La Grande Fuga: le 10 più clamorose evasioni nella storia degli Usa
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La Grande Fuga: le 10 più clamorose evasioni nella storia degli Usa

In Oklahoma, tre detenuti sono scappati di prigione con un tunnel sopra le docce. Le altre fughe più rocambolesche

Per loro è stato un gioco da ragazzi: si sono recati alle docce, hanno aperto una botola che si trova sul soffitto di quel locale, e dopo aver strisciato per alcuni
metri nel vano in cui corrono le tubature, sono arrivati davanti ad un muro, vi hanno aperto un varco e sono approdati un una stanza la cui porta dava direttamente in un settore esterno al carcere. E così sono scappati. Svaniti nel nulla. Le loro divise colore arancione sono state trovate a poca distanza dal carcere dell'Oklahoma dove erano detenuti. Dylan Ray Three Irons, 21 anni, Prime Tounwin Brown, 23, Anthony James Mendonca, 24 e Triston Cheadle, di 32 erano detenuti per reati come rapina a mano armata. Ora è caccia all'uomo.

La loro è una delle più clamorose evasioni degli ultimi tempi. E fa venire in mente altre "storiche" fughe dalle carceri statunitensi. Questa è una breve classifica.

1) Alcatraz

Cinquanta anni dopo, la loro sorte rimane un mistero. Si sono salvati, sono riusciti a fuggire o sono morti nelle fredde acque della Baia di San Francisco? Il rapinatore di banche Frank Lee Morris e i fratelli Clarence e John Anglin sono i protagonisti di questa storia, che ha ispirato tra l'altro anche il film con Clint Eastwood. Dopo un anno di certosino lavoro,con cucchiai rubati alla mensa, i tre erano riusciti a scavare un buco nel muro della loro cella. Quella notte del 1962, spostarono la finta parete fatta con carta da giornale, si infilarono nel canale di riscaldamento del penitenziario, scesero per 15 metri fino ad arrivare a terra per poi dileguarsi. In cella avevano lasciato dei manichini avvolti nelle lenzuola per impedire che l'evasione venisse scoperta. Gli agenti del penitenziario trovarono una rudimentale zattera fatta con vestiti. Se questo è il mezzo con il quale hanno tentato di raggiungere la terra ferma sono sicuramente annegati, è stato l'esito delle ricerche. Nel 1979, l'Fbi dichiarò ufficialmente morti i tre, ma il caso venne riaperto qualche anno dopo quanto un quarto detenuto (che avrebbe dovuto fuggire con loro) raccontò che ad attendere lungo la costa Morris e gli Anglin c'era una persona che li avrebbe poi portati in auto in Messico. Il fatto che non siano mai stati ritrovati, vivi o morti, ha alimentato la loro leggenda. E quella di Alcatraz, il carcere da dove nessuno era mai riuscito a scappare.

2) John Dillinger

Nel gennaio del 1934, John Dillinger, uno dei più famosi rapinatori della storia americana, era rinchiuso nel carcere della contea di Crown Point in Indiana con l'accusa di omicidio. Già protagonista di altri clamorosi colpi, Dillinger ne mise a segno un altro. Con un pezzo di legno a forma di pistola minacciò due guardie e le disarmò prima che queste comprendessero che il detenuto non aveva alcuna possibilità di far loro del male. Riuscì quindi a uscire dal carcere e dopo aver rubato una macchina, si allontanò alla volta di Chicago, facendo perdere le sue tracce. Fu un'evasione clamorosa che però determinò la scelta dell'Fbi di (ri)prenderlo a tutti i costi, vivo o morto. Venne ucciso qualche mese dopo, all'uscita di un cinema, da una squadra di agenti federali.

3) La fuga dalla Prigione di Libby

Virginia, 1864: un gruppo di soldati dell'Unione è chiuso in una delle peggiori prigioni di Richmord. Progettano un'evasione. Per riuscirci devono però andare nell'Inferno dei Topi. Così venivano chiamate le grandi celle sottorranee del carcere, infestate da grossi ratti. Per 17 giorni, scavano un tunnel che passa sotto la prigione e termina in un vicino campo. Una notte, 109 soldati, guidati dal colonnello Thomas E. Rose, scendono nella galleria segreta e fuggono. 48 di loro verranno ripresi quasi subito, due un poco più tardi, mentre tentano di passare le linee del fronte. 59 soldati riescono a ricongiungersi con l'esercito federale. E'la più importante fuga di massa di soldati della Guerra Civile.

4) I sette del Texas

Quando si dice "in mezzo al nulla" si pensa al carcere John B. Connally di Kenedy, a un'ottantina di chilometri a sud di San Antonio. Si tratta di una prigione di massima sicurezza da dove puoi anche scappare, ma non sai dove andare perché intorno non c'è un luogo dove potersi nascondere in attesa di dileguarsi. Nel dicembre del 2000, George Rivas, trent'anni e 18 condanne a 15 anni di prigione l'una, diventa il leader di un gruppo di altri sei detenuti che vogliono fuggire a tutti i costi. Il piano è semplice e allo stesso tempo ingenuo e disperato: prendere degli ostaggi, prendere una macchina e sparire. La mattina del 13 dicembre, i sette riescono a sopraffare le guardie, s'impossessano di un furgone e scappano verso nord. Verranno inseguiti fino in Colorado. Uno di loro si toglierà la vita, gli altri verranno tutti ripresi e riportati in prigione per l'esecuzione delle loro condanne a morte.

5) La fuga dei Dead Men Walking

Il penitenziaro di Mecklenburg ospitava il peggio del peggio. E i condannati a morte in attesa di esecuzione dello stato della Virginia. Nel maggio del 1984, sei di questi detenuti riescono a catturare le guardie e a guadagnare l'uscita della prigione minaccinado di lanciare delle bombe a mano che in realtà non hanno. Fuggono verso la North Carolina, ma in poco tempo vengono tutti ripresi. Per loro, è l'ultima volta all'esterno del carcere. Tra l'autunno del 1984 e il dicembre del 1996 le loro condanne a morte vengono eseguite.

6) Il serial killer che amava la legge

Ted Bundy è uno dei serial killer più famosi d'America. autore di una trentina di omicidi negli anni'70. Prima di essere catturato nel 1979 e mandato al patibolo in Florida nel 1989, Bundy uccise le sue vittime in diversi stati. Nel 1975 si trovava in Colorado. Fermato da una pattuglia della polizia stradale, venne riconosciuto e arrestato. Durante l'udienza per la conferma del fermo, Bundy disse al giudice che non voleva un avvocato di ufficio, ma intendeva difendersi da solo. Chiese quindi il permesso di recarsi nella biblioteca del tribunale per consultare alcuni codici. Il giudice gli diede il permesso. Il serial killer non aspettava altro. Saltò dalla finestra della biblioteca e scappò. Venne  ripreso sei giorni dopo, ma riuscì a fuggire di nuovo. Tornò a uccidere prima di essere definitivamente catturato.

7) La fuga dalla schiavitù travestiti da padroni

Nella storia della fughe degli schiavi dagli stati del sud, quella di Ellen e William Craft è stata una delle più ingegnose e originali. Marito e moglie, i due vivevano a Macon in Georgia. Sognavano la libertà, ma non sapevano come raggiungerla. Nel dicembre del 1848, William ebbe un'idea geniale. Ellen si sarebbe travestita da uomo, da proprietario di una piantagione e lui, William sarebbe stato se stesso, lo schiavo che lo accompagnava nel viaggio fino al nord. In un primo tempo, Ellen non ne volle sapere. Poi accettò di recitare la parte. La sua pelle tendeva al chiaro, la sua figura poteva essere confusa con quella di un uomo. Durante una licenza concessa per Natale, comprarono il biglietto del treno e intrapresero la lunga traversata, l'incredibile recita. Non furono pochi i momenti in cui pensavano di poter essere scoperti. Ma così non avvenne. Ellen fu un perfetto gentiluomo del sud e William il suo fedele schiavo. Quattro giorni dopo arrivarono a destinazione, nel nord. Finalmente liberi.

8) Fuga di mezzanotte

La fuga dall'inferno delle prigioni turche di Bill Hayes, giovane studente americano condannato prima a 4 anni e poi a 30 anni di reclusione per il contrabbando di due chilogrammi di hashish è diventato uno dei film cult degli anni'70: Midnight Express. La storia del 22enne fermato all'aereoporto di Istanbul nel 1970 è stato un calvario di violenze fisiche e psicologiche nel carcere di Sagmacilar, una storia cupa di sofferenza, di ultima scommessa (vinta) grazie a un estremo atto di coraggio e disperazione, che si è concretizzato nel 1975 nell'evasione dalla prigione, nella dolorosa traversata del territorio turco fino al confine con la Grecia. Seppur non sia stata un'evasione in territorio americano, quella di Bill Hayes (che la racconterà in un libro da cui è nato poi il film) è una delle più conosciute (grazie a Hollywood) evasioni americane.

9) Otto uomini e una chiave rubata

Sembra una fuga d'altri tempi quella progettata dagli otto detenuti del penitenziario di Clovis, nel Nuovo Messico. Un telefonino rubato, una chiave sottratta ai secondini, un buco nel tetto di una struttura che si affaccia all'esterno della prigione. E poi, la fuga durante la notte. Un racconto che sembra un film. Ma quel 24 agosto del 2008, non c'erano telecamere a riprendere il gruppo guidato da Victor Apocada, 39 anni, in carcere per sequestro di persona e traffico di droga, mentre attuava il piano preparato da tempo. I complici all'esterno erano stati allertati via telefono, un cellulare  rubato in infermieria; gli otto erano riusciti a raggiungere l'edificio che avrebbe fatto da trampolino verso la libertà dopo aver sottratto una chiave alle guardie della prigione. Nel giro di qualche mese, tutti gli otto saranno poi ricatturati. L'ultimo, Edward Salas, è stato estradato dal Messico nel 2012.

10) Un'evasione da 15.000 dollari

E'stata per molto tempo l'unica donna sulla lista dei fuggitivi più ricercati. Sarah Jo Pender aveva pagato la sua libertà. 15.000 dollari alla guardia carceraria Scott Spitler. Fu lui che la fece scappare dalla prigione di Rockville in Indiana, dove era detenuta con l'accusa di complicità in un doppio omicidio. Il secondino fornì i vestiti civili che la Pender mise sopra la divisa carceraria, la fece nascondere nel retro del suo van e la fece così uscire dal carcere. Fu fu quasi subito arrestato perché la polizia controllò attraverso le telecamere del carcere le sue mosse. Lei rimase in libertà per alcuni mesi prima di essere riconosciuta da una vicina di casa a Chicago e denunciata alla polizia.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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