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EPA/CLEMENS BILAN
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Tre sorrisi

Le storie di Davide, Marcello e Francesco ci insegnano che non bisogna mai rassegnarsi. Il riscatto è possibile e va inseguito

Avete visto il sorriso di Davide Morana? Quello di Francesco Iennaco? E quello di Marcello Fonte? Tre storie, tre sorrisi, tre esempi. Nella settimana di nozze grilloleghiste a Roma e di nozze realborghesi a Londra, sono quei tre sorrisi a prendere il cor.

Marcello l'altra sera a Cannes si è ricordato della pioggia sul tetto di lamiera nella sua casa calabra. "Per tutta la mia infanzia quelle gocce mi sembravano applausi e oggi che sento veri applausi mi commuovo". Non si è rassegnato al suo destino di meridionale ultimo, non ha aspettato il reddito di cittadinanza, si è rimboccato le maniche per inseguire la passione di recitare. Prima l'ha fatto con i detenuti nel teatro dove lavoricchiava, poi con gli uomini liberi.

Adesso, a 40 anni, è stata premiato come miglior attore dalla giuria del festival francese nel film Dogman di Matteo Garrone. In alto i calici.

Francesco è invece un ventottenne napoletano chea Milano fa il rider. Tradotto: consegna pasti a domicilio. Non so altrove, ma qui li incontri dovunque. Studenti, immigrati, disoccupati, operai che arrotondano. Corrono, citofonano, tornano indietro, riprendono un altro pasto da consegnaree così per ore. Sono i figli del mondo del lavoro creato da internet, i web operai che i sindacati vorrebbero regolarizzare col posto a tempo indeterminato, non accettando l'idea che nel nuovo mondo del lavoro le tutele vanno certo garantite ma probabilmente con parametri diversi.

E non si tratta di considerarli lavoratori di serie B. Faticano e vanno rispettati per questo. L'altro giorno con le mie figlie guardavamo un ragazzo di colore scendere e salire dalla sua bici. Era contrariato e osservava la ruota dietro. Aveva bucato. Abbiamo capito la sua difficoltà. Se il tempo è denaro, per un rider lo è ancora di più visto che viene pagato a consegna. "Ha bisogno di aiuto". Gli siamo andati incontro e gli abbiamo dato una mano per risolvere il suo problema. "Non ti scoraggiare, riparti, buon lavoro".

Francesco dunque è uno di loro, anche se in verità di solito organizza le corse degli altri. Ma la settimana scorsa ha preso la moto per una consegna. Sfrecciava. È caduto per una buca, il tram che veniva in senso inverso non ha potuto frenare. Ha perso una gamba. Guardatelo sorridere dal letto di ospedale. È stato campione italiano di nuoto di salvataggio (non sapevo neanche esistesse), è un ragazzo che voleva tirare gli altri fuori dai guai e quel suo cuore grande lo fa sorridere anche adesso che nei guai c'è lui.

Si era tatuato un disco di vinile sulla gamba tranciata e un drago sulla spalla. Ha scritto al fratellino per rassicurarlo: "Il disco è perduto, ma il drago è ancora con noi". Del tramviere sotto choc dice che non ha colpa. "La verità è che corriamo e che siamo tutti un po' stanchi". Quasi che debba essere ancora una volta lui, senza una gamba, a dare forza agli altri che di gambe ne hanno due. Un premio anche per lui, no?

Poi c'è Davide. Bello, sportivo, solare. Lo si vede sorridere in una foto in costume da bagno su una spiaggia della Sicilia dove è nato. Nella foto accanto lo si vede bello, sportivo, solare in un letto di ospedale senza le braccia e senza le gambe. La meningite ha costretto i medici ad amputarli gli arti. E lui sorride. Ha avviato una raccolta fondi perché vorrebbe comprarsi le protesi di ultima generazione, quelle che consentono di afferrare gli oggettie di camminare.

Dice che ha ancora tante cose da fare nella vita e non vuole trovarsi impreparato all'appuntamento. Aggiunge di sentirsi miracolato perché non è morto e quando sente che la gente vuole aiutarlo si sente più fortunato di altri. Evidentemente si può essere giganti anche a 24 anni.

Davide con Marcello e Francesco, ci dicono quella cosa semplice semplice, per quanto possa suonare banalmente retorica: mai rassegnarsi, il riscatto è possibile e va inseguito. Ci dicono che il carattere forte è un amico prezioso, che l'ottimismo è il nemico peggiore del pessimismo.

Le protesi che Davide vuol comprare, non servono solo a lui ma anche a noi. Ogni suo passo sarà un passo in avanti per tutti. Soprattutto per tutti quei nostri figli che oggi si scoraggiano trovandosi con l'acqua alla gola nel guado, tra le sponde di due epoche così diverse. Guardiamoli sorridere quei tre e lasciamoci contagiare.

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Raffaele Leone