da pensare che questo governo sia davvero riuscito nell'impresa di applicare il primo requisito di Karl Kraus e dei suoi Detti e contraddetti, cioè di "scavalcare la verità, saltarla con un passo solo". E siccome bisogna avere coscienza dei propri limiti, spero solo di aver applicato su me stesso la logica krausiana: "Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo un giornalista".

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Giorgio Mulè