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Silvio Berlusconi pensa ai candidati sindaco e si rimette in gioco

Stefano Parisi a Milano, Guido Bertolaso a Roma e Vittorio Sgarbi a Bologna. Il leader di Forza Italia prepara la (sua) discesa in campo

Nomi ufficiali ancora non ce ne sono ma Silvio Berlusconi almeno sull'identikit non sembra avere dubbi: Forza Italia alle elezioni amministrative sosterrà i candidati "migliori" e la scelta non verrà fatta con il manuale Cencelli.

Un messaggio indirizzato non tanto ai big di Fi riuniti a palazzo Grazioli per l'ufficio di presidenza chiamato ad certificare il conti del partito, quanto ai due leader, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, con cui il leader azzurro dovrà chiudere l'intesa. I tre dovrebbero tornare ad incontrarsi a breve (pare domenica sera ad Arcore) per chiudere almeno la partita su le due città simbolo: Roma e Milano.

Due città su cui il Cavaliere ha le idee abbastanza chiare. Raccontano infatti che nel corso della riunione al parlamentino di palazzo Grazioli, il leader di Fi abbia espresso i suoi desiderata e cioe' Stefano Parisi (nome che però pare non lo convinca fino in fondo) e Guido Bertolaso per la Capitale. 

I due però ha ribadito l'ex premier, devono ottenere il lascia passare anche della Lega e di Fratelli d'Italia. Strada che appare in salita visto che su entrambe le candidature si erano registrati i malumori di Carroccio e Fdi. L'ex premier vorrebbe poi candidare Vittorio Sgarbi a Bologna, città in cui la Lega invece avrebbe già individuato il nome da proporre agli alleati mentre a Torino appare certa la discesa in campo di Osvaldo Napoli, ex parlamentare azzurro ma soprattutto uno degli esponenti di Fi maggiormente radicati sul territorio, caratteristica su cui vuole puntare il Cavaliere.

Ai dirigenti azzurri l'ex premier ha promesso un impegno in prima persona nella campagna elettorale con presenze televisive ed interviste convinto di poter riportare Fi ad essere il primo partito: "Mi sento obbligato a restare in campo", ha ripetuto il Cavaliere che poi per evitare ulteriori malumori tra i suoi ha chiarito che la risalita nei sondaggi sara' fatta non con "la rottamazione ma con il rinnovamento".

Che Forza Italia debba subire un restyling è un concetto espresso sia dall'ex premier che dalla tesoriera del partito Mariarosaria Rossi che ha illustrato al gruppo dirigente la situazione economica, per niente rosea, in cui versano le casse azzurre. I soldi sono pochi (il disavanzo del periodo gennaio-settembre 2015 e' di 1.300.000 euro) e' in sintesi il concetto e ad aggravare la situazione e' anche l'impossibilita' per l'ex premier di poter contribuire come una volta a risanare i debiti. Le ristrettezze economiche hanno portato alla disdetta del contratto della sede nazionale a piazza San Lorenzo in Lucina a favore di una location piu' modesta da cercare sempre nei paraggi. La senatrice non ha risparmiato critiche nemmeno ai colleghi di partito, molti dei quali in ritardo nel versare le quote tant'e' che "soltanto 621.000 euro - si legge nella relazione - provengono dalle contribuzioni dei parlamentari e 279.000 euro da contribuzioni dei consiglieri regionali". Tra le uscite si evidenzia Rossi evidenzia come solo 21mila euro siano stati spesi per le campagne elettorale e 5.300 per la comunicazione, "che dovrebbero costituire - osserva ancora - la parte  fondamentale". Corposa infine la spesa per il personale (oltre 2milioni di euro) che ha visto, l'anno scorso, l'avvio delle procedure per il licenziamento collettivo.

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Redazione