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Scienza

«Ho inventato l’alternativa al solito fumo»

La sigaretta elettronica non è un prodotto finito, ma un oggetto in evoluzione. Grazie agli sviluppi della tecnologia diventerà più intuitiva da usare e facile da controllare. Una via che la sta portando ad avere un impatto importante su milioni di vite. Parola del suo creatore, il farmacista cinese Hon Lik

Come tutte le menti creative, Hon Lik sentiva il bisogno di costruire la sua eredità: «Volevo lasciare un segno» ha spiegato in un'intervista al quotidiano The Guardian. In parte, poi, c'era da sistemare qualche conto in sospeso con il passato: il padre ucciso dalle sigarette, le stesse che tentavano lui da giovane: «A 18 anni, in campagna, si lavorava duramente. Tanti adolescenti come me hanno imparato a fumare per rilassarsi e sbarazzarsi della solitudine. Quando sono tornato in città per andare al college, ne ero pesantemente dipendente» confida a Panorama il farmacista cinese originario di Shenyang, a est di Pechino. Classe 1951, elegante, cordiale, competente, è l'inventore della sigaretta elettronica. Un'intuizione diventata prodotto nel 2004, perfezionata e imitata fino ad accendere un business globale che valeva 19 miliardi di dollari nel 2019 e, secondo la società di analisi The Business Research Company, sfiorerà i 30 miliardi nel 2022, con un tasso di crescita di oltre il 20 per cento ogni dodici mesi.

Il padre del vaping oggi collabora con il reparto di ricerca e sviluppo del colosso del tabacco Imperial Brands, che ha acquisito nel 2013 i brevetti della sua Dragonite International Limited e commercializza la sigaretta elettronica myblu in diversi Paesi del mondo. In questo nuovo ruolo, Hon Lik intende scrivere i prossimi capitoli di una storia cominciata per un incrocio tra necessità e caso, dallo scontro di una debolezza con una consapevolezza: «Ero ben cosciente dei danni dal fumo» racconta «ma non riuscivo a dire basta, anzi fumavo sempre di più, mentre le pressioni sul lavoro aumentavano. Ero arrivato a tre pacchetti al giorno. Mi dava pace. Un giorno, il mio dottore mi ha fatto notare che qualcosa stava andando storto nel mio sistema respiratorio, allora ho provato a smettere».

Però, come spesso accade ai fumatori, ha fallito.

Molte volte, finché nel 2002 ho iniziato a usare un cerotto alla nicotina. Per errore, ho dimenticato di rimuoverlo prima di andare a dormire e ho fatto un sogno terribile. Volevo capire se era un caso, perciò ho ripetuto l'esperimento pochi giorni dopo. Ebbene, il sogno era lo stesso. Basandomi sulla mia conoscenza farmacologica, quell'effetto mi ha suggerito che il dosaggio della nicotina non dovrebbe essere continuo, ma intermittente. Da qui mi è venuta l'idea di inventare un dispositivo in grado di somministrarla come se fosse una sigaretta.

Come funzionava?

Generava vapore combinando acqua e nicotina che, con la giusta densità, stimolava il cervello. Nel 2003 depositai il primo brevetto per la sigaretta elettronica, iniziai a venderla alla fine dell'anno successivo. Era senza catrame, i livelli d'impurità rispetto a un prodotto tradizionale si attestavano intorno all'1 per cento. È stato, e sarà, uno shock per il mercato.

Perché parla al futuro?

Si tratta di un prodotto ancora relativamente nuovo. Ha alcuni difetti, ma migliorerà. La tecnologia sta impattando su ogni aspetto della vita quotidiana e il vaping non sarà l'eccezione. Pensiamo all'internet delle cose, che consente ai dispositivi di connettersi alla rete, di diventare più semplici da controllare e usare. Quello delle e-cigarette sarà un filone che darà modo ai fumatori di cambiare abitudini. La loro semplicità, la capacità di essere via via più intuitive, non sono solo questioni di design, ma elementi di accessibilità.

Pensa che la sigaretta elettronica abbia finora incontrato troppi ostacoli lungo sua strada?

Lo sviluppo deve essere aiutato da regole adatte. In molti Paesi le norme non rispecchiano le evidenze scientifiche in favore del vaping, o il fatto che le persone lo stiano adoperando per smettere con successo di fumare. Può anche diventare un sostituto per le sigarette, consentendo agli adulti di assumere nicotina correndo rischi sensibilmente più bassi. Naturalmente, le sigarette elettroniche non sono e non saranno mai un prodotto per bambini e adolescenti.

hon-likHon Lik, l'inventore della sigaretta elettronicaImperial Brands

Eppure parecchi medici e autorità sanitarie non le guardano con favore, anzi più di una volta hanno tentato di osteggiarle.

Qualsiasi analisi obiettiva suggerisce che i fumatori traggano un beneficio passando alle e-cigarette. Tuttavia, gli attivisti anti-vaping si concentrano sempre sul danno potenziale complessivo, senza effettuare un paragone tra l'aerosol delle sigarette elettroniche e il fumo di sigarette. La scienza ci dice che le e-cigarette sono prive di tabacco e hanno impurità molto basse. Sono potenzialmente meno nocive per i consumatori che vogliono continuare a utilizzare nicotina. Il prodotto myblu, per esempio, ha il 99 per cento di sostanze tossiche in meno di una sigaretta regolare. È un grande passo in avanti se ragioniamo sugli effetti a lungo termine di un fumo assiduo.

Un'altra obiezione ricorrente è che tali ricerche vadano prese con le molle perché commissionate dalle multinazionali.

Il supporto finanziario delle compagnie del tabacco è cruciale per supportare la sigaretta elettronica e la scienza che ha alla base. Nessun altro pagherebbe per gli studi necessari a sostenere le politiche di riduzione del rischio. Per quel che mi riguarda, sono rimasto sorpreso dalla gestione responsabile, l'attenzione alla salute pubblica e la continua capacità di innovare di Imperial Brands. Penso sia davvero interessante vedere come una compagnia con un'eredità così forte in un settore tradizionale come il tabacco si stia trasformando in profondità.

E lei, dopo tutto questo tempo, cosa pensa della sua invenzione?

Sono felice di avere innescato un cambiamento significativo. Di avere avuto un impatto su milioni di vite.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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