Stato-Mafia: niente boss in aula con Napolitano
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Stato-Mafia: niente boss in aula con Napolitano

La Corte d'Assise boccia la richiesta anche in nome dell'immunità assicurata dalla Costituzione al Quirinale. Dura reazione del legale di Riina

Tra le argomentazioni portate dalla Corte d'Assise nell'impedire la presenza in aula dei boss mafiosi Riina, Bagarella e Mancino durante la deposizione del presidente Giorgio Napolitano c'è anche l'immunità riconosciuta dalla Costituzione al Quirinale.

"E' una scelta saggia, che rispetta le istituzioni, tutela la massima carica dello Stato e al tempo stesso preserva il paese da un'immagine pessima che avremmo rischiato di dare all'estero", è stato al proposito il commento di Roberto Speranza, presidente del gruppo Pd alla Camera.

Trattativa Stato-Mafia: Napolitano e la domanda di Riina


Ovviamente di parere contrario Luca Cianferoni, avvocato di Totò Riina, che ha rilasciato questa dichiarazione al sito affaritaliani.it: "E' una decisione giuridicamente errata perché Riina, come tutti gli altri imputati, ha interesse a conoscere i rapporti intercorsi tra Mancino, D'Ambrosio e la presidenza della Repubblica a proposito di questa trattativa che viene contestata a Riina. Ci sarà modo di rivedere questa decisione in altre sedi: loro sono i giudici ma noi faremo l'impugnazione del caso". Il legale ha poi aggiunto che il prossimo 28 ottobre chiederà l'annullamento del processo: "Questa decisione fa capire che non si potranno neppure fare domande, credo che venga negato il diritto alla difesa".

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