Il teologo contro Elton John: "Tutti sono liberi di esprimersi"
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Il teologo contro Elton John: "Tutti sono liberi di esprimersi"

Monsignor Cozzoli, insegnante alla Lateranense, critica il cantante e dice "no" alla censura. Ma ammonisce Dolce e Gabbana: "Non esistono bimbi sintetici"

"Dolce e Gabbana sono liberi di esprimersi sulla famiglia e sui figli, nessuno ha diritto di censurarli, come hanno preteso di fare Elton John e altri": è quanto dichiara monsignor Mauro Cozzoli, Ordinario di Teologia morale all’Università Lateranense, l’ateneo di Papa Francesco. Il monsignore difende la libertà di opinione di Domenico Dolce ma ne critica le posizioni, in particolare la definizione di "bambini sintetici" per i figli nati in provetta: "Un figlio non è chimico, un figlio non è sintetico. Il figlio è e rimane sempre un individuo umano, una persona, anche se ottenuta con tecniche eticamente discutibili", osserva il teologo.

"Da una parte c’è l’autoriconoscimento di ciò che queste due persone sono: la dichiarazione del proprio orientamento omosessuale", osserva Cozzoli rileggendo l’intervista di Panorama a Dolce e Gabbana. "Al tempo stesso c’è il riconoscimento che non tutto si può avere dalla vita. Per cui per avere quello che la vita non ti dà, non bisogna forzare la vita, forzare il libro della natura. Oggi l’uomo, con le sue tecniche, spesso cerca di forzare l’ordine della natura, la verità della vita per soddisfare un desiderio. Desideri a volte anche legittimi, come può essere il desiderio di un figlio. Ma un figlio non si può avere a ogni costo. Ci sono certi costi che non si possono pretendere, perché un figlio non è una cosa. La generazione e la nascita di un bambino ubbidiscono a una grammatica e a una semantica (a un codice di principi e significati), che è doveroso riconoscere e rispettare".

Tuttavia il docente dell’Università Lateranense prende le distanze da Dolce: "Noi possiamo essere critici verso un modo non vero, non naturale, non integralmente umano di avere un figlio, possiamo essere critici, anzi lo dobbiamo essere nei confronti di certe tecniche che mirano al risultato e non al valore, al rispetto della diversità umana. Però dobbiamo anche dire che un figlio non è chimico, un figlio non è sintetico. Il figlio rimane sempre un individuo umano, una persona che, anche se ottenuta con tecniche inaccettabili ha dignità e valore in quanto tale: è un individuo che ha diritto al riconoscimento e al rispetto dovuto a ogni soggetto dal volto umano".

Quanto alle critiche e ai durissimi attacchi rivolti da diversi esponenti della comunità omosessuale a Domenico Dolce, il teologo osserva: "Oggi c’è un pensare e un costume diffuso che va sotto l’acronimo LGBT o anche sotto il nome di “gender”, che difende l'indifferenziazione sessuale e rivendica diritti non in modo logico, razionale, umano, ma in modo fortemente ideologico, censurando – come sempre in questi casi – chi osa pensarla diversamente. Il modo di esprimersi di Elton John e di altre persone come lui è un modo estremamente censorio. Deve esserci invece la libertà di opinione e di pensiero in tutto, anche nel dissentire e criticare le modalità con cui gli omosessuali decidono di avere un figlio, di adottarlo, il modo in cui rivendicano un diritto al matrimonio e alla famiglia. Figlio, adozione, famiglia, rispondono a una loro grammatica che appartiene al libro della vita, al libro della natura. Per cui chi in nome di questo libro avanza delle critiche non deve essere censurato, emarginato da un potere ideologico che diventa sempre più invasivo e pervasivo".

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Ignazio Ingrao

Giornalista e vaticanista di Panorama, sono stato caporedattore dell’agenzia stampa Sir e diretto il bimestrale Coscienza. Sono conduttore e autore della trasmissione A Sua Immagine su RaiUno

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