Il Quarto mandato di George W. Obama
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Il Quarto mandato di George W. Obama

L'amministrazione spia anche attraverso i server internet grazie a un programma di sorveglianza segreto. Lo scandalo si allarga.

Non solo milioni di telefonate ascoltate, ma anche migliaia e migliaia di utenti della rete messi sotto sorveglianza. Gli agenti della National Security Agency e l'Fbi spiano direttamente anche attraverso i server di nove societa' internet americane, le più importanti: Google,  Microsoft, Yahoo, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, Youtube e Apple. Il Grande Fratello Obama non controlla solo attraverso i telefoni, ma navigando nella rete. Lo abbiamo fatto, ma abbiamo messo sotto sorveglianza solo cittadini stranieri - hanno fatto sapere fonti dell'amministrazione.

Ma questa precisazione conta poca. Lo scandalo sta montando. Gli americani sentono violata la loro privacy da chi, Barack Obama aveva promesso trasparenza e che, invece, si sta scoprendo, ha abusato del suo potere. Perché ha usato strumenti di intelligence contro la minaccia terroristica mettendo sotto controllo milioni di persone come neppure George W. Bush aveva fatto. Per questo, i media ora sono in rivolta contro il presidente. L'amministrazione - ha scritto il New York Times - ha perso ogni credibilità.

Il programma Prism

L'Agenzia della Sicurezza Nazionale e l'Fbi entrano nei server e estraggono video, audio e foto che consentono di 'seguire' i movimenti delle persone e i loro contatti. Cercano i lupi solitari della Jihad, i gruppi della destra radicale americana, coloro che si scambiano informazioni o usano parole chiave che possono essere associate a un atto di terrorismo. Di fatto, schedano migliaia di persone. Prism è il nome in codice del programma segreto di sorveglianza. E'nato nel 2007 ed è stato creato sulla base di un'idea dell'amministrazione Bush. La storia di Prism è stata rivelata dal Washington Post. La prima società ad aderire è stata la Microsoft. Poi, sono entrati tutti gli altri. Molte hanno fatto resistenza , come Apple. Volevano l'assicurazione che non avrebbero avuto guai legali con i loro utenti. Di fatto, il programma permetterebbe agli agenti della National Security e dell'Fbi di entrare dove vogliono e prendere i dati che vogliono.

Il Protect America Act

Prism, il programma segreto, è una diretta conseguenza del Protect America Act, la legge firmata nell'agosto del 2007 da George W. Bush. Il presidente vuole  quel provvedimento perché ritiene che il sistema di sorveglianza dell'intelligence americana sia fallace. C'è la necessità di controllare le comunicazioni sospette via internet di cittadini non americani, e la nuova legge permette di farlo senza alcuna mandato giudiziario. E'proprio qui, la grande differenza rispetto al passato. In precedenza, la sorveglianza della rete da parte dell'amministrazione (iniziata nel 2002) era meno "libera".

Con il Protect America Act, il governo degli Stati Uniti afferma, invece, che "non è più necessario ottenere dei mandati giudiziari per mettere sotto sorveglianza comunicazioni all'estero, tra cittadini stranieri ." Il fatto è che la nuova norma aumenta lo spettro dei mezzi di comunicazione digitali che possono essere controllati. In più, a ridosso del voto del Congresso, viene aggiunto un articolo per cui è possibile sorvegliare le comunicazioni elettroniche di cittadini americani con soggetti stranieri sospetti all'estero e sul territorio americano. Il varo del programma segreto Prism, sarà poi quasi inevitabile.

Il Quarto mandato di George W. Obama

Nel 2007, il senatore Barack Obama disse che la politica di sorveglianza disposta da George W. Bush metteva il paese davanti a una falsa prospettiva, "quella di scegliere tra le libertà che noi amiamo e la sicurezza di cui abbiamo bisogno". Sei anni dopo, il Presidente Barack Obama, dopo lo scoppio dello scandalo rivendica la necessità di adottare quegli strumenti per combattere il terrorismo. Dalla poltrona dello Studio Ovale della Casa Bianca la Ragione di Stato si guarda in modo molto diverso rispetto alla visuale che si ha quando si è un parlamentare dell'opposizione. Ma, il fatto è che, dopo le promesse di voltare pagina fatte nella prima campagna elettorale, ora si scopre che Obama non solo ha non ha ridotto, ma anzi ha aumentato il livello di controllo e spionaggio degli americani rispetto al suo predecessore.

Una volta era lui ù liberal - ad attaccare Bush. Ora con un'ironica giravolta della Storia, sono i conservatori e i repubblicani a difendere le scelte di Obama dalle critiche dei liberal contro la sua politica di sicurezza. Ari Fleischer, ex portavoce di George W. è stato così chiaro da apparire quasi spietato: "Gli attacchi con i droni, Guantanamo ancora in funzione, i tribunali militari, i controlli sulle comunicazioni: Obama sta portando avanti il quarto mandato (presidenziale) di Bush anche se in passato lo accusò di violare la Costituzione adottando quelle pratiche." Il potente senatore Lidsey Graham è stato lapidario: "Bush ha dato il via, Obama continua sulla sua strada."

La ribellione della stampa e lo sviluppo dello scandalo

Quando qualche settimana fa sono scoppiati gli scandali riguardanti i controlli suoi giornalisti, i repubblicani erano agguerriti. Alcuni parlavano di impeachment per il presidente. Ora, quella parola è sparita dal loro lessico. La ragione è chiara. Non possono certo processare una decennio di guerra al terrorismo inaugurato da George W. Bush. Forse qualche motivo di preoccupazione potrebbe averlo Eric Holder. L'Attorney General è in prima fila e se dovesse aumentare la pressione dell'opinione pubblica, se dovessero emergere palesi illegalità, è possibile che lui possa fungere da capro espiatorio. Un'ipotesi per ora apparentemente non vicina.

La stampa liberal, invece, si sente tradita da Barack Obama. L'editoriale con cui il New York Times afferma che il presidente ha perso ogni credibilità è molto duro. L'Huffington Post ha offerto ai suoi lettori una home page con un fotomontaggio in cui il volto di Obama sfuma in quello di Bush. E' probabile che lo scandalo si allarghi e, comunque siano i suoi esiti, di fatto, azzoppi la presidenza Obama, costrigendolo a una continua difesa del suo operato.

E' la Nemesi della Storia. L'uomo che era stato votato per "riportare" trasparenza nell'opera di governo dopo gli anni contestati di Bush, il presidente che avrebbe dovuto ridare fiducia nel rapporto tra Casa Bianca e Opinione Pubblica è invece la persona che rischia di fare sprofondare la presidenza degli Stati Uniti in una crisi di credibilità e autorevolezza simile al Watergate.

Molte le differenze tra i due scandali. Se allora, per Richard Nixon, l'ossessione era il controllo degli avversari politici e dei collaboratori non fidati, ora per Obama, si tratta di avere il controllo su ogni cosa che riguarda la politica di sicurezza degli Usa, comprese le fughe di notizie. Ma c'è un elemento che li accomuna: la segretezza con cui agisce il governo, la mancanza di controlli e contrappesi al suo segreto potere. Forse, mai come allora, negli ultimi 40 anni, nessuno scandalo della Casa Bianca, aveva riportato questa tema all'ordine del giorno della democrazia americana come quest'ultimo.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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