Tu Padrone, Io Schiava. Quando la trasgressione "scoppia"
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Tu Padrone, Io Schiava. Quando la trasgressione "scoppia"

Dopo 7 anni una donna denuncia il marito con il quale ha un contratto di "sottomissione"

Lui il Padrone, lei la Schiava. Così avevano deciso per contratto nel 2004. Con tanto di data e firma di entrambi. La coppia residente a Padova aveva messo nero su bianco i ruoli della coppia: lei doveva esaudire tutti i desideri del Padrone in cambio del mantenimento, della cura del corpo e della mente. Insomma del benessere psico-fisico. Se la Schiava “violava” le norme del contratto erano previste anche punizioni che avrebbe dovuto accettare con umiltà.

Secondo il contratto il Padrone poteva su di lei, sua schiava, tutto ma proprio tutto ad eccezione di asfissia, zoofilia, coprofilia, marchiatura a fuoco e giochetti pericolosi che potevano procurare danni fisici permanenti. E sempre il Padrone si procurava gli attrezzi per esercitare il suo dominio mentre la Schiava aveva solo il compito di mantenerli puliti.

L’unica facoltà, invece, concessa alla Schiava da contratto era quella di utilizzare una parola in codice o di battere tre colpi con la mano per avvertire il suo Padrone che c’era qualcosa che non andava. Ed evidentemente i colpi negli ultimi mesi si erano fatti molto più frequenti perché dopo quasi sette anni di idillio, la Schiava lo ha denunciato per maltrattamenti e stalking.

I due, infatti, nel 2006 sono convolati a nozze, anche queste previste nel contratto, e hanno avuto un bambino (contrattualizzato) che probabilmente ha “scombinato” i loro piani. Così la Schiava è tornata donna e ha smesso di chiamare il padre di suo figlio Padrone, Signore o Master.

Roberto Piccinelli, sociologo del piacere e autore della Guida al Piacere e al divertimento. Che cosa può spingere una donna a stipulare e sottoscrivere un contratto di schiavitù?

"Tre sono gli aspetti che potrebbero indurre una donna a firmare ma soprattutto a rispettare un contratto di schiavitù: i soldi, l’amore morboso, la trasgressione. La mancanza di denaro per il proprio sostentamento oppure una condizione economica agiata che poteva derivare dalla stipula del contratto potrebbe aver agevolato la donna a firmarlo e rispettarlo. La seconda chiave di lettura potrebbe essere l’amore morboso ovvero quel sentimento così forte che sfocia in un controllo totale o sottomissione completa della persona “adorata”, esempio ”ti amo così tanto che ti faccio fare di me quello che vuoi”. Il terzo aspetto è la trasgressione: tutto ciò che esce dalla normalità. Nella donna può essere scattata la voglia di fuggire dalla morale comune e per farlo ha deciso un atto di sottomissione che per lei si è trasformata in una accettazione della schiavitù. Un atteggiamento di “ultima trasgressione”, trasgressione estrema.

In un rapporto come questo dove sono così ben definiti i ruoli di coppia, che importanza può avere un contratto cartaceo?

"Il contratto scritto effettivamente “stona” molto in questa storia dove i due si erano assegnati perfettamente le due sfere d’azione ovvero che cosa dovevano fare o non fare nel rapporto che rendeva superfluo un qualsiasi tipo di scrittura. Probabilmente, il contratto cartaceo rappresenta una forma ulteriore di trasgressione. In una società dove si sono persi i tutti i “valori” e vi è una decadenza rapida del rapporto amoroso e delle regole non scritte che lo regolamentano, i due hanno deciso di essere ancor più trasgressivi. In sostanza, loro hanno voluto essere più trasgressivi dei trasgressivi nel loro rapporto trasgressivo. Ovvero di “disciplinare su carta” la loro trasgressione rendendola ancor più estrema. Ancor più trasgressione".

Dopo così tanti anni “Tu Padrone, Io Schiava”, che cosa può aver “rotto” la loro intesa?

"La nascita del figlio può aver generato la rottura del contratto. Il figlio è carne della loro stessa carne ma non ha firmato un contratto. Quindi non è chiamato ad un amore “disciplinato” ma ad un amore incondizionato diverso da quello esistente tra il padre e la madre. Il figlio necessita di un amore vero e questo può aver fatto saltare l’intesa tra i due. Non solo. La ribellione della Schiava è avvenuta dopo qualche anno dalla nascita del figlio probabilmente perché il bambino può aver cominciato a porre domande, anche banali, alla madre come ad esempio “perché voi genitori non litigate come le altre coppie?“Perché voi genitori non parlare come le altre mamme o papà?"Perché chiami Signore o Padrone o Master, il papà?"

Un uomo che vuole trasformarsi in Padrone con un contratto è affetto da una sindrome di onnipotenza o è semplicemente un insicuro?

"Fino agli anni Settanta era solo l’uomo che poteva aggiungere le tacche della conquista sulla cintura dei pantaloni, adesso il rapporto sessuale è cambiato la donna si è emancipata e si rapporta al sesso nello stesso modo dell’uomo. Questo genera insicurezza nel maschio che può ricercare il suo “sesso forte” in una forma contrattuale che lo eleva a Padrone assoluto. Insomma, nel contratto una rivalsa della mascolinità persa".    

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Nadia Francalacci