Ustica: adesso i nomi dei colpevoli
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Ustica: adesso i nomi dei colpevoli

La sentenza della Cassazione potrebbe agevolare le indagini per scoprire i responsabili e di chi ha depistato le indagini - Le foto - Il muro di gomma -

Il "depistaggio" delle indagini sul disastro aereo di Ustica è stato accertato: quella notte del 27 giugno di 33 anni fa il DC 9 Itavia è stato abbattuto da un missile sparato da aereo ignoto ma soprattutto le indagini seguenti la strage sono state depistate.

Lo ha stabilito e cristallizzato anche la Corte di Cassazione dopo il ricorso dei familiari dell’ex patron della compagnia aerea Itavia, Aldo Davanzali, che vogliono sia riconosciuto il danno subito dalla compagnia e dallo stesso Davanzali.

Ma nonostante il parere autorevole della Cassazione, i misteri che avvolgono la strage di Ustica sono ancora moltissimi. Alla certezza che quella notte nei cieli italiani “un” aereo da guerra ha sparato “un” missile che ha ucciso 81 persone, adesso c'è quella che qualcuno ha fatto di tutto perché questa verità si inabissasse proprio come il Dc9. Ma chi è stato? Ad oggi manca la sicurezza sulla nazionalità dell’aereo ma soprattutto i nomi dei vertici militari e politici italiani e stranieri che hanno dato l’ok al lancio del missile e che successivamente hanno cercato di “coprire” l’accaduto.  

Panorama.it ha intervistato l’avvocato Mario Scaloni, legale della famiglia Davanzali, proprietaria dell’ex Itavia e il giornalista del Corriere della Sera, Andrea Purgatori che ha contribuito con i suoi articoli a fare chiarezza su cosa avvenne quella notte.  

Si parla da anni che quella notte sia stato un aereo francese ad abbattere il Dc9. I francesi, però, molto nazionalisti non hanno mai svelato nessun segreto militare. Che cosa fa pensare che l’Eliseo possa farlo adesso dopo la sentenza della Cassazione?
Avv Scaloni: “Niente ci fa pensare che possa accadere. Certo è che adesso c’è una sentenza ‘cardine’ quella della Cassazione che può aiutare a far sgretolare  quel muro di silenzio, tenuto alto per decenni dai paesi amici. E per Paesi amici intendo Francia, Inghilterra, Usa e vorrei inserirci anche la Libia”.  
Purgatori: “Nulla se non c’è una iniziativa del governo, l’Eliseo non risponderà mai ad un magistrato. Solo se ci sarà una forte pressione politica forse si potrà riuscire ad avere qualche risposta”

Prima di “bussare” ai francesi sarebbe interessante fare chiarezza tra i vertici militari e politici italiani. I vertici del ministero dei Trasporti e della Difesa  dell’epoca sono nomi noti  così come i responsabili dello spazio aereo italiano. Che cosa rende così difficile la loro individuazione e perché è così importante la sentenza della Cassazione.
Avv Scaloni: “I nomi sono noti ma non è nota la catena di collegamento, ovvero, chi ha nascosto a chi. Chi sapeva davvero? Se quella notte è stato “lanciato” un allarme vuol dire che nessuno sapeva di uno stato di “pericolo”. Certo è che qualcuno ha saputo così come è sicuro che qualcuno ha avvertito Gheddafi di rientrare. I sto facendo riferimento al capo dei servizi segreti a qualche vertice dell’esercito e non solo. E’ vero che i vertici militari nel procedimento penale sono stati assolti per non aver commesso il reato di alto tradimento ma qualcuno sa e tace ancora.  
Purgatori:“Io adesso sono fiducioso. Le ultime due sentenze quella civile di gennaio e quella della Cassazione, sono sentenze importantissime dal punto di vista economico. Dobbiamo considerare che per il risarcimento ai familiari dei defunti e alla famiglia Davanzali, lo Stato dovrà pagare centinaia di milioni di euro. Io penso che lo Stato non si accontenterà di pagare e basta, in silenzio, e probabilmente adesso chiamerà lui stesso in causa chi era ai vertici dei Servizi, del ministero dei trasporti e della Difesa e i militari che sanno ma che hanno sempre taciuto”

La compagnia Itavia ha chiuso i battenti, pochi mesi dopo la strage, perché la manutenzione a bordo degli aerei della flotta era considerata scarsa per non dire inesistente. I depistaggi possono aver contribuito alla chiusura della compagnia?
Avv Scaloni:"Gli aerei dell’Itavia erano in migliori in circolazioni. Davanzali mi diceva che Lufthansa si rivolgeva ai tecnici della compagnia Itavia. Amato già molti anni fa in una audizione della Commissione Antimafia parlò di cannibalizzazione della compagnia aerea e di fandonie su quanto era accaduto. L’hanno voluta far chiudere..”
Purgatori: “Io ho partecipato a numerosissime conferenze stampa dell’Aeronautica militare e ho sentito più volte parlare il generale Mangani di cedimento strutturale…”

Secondo lei chiudere la compagnia ha “agevolato” il silenzio sulla strage? Insomma, cercare di eliminare un ‘soggetto’ che poteva chiedere spiegazioni sull’accaduto..
Avv Scaloni: “Forse nelle intenzione di chi lo ha fatto poteva esserci anche questo obiettivo… Tra gli obiettivi c’era sicuramente però quello di togliergli la compagnia. Non dimentichiamoci poi che è stato proprio Davanzali il primo a parlare di missile.
Purgatori:“Ci fu una convergenza di due interessi: c’era il missile di cui aveva parlato per primo Davanzali e quindi c’era l’interesse a tappargli la bocca e poi la volontà di fare un regalo pazzesco all’Alitalia, la compagnia di bandiera. Itavia faceva concorrenza all’Alitalia quindi faceva comodo togliere di il concorrente e acquisire rotte e mezzi”.

Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile è chiamato a vigilare sulla sicurezza degli aerei. Almeno dovrebbe essere cosi. Sono noti, però, i vicoli politici e clientelari che in passato ci sono stati tra il Ministero dei trasporti, l’ex Civilavia (oggi Enac ndr) e i vertici di alcune Forze armate.

Come sono cambiati i rapporti dopo la strage tra ente di controllo Civilavia e Itavia? Chi vigilava per conto di Civilavia sulla manutenzione degli aerei della compagnia di Davanzali può aver contribuito a depistare?      
Avv Scaloni:"Tutto è possibile ma su questo non posso rispondere".
Purgatori: "Fino a qualche anno fa noi non avevamo neanche l’ente per investigare sugli incidenti aerei e non sto parlando di stragi aeree come quella di Ustica ma anche di semplici inconvenienti aerei che si potevano verificare in fase di decollo o atterraggio. Noi abbiamo creato l’Enav dopo il Niger. In sostanza,all'epoca, chi investigava lo faceva su se stesso. Faccio un esempio che credo sia molto significativo:il generale Bartolucci, che all’epoca della strage era il Capo di Stato maggiore, quando è andato in pensione ed è stato nominato Consigliere di Amministrazione di Alitalia con delega alla sicurezza. Insomma, un travaso continuo tra una parte all’altra. Per anni, chi usciva dalla Aeronautica veniva riciclato nelle compagnie aeree e viceversa”.
  
Attualmente ci sono aperti un procedimento penale e una procedimento civile. Secondo lei che cosa dovrebbe fare la magistratura per dare una svolta decisiva alla vicenda?
Avv. Scaloni: “Dovrebbe insistere sulle autorità straniere. Anche se è necessaria un’azione politica molto forte”.
Purgatori: “La magistratura ha già presentato decine di rogatorie internazionali a tutti i Paesi. E che cosa ha risposto, ad esempio, il Belgio? Che non aprirà bocca sul caso Ustica per tutelare la sicurezza nazionale. La magistratura da sola non ci riuscirà mai”.  

Sono trascorsi 33 anni, un tempo interminabile e assurdo per avere giustizia. Secondo lei che cosa pensano degli italiani, i Paesi stranieri? Oltre a Ustica abbiamo innumerevoli stragi senza nomi e senza colpevoli, ad esempio, il Moby Prince…  
Avv Scaloni: “Pensano che da noi c’è qualcuno che copre e qualcosa che non funziona. Gli altri Paesi si chiederanno: ma come è possibile che non facciano niente?”
Purgatori: “Rispondo così: La Francia ha saputo che i suoi cittadini sono stati intercettati dagli americani e ha convocato immediatamente l’ambasciatore Usa per avere spiegazioni. L’Italia che è stata ugualmente intercettata dai servizi segreti americani e che cosa ha fatto? Niente. Ecco che cosa pensano di noi gli altri Paesi del Mondo”.  

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Nadia Francalacci