
Fiori al Borough Market di Londra – 4 giugno 2017


Una cittadina inglese con un mazzo di fiori a London Bridge parla con una poliziotta che presidia la zona – 4 giugno 2017

Poliziotti a lavoro sul London Bridge – 4 giugno 2017

Poliziotti a lavoro sul London Bridge – 4 giugno 2017

Un ispettore di polizia con la cartina di London Bridge e Borough Market a Londra – 4 giugno 2017


Un poliziotto a lavoro sul London Bridge – 4 giugno 2017

Alcune persone sulla scena dell’attentato a Londra vicino London bridge – 4 giugno 2017

La polizia vicina a uno dei sospetti terroristi a terra a Borought Market a Londra – 4 giugno 2017

Alcune persone rifugiate a Southwark Bridge dopo l’attacco terroristico del 4 giugno 2017 a Londra

4 giugno 2017. Una donna sulla scena dell’attentato a Londra, vicino al London Bridge.




La polizia inglese sul luogo dell’attentato al London Bridge – 3 giugno 2017

Polizia inglese sul London Bridge, luogo dell’incidente del 3 giugno 2017

Poliziotti inglesi vicino al London Bridge – 3 giugno 2017

Il luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

Il luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

Agenti di polizia sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

Soccorsi alle vittime sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

Soccorsi alle vittime sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

Soccorsi alle vittime sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

Il camion dell’attentato di Berlino – 19 dicembre 2016

Il tir che si è schiantato nel mercatino di Natale di Berlino – 19 dicembre 2016

Il camion del killer di Nizza trivellato di colpi dalla polizia – 15 luglio 2016

Una donna commossa su Promenade des Anglais, Nizza – 15 luglio 2016

Due poliziotti camminano lungo la Promenade des Anglais a Nizz, luogo dell’attentato del 14 luglio

La Promenade des Anglais a Nizza, dopo l’attentato del 14 luglio

Il camion dell’attentato sulla Promenade des Anglais a Nizza – 14 luglio 2016
Il magazine Rumiyah, dedicato alle nuove tattiche, l’Isis ritorna ad incoraggiare i jihadisti solitari a compiere attentati nel mondo occidentale. In ogni numero del giornale, in lingua inglese, vi sono descritti nuovi attacchi sulla scia di quelli che hanno già colpito e fatto vittime. L’ultimo colpo al cuore dell’Europa, infatti, è stato inferto a Londra (3 giugno 2017), per la seconda volta e a pochi giorni dall’esplosone avvenuta dopo il concerto di Ariana Grande a Manchester (22 maggio 2017).
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Dal numero di dicembre si leggono chiari riferimenti: “I veicoli sono come i coltelli. Molto facili da acquistare, sono tra i più letali metodi di attacco, i più efficaci per sterminare un grande numero di infedeli”. Queste sono le prime parole riportate nelle istruzioni per l’impiego dei tir come “arma mortale” contenute nel numero di novembre del magazine dell’Isis Rumiyah.
Poche persone, si legge ancora sulla rivista, “comprendono la mortale capacità dei veicoli a motore di fare un gran numero di vittime se usati nella maniera giusta, come dimostrato a Nizza dall’attacco lanciato dal fratello Mohamed Lahouaiej Bouhel che ha ucciso 86 crociati ferendone altri 434“.
I veicoli, prosegue il magazine il cui nome sta per Roma (simbolo della capitale della cristianità da conquistare) “non fanno sorgere sospetti perché diffusi in tutto il mondo. Per questo sono uno dei metodi più efficaci di attacco e danno la possibilità di provocare terrore per chiunque sia in grado di guidare“.
E le istruzioni su come utilizzare i camion non si fermano qui. Entrano nel dettaglio e suggeriscono di colpire gli assembramenti di persone in mercati all’aperto, proprio come è avvenuto a Berlino tra le bancherelle del mercatino di Natale il 19 dicembre. Di non dimenticare di attaccare le strade affollate, le celebrazioni, i festival, le parate, i raduni politici. In generale, spiega, qualunque manifestazione all’aperto che attragga persone.
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Terminologia cruenta e dettagliate tattiche di terrore proseguono la descrizione sulla rivista: “O mujahedin esultate perchè non fermeremo la nostra jihad se non tra gli ulivi di Roma” con mezzi “ragionevolmente veloci, pesanti” e “tenendo a mente la loro controllabilità” in modo da “assicurare la distruzione di qualunque cosa investa” impedendo al maggior numero possibile di persone di trarsi in salvo.
(scritto il 21 dicembre 2016 e aggiornato il 5 giugno 2017)