Servizio Pubblico: tutto sul ritorno in tv di Santoro
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Servizio Pubblico: tutto sul ritorno in tv di Santoro

Il conduttore pronto a ripartire, tra le polemiche, su La7 ma in realtà sogna di tornare in Rai

Rieccolo. Dopo un anno di esilio sulla piattaforma multimediale e di relativa esaltazione delle virtù comunicative della medesima, giovedì 25 ottobre Michele Santoro torna a prendersi la scena sulla tv generalista. Per il debutto del suo Servizio pubblico su La 7 (dopo la trattativa fallita dello scorso anno stavolta l’emittente gli ha garantito libertà editoriale, con la società Zerostudio’s che rimane proprietaria dei contenuti, si sobbarcherà eventuali beghe legali e trasmetterà anche in streaming sul suo sito) il conduttore ha puntato sullo spot populista «Loro rubano e tu che fai?». Il «Michele chi?» si sta trasformando in Michele La qualunque?

GLI SPOT

Nei primi tre spot Giulia Innocenzi e altri volti del programma camminano per le città con il cartello «Loro rubano e tu che fai?» girando la domanda alla «gggente» della strada. Varie e colorite le risposte: da «Mi piacerebbe avere il lanciafiamme» a «arrubbamo pure noi» fino a quella che ha fatto piovere su Santoro e sui suoi spot l’accusa di giustizialismo estremo: «Fidati che invece di incendiarsi, di salire sul cupolone di San Pietro per protestare, prima o poi qualcuno ‘na schioppettata gliela dà». Adesso però è già in onda il quarto spot, una vignetta di Vauro dedicata al capo della Protezione civile Franco Gabrielli in veste di «Befano» che in sella alla scopa porta «doni ai terremotati buoni e carbone a quelli d’Abruzzo» .ILO SITO E LA

RETE DEI DONATORI

Il promo campeggia anche sul sito www.serviziopubblico.it che invita a fornire risposte sull’account di Twitter. Nonostante il trasloco su La7 e i gruppi di delusi che su Facebook invocavano la restituzione dei soldi il sito con il banner «Rete dei donatori: non sei ancora iscritto? Clicca qui» continua pure a raccogliere le donazioni di dieci euro con cui Santoro l’anno scorso finanziò il progetto della piattaforma multimediale: «Queste risorse restano nel progetto sociale di Servizio pubblico, noi siamo una fabbrica culturale e un movimento che vuole riformare la tv» ha spiegato il conduttore. E Giulia Innocenzi che dell’Associazione Servizio pubblico è presidente, sul sito chiarisce che gli oboli serviranno a sostenere, tra l’altro, il premio per giovani giornalisti Generazione Reporter.

LA SQUADRA

E’ la stessa dello scorso anno: Marco Travaglio, Vauro, Giulia Innocenzi, Sandro Ruotolo. Tra gli autori rientra Massimiliano Lenzi, già a fianco di Santoro ai tempi di Annozero. Tutti nel solito studio, a Cinecittà tra gru e tubi innocenti.

UN PIEDE IN RAI

Oltre che a La7 Santoro volge allo sguardo alla Rai. Dopo il divorzio consensuale del 2011 (con liquidazione milionaria) quest’estate in fase di ricambio dei vertici il conduttore è tornato sulla scena di viale Mazzini mandando il suo curriculum per proporsi come direttore generale in tandem con Carlo Freccero aspirante presidente. Intanto, probabilmente in primavera, la Rai trasmetterà una sua docufiction (fa parte del pacchetto previsto dall’accordo di liquidazione). Si chiama «Processo all’Olocausto» ed è dedicata al processo che nel 2000 oppose lo storico negazionista David Irving alla collega Deborah Lipstadt.

AMICI O NEMICI?

Il 25 ottobre Santoro su La 7 raccoglie la staffetta da Corrado Formigli (in omaggio all’alternanza dei due anchormen prevista dalla rete) con il difficile compito di superare il 7 per cento di share della sua «Piazza pulita», record della rete. Ex pupillo di Michele, Corrado lo è un po’ meno da quando lo scorso anno, anziché seguirlo nell’avventura della piattaforma multimediale ha avuto l’ardire di mettersi in proprio a La 7. In pubblico il «padre» tradito lo elogia («ha dimostrato di saper condurre un programma, come sostenevo da sempre») ma pare che gliel’abbia giurata. Già pronte le tifoserie interne, generazionali: Enrico Mentana sta con Santoro, Luca Telese con Formigli.

RELAX E LOOK DI LUSSO

Mentre Beppe Grillo attraversa il mare dello Stretto di Messina Santoro ama immergersi nelle rilassanti (e lussuose) acque del Grand hotel delle Terme di Saturnia. Dove spesso incontra un altro habituè, l’antagonista Mauro Masi direttore generale ai tempi dell’ultima sanguinosa battaglia di Santoro in Rai. Masi, lungi dal seppellire l’ascia di guerra, nel suo libro «Un nemico in Rai» ha calcato la mano su quell’incontro termale: «Ho incrociato Santoro nel negozio di Armani a Roma e al Grand hotel delle terme di Saturnia due posti come tutti sanno frequentati da metalmeccanici e muratori oltre che da giornalisti indignados».

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Antonella Piperno