Siria, bambini torturati su entrambi i fronti
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Siria, bambini torturati su entrambi i fronti

Secondo l'Onu sia il governo di Assad che i ribelli hanno abusato di migliaia di bambini, seviziati e usati come soldatini in trincea. Ma le Nazioni Unite preferiscono dedicarsi al risiko delle poltrone

"Orrori inenarrabili". Questa è la drammatica conclusione del primo rapporto delle Nazioni Unite sulla condizione dei civili in Siria dopo tre anni di guerra. A fare le spese di questa carneficina che continua sotto gli occhi del mondo, centinaia di migliaia di bambini. Bambini torturati e tenuti in cella dai fedelissimi di Bashar al Assad. Bambini reclutati dai ribelli per fare i soldatini in prima linea. Carne da macello facilmente sacrificabile. "L'orrore, l'orrore", direbbe il colonnello Kurtz di Apocalypse Now.

Già in precedenza, durante questi tre anni di scontri, l'Onu aveva denunciato abusi sui bambini, ma per la prima volta le Nazioni Unite hanno messo nero su bianco numeri e storie, in un lasso di tempo che va da marzo 2011 alla fine del 2013. E nessuno è senza colpa.

"Particolare preoccupazione - si legge in un comunicato ufficiale del Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon - destano i casi di reclutamento di bambini tra i rifugiati nei Paesi vicini. La maggior parte degli abusi e dei gravi incidenti, anche mortali, sono addebitabili al Free Syrian Army (i ribelli anti-Assad ndr) e ai gruppi armati dei curdi siriani".

L'Onu conferma di non aver ricevuto notizie certe sul reclutamento di bambini da parte delle forze governative che fanno capo ad Assad, anche se ha raccolto molte testimonianze dal campo che parlano di frequenti intimidazioni sui minorenni da parte delle truppe lealiste, per farli unire a loro nelle aree controllate dagli uomini del raìs di Damasco.

In più, Ban Ki moon ha dichiarato che il governo siriano è "responsabile per l'arresto, la detenzione arbitraria e la tortura di bambini accusati di far parte dell'opposizione", come anche di "usare i bambini come scudi umani". Secondo le testimonianze raccolte dagli ispettori del Palazzo di Vetro, in diverse occasioni tra il 2011 e il 2013 le forze governative di Damasco hanno utilizzato decine di bambini come ostaggi per far arrendere i membri dell'opposizione.

Di fronte a tutto questo orrore cosa si può fare? Le parole del Segretario generale dell'Onu fanno ancora più male laddove rappresentano la tragica dimostrazione dell'impotenza delle Nazioni Unite, costrette a compilare una dettagliata lista di torture e abusi su bambini e civili siriani senza avere i mezzi per intervenire.

E già, perché l'istituzione stessa non lo permette. Per poter intervenire con i caschi blu l'Onu deve basarsi su una risoluzione, e le risoluzioni vengono votate all'interno del Consiglio di sicurezza composto dai cinque Paesi che sono usciti vincitori dalla Seconda guerra mondiale (Stati Uniti, Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina).

Ma basta che uno del quintetto ponga il veto e allora la risoluzione decade e l'Onu se ne resta a New York a compilare tabelle e rapporti sui morti e le varie guerre nel mondo. E' quello che è successo con la Siria, quando per ben due volte Russia e Cina hanno bloccato in seno al CdS una risoluzione contro il regime del loro alleato Bashar al Assad.

Il tragico caso siriano dimostra una volta di più i meccanismi completamente anacronistici che regolano l'organizzazione delle Nazioni Unite, gestita - di fatto - da cinque Paesi che non rappresentano più gli equilibri della politica mondiale. E questo, d'altronde, si evince, dalla figura principale dell'Onu, il Segretario generale, che volutamente viene scelto in base al suo profilo basso e all'appartenenza a una determinata area geografica che segue il principio della rotazione. Insomma, la logica è: più grigio è meno crea problemi.

Così, mentre in Siria (e non solo) migliaia di civili tra cui donne e bambini ogni giorno rischiano la vita e sono sottoposti a "orrori inenarrabili", al Palazzo di Vetro è tutto un fermento per scegliere il prossimo Segretario generale. Il voto ci sarà nel 2015, ma già le trattative sono aperte e a New York i mandarini delle Nazioni Unite si danno battaglia.

Per rispettare la logica del capo scialbo, ma per dare anche l'immagine di essere al passo con i tempi, si vocifera il nome di una donna dalla nazionalità neozelandese. In termini diplomatico-strategici il vuoto cosmico. Ma dai Paesi dell'Europa dell'Est si fa sapere che - per la rotazione geografica - stavolta il Segretario generale tocca a loro, e in pole position si schierano Slovacchia e Polonia.

Un risiko piccolo e squallido per quella che è una delle poltrone più inutili e al tempo stesso più ambite del mondo. I bambini siriani sono lontani anni luce dal Palazzo di Vetro di New York. 

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Anna Mazzone